CATANZARO Se ne parla pochissimo in giro e sembrano quasi clandestine, eppure avranno un valore politico importante. Le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale di Catanzaro, in programma il 18 dicembre, sia pure al netto del meccanismo del voto ponderato, saranno un primo test degli assetti politici dopo le Regionali. Sono ore piuttosto frenetiche, nelle coalizioni, perché domenica scade il termine per la presentazione delle liste.
Il quadro è estremamente composito, al momento molto confuso e anche piuttosto teso, perché naturalmente risente delle tossine del voto per la Cittadella e inoltre anche delle aspettative che si stanno addensando in vista delle Amministrative a Catanzaro, in programma nel 2022. Inoltre – altro elemento di novità che non mancherà di avere un certo impatto – a queste Provinciali torna al voto anche il Comune di Lamezia Terme, numericamente molto pesante. È soprattutto il campo del centrodestra, oggi maggioranza alla Provincia con la guida del presidente Sergio Abramo, il campo al momento più magmatico e frammentato, molto frammentato. Del resto, le Regionali hanno delineato nuovi equilibri, cambiando profondamente i rapporti di forza interni alla coalizione (e anche ai singoli partiti), se solo si pensa che della città capoluogo a Palazzo Campanella è stato eletto solo un consigliere, Filippo Mancuso, della Lega, diventato peraltro presidente del Consiglio regionale.
Al momento, il centrodestra è una una sorta di “terra di nessuno”, perché i vari partiti sono attraversati da tensioni e fibrillazioni, a partire da Forza Italia, dove la contrapposizione tra il coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori e quello provinciale Mimmo Tallini – dicono i bene informati – avrebbe raggiunto toni piuttosto alti. Tra voglia di redde rationem, esigenze di contarsi e ambizioni di rivalsa, in vista della chiusura delle liste delle Provinciali i big, sia quelli premiati sia quelli delusi sia quelli esclusi dalle Regionali, starebbero procedendo in ordine sparso, componendo e scomponendo tavoli e alleanze in un vorticoso giro di trattative finora abbastanza improduttivo. Secondo quanto si apprende da fonti accreditate, infatti, al momento sarebbero almeno quattro le potenziali liste di matrice centrodestra per le Provinciali. Filippo Mancuso e il riconfermato consigliere regionale (e papabile capogruppo del Carroccio a Palazzo Campanella) Pietro Raso starebbero lavorando a una lista della Lega, che sul territorio sembra rilanciarsi dopo l’elezione e di Mancuso alla presidenza dell’Assemblea regionale. Così come una lista dovrebbe essere espressione di Forza Italia, su ispirazione di Mangialavori: Tallini, invece – sempre secondo accreditate fonti della coalizione – starebbe sondando il terreno per allestire una lista civica. E infine, anche un altro consigliere regionale neo eletto, Antonio Montuoro, di Fratelli d’Italia, tra l’altro vicepresidente della Provincia in carica, starebbe preparando una lista per Palazzo di Vetro. In più, non manca chi sostiene che anche Coraggio Italia starebbe valutando la fattibilità di una propria lista: per i “fucsia” un’impresa comunque molto difficile. Insomma, centrodestra spezzettato e in pieno caos, anche se i più attenti analisti politici ritengono assolutamente plausibile qualche intesa “last minute” tra i vari “colonnelli” dello schieramento. Sull’altro fronte, quello del centrosinistra, oggi all’opposizione alla Provincia, si starebbe lavorando a due liste, una delle quali a trazione Pd, su input del neo consigliere regionale Ernesto Alecci, anche se non dovrebbe esserci ufficialmente il simbolo dem. (c. a.)
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