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l’inchiesta

I furbetti del bonus Covid: 13 indagati. Epicentro della truffa a Lamezia Terme

Accertamenti della Procura di Roma, sequestrati 110 milioni di crediti di imposta. Nel mirino l’azienda “Crescita Italia srl” della famiglia Molinaro. Ecco le accuse

Pubblicato il: 24/11/2021 – 16:13
I furbetti del bonus Covid: 13 indagati. Epicentro della truffa a Lamezia Terme

ROMA I furbetti del bonus Covid. In 13 sono finiti nel registro degli indagati dalla Procura di Roma nell’ambito di una indagine che ha fatto emergere un sistema illecito che puntava a drenare i finanziamenti emanati dal Governo durante la fase più drammatica dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Provvedimenti che erano stati disposti per aiutare le imprese e i commercianti in difficoltà. Nel procedimento si ipotizzano reati tributari, truffa e autoriciclaggio.

Sequestrati 110 milioni di euro di crediti fiscali

Oggi gli uomini della Guardia di Finanza hanno proceduto al sequestro preventivo di oltre 110 milioni di euro di crediti fiscali. L’attività trae origine da un’analisi di rischio sviluppata dall’Agenzia delle Entrate, diretta da Ernesto Maria Ruffini, sulla spettanza dei “bonus” previsti dai decreti “Rilancio” e “Cura Italia” del 2020, connessi alle spese di locazione di immobili ad uso non abitativo e riconosciuti sotto forma di crediti d’imposta in misura pari a una percentuale dei canoni effettivamente versati (fino al 60%). I crediti ottenuti sono stati anche ceduti ad altre aziende e soggetti terzi, rimasti danneggiati dalla presunta truffa, tra cui Poste Italiane, a cui erano finiti 10 milioni. Da qui è scattato il sequestro preventivo d’urgenza disposto dai pm della Capitale, che ha bloccato anche il sito internet attraverso cui la società promuoveva la propria attività. 
«I benefici fiscali – spiega chi indaga – possono essere direttamente utilizzati per compensare debiti, oppure ceduti, anche in parte e più volte, per lo stesso fine, dandone comunicazione, sia da parte del cedente che del cessionario, attraverso la piattaforma informatica “cessione crediti” messa a disposizione dalla agenzia delle Entrate».

Accertamenti su una società di Lamezia Terme, la “Crescita Italia srl”

Gli accertamenti hanno riguardato in particolare la società “Crescita Italia Srl”, creata a Roma nell’agosto 2020 dalla famiglia Molinaro di Lamezia Terme, che aveva acquisito crediti per la cifra posta sotto sequestro oggi da 700 persone diverse, per lo più extracomunitari che gestiscono piccoli supermercati tra Roma e Napoli.
Le verifiche hanno portato alla luce la “fittizietà” dei crediti di imposta, che sono stati ceduti attraverso un sito internet della società che operava in tutta Italia e che si proponeva come soggetto giuridico capace di far conseguire alla clientela “liquidità mediante lo smobilizzo immediato di crediti di imposta derivanti da norme speciali”, acquistandoli e pagandoli subito dopo aver svolto, come dichiarato, controlli documentali circa la loro genuinità, per poi cederli a sua volta a terzi, dietro compenso».

Inseriti nella piattaforma dati “sospetti” di imprenditori

Risultano, infatti, ad esempio inseriti nella piattaforma informatica gestita dall’Amministrazione finanziaria dati di imprenditori per i quali non è stato registrato alcun contratto di locazione; oppure dichiarazioni di redditi con importi modesti che sosterrebbero spese locative per centinaia di migliaia di euro all’anno. Le indagini avrebbero permesso inoltre di riscontrare che parte dei crediti d’imposta (per un valore nominale di 44 milioni di euro) è stata venduta dalla società capitolina ad una serie di persone fisiche e giuridiche, allettate dalla possibilità di acquistare bonus “spendibili”, con uno sconto sul loro valore nominale, mentre per circa 10 milioni di euro, il credito è stato monetizzato con la cessione a intermediari finanziari. Il dubbio, dunque, è che vi siano in circolazione crediti fittizi.

«Crediti acquistati da soggetti senza consistenza imprenditoriale»

Nei primi dieci mesi del 2021, secondo le indagini, l’impresa avrebbe acquistato crediti di imposta per un valore nominale di oltre 110 milioni da diversi soggetti molti dei quali, in base ai primi riscontri, «risulterebbero privi di consistenza imprenditoriale o, comunque, non potrebbero beneficiare delle agevolazioni fiscali». Così, «con l’obiettivo di interrompere la circolazione dei crediti sui quali sussistono gravi indizi di fittizietà e individuare i responsabili dell’ipotizzata truffa – finalizzata a frodare sia i terzi in buona fede, sia l’Erario – la Procura della Repubblica di  Roma ha emesso la misura cautelare d`urgenza, relativa alle quote societarie e al patrimonio aziendale della società romana, al sito internet attraverso il quale essa promuoveva la propria attività e all`intero ammontare dei crediti di cui la stessa è tuttora titolare o che ha già ceduto».  

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