RENDE «Qualche mese fa pubblicamente abbiamo chiesto a chi di dovere a cosa servisse l’Aic. Ovviamente, ci è chiaro che l’Aic dovrebbe gestire, attraverso un soggetto attuatore legalmente selezionato, il ciclo integrato dell’acqua (adduzione, distribuzione e depurazione). Per circa due anni la governance dell’Aic, invero, si è distinta per la produzione di un diluvio di lettere e dichiarazioni e per le innumerevoli convocazioni dell’assemblea dei sindaci, che è riuscita a decidere solamente che la gestione del ciclo integrato dell’acqua deve essere pubblica, ma non è stata in grado di individuare il soggetto attuatore, anche per poter partecipare ai bandi nazionali per ottenere ingenti finanziamenti. In un primo tempo, l’Aic è sembrata orientarsi sulla Sorical, da rendere totalmente pubblica, acquisendo le azioni oggi possedute dal socio privato, per farla diventare un società in-house a cui affidare la gestione del servizio». Così in una nota del gruppo politico della Federazione riformista di Rende.
«Accantonata questa soluzione molto complessa, – aggiungono – la governance dell’Aic è orientata a resuscitate Cosenza-Acque, un soggetto nato i primi anni del secolo per gestire il ciclo integrato, da più tempo divenuta una scatola vuota, per giunta in liquidazione. Questa “pensata geniale” dell’Aic si sarebbe resa necessaria per partecipare, entro il 23 dicembre, ad un avviso pubblico per poter usufruire dei fondi finalizzati a razionalizzare il servizio idrico; a tal proposito, potrebbero arrivare in Calabria una sessantina di milioni di euro.
Domande: 1) Cosenza-Acque possiede tutti i requisiti per poter partecipare al bando? 2) Esiste un progetto esecutivo da eseguire? 3) Cosenza-Acque in liquidazione ha organizzazione, professionalità e quant’altro occorrente per realizzare le opere? Che Dio ce la mandi buona!
Concludendo, qualche considerazione: è inaccettabile questo metodo di baloccarsi per anni con le questioni sul tappeto, e poi cercare in pochi giorni di colmare i gravi ritardi, giocando in questo caso con la sete dei calabresi (manca un mese alla scadenza del termine e siamo all’anno zero); l’Aic, nata per realizzare il ciclo integrato dell’acqua, intanto lo spezzetta, in spregio alla legge Galli: l’adduzione a Sorical, la distribuzione (non è dato sapere di quanti comuni) allo “zombie” Cosenza-Acque e la depurazione, in piccola parte al Consorzio ValleCrati e ciò che resta (e cioè la gran parte) ad innumerevoli piccoli gestori. Viva la nuova politica del fare, viva il cambiamento ed i suoi epigoni».
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