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«Pnrr? Si pensi anche alla transizione della Pubblica Amministrazione» – VIDEO

Le insidie del Piano di ripartenza e resilienza nel dibattito di Confindustria Cosenza e Anci. «Senza competenze rischiamo di perdere tutte le opportunità»

Pubblicato il: 24/11/2021 – 14:00
«Pnrr? Si pensi anche alla transizione della Pubblica Amministrazione» – VIDEO

COSENZA Il Pnrr, ossia lo strumento strategico che dovrà guidare l’Italia fuori dalla crisi non offre solo opportunità ma nasconde anche pericolose insidie. Ecco perché dovrebbe essere al centro del dibattito italiano, il tema dell’implementazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’Italia, infatti, è ancora in ritardo nel concretizzare le riforme richieste entro la fine del 2021. Il Piano si sta lentamente trasformando in una corsa ad ostacoli. Del Pnrr, delle sfide, insidie, opportunità si è discusso questa mattina in un dibattito promosso da Confindustria Cosenza, sede territoriale di Unindustria Calabria, e da Anci Calabria  nel salone delle conferenze dell’Associazione degli Industriali Cosentina. «L’insidia maggiore riguarda la rigenerazione della capacità progettuale di attuazione della Pubblica Amministrazione. Basti pensare, guardando al passato, al Por Calabria e ai danari ancora da spendere», dice Natale Mazzuca, vicepresidente di Confindustria. «Abbiamo bisogno – continua – di competenze, soprattutto nel digitale. Il Pnrr guarda molto alla transizione digitale e a quella verde ma bisognerebbe in realtà soffermarsi sulla transizione della Pubblica Amministrazione».

Rafforza la Pubblica Amministrazione

«Vivremo un momento di grande discontinuità fatto di shock positivi e anche negativi a cui dobbiamo essere bravi a rispondere», confessa Fortunato Amarelli, presidente di Confindustria Cosenza. «Anche oggi vediamo una crescita economica forte post pandemica, cresce il Pil di oltre 6%, ma accanto è evidente la crisi dei prezzi e l’inflazione». «Il Pnrr – conclude – ci deve dare la possibilità di curare il Paese e il nostro pianeta. Le sfide sono tante, per la Calabria ancor di più perché deve cogliere tutte le opportunità. Se non abbiamo la forza di inserire nella Pubblica Amministrazione persone competenti, rischiamo di cedere il passo alle altre regioni». «Analogamente a quanto previsto a livello nazionale, in ottica PNRR, sarebbe utile istituire una cabina di regia regionale – ha aggiunto il presidente regionale di Anci Marcello Manna –  per mettere a fuoco le necessità dei territori e, nella stessa misura, per armonizzare quanto previsto nel Pnrr con il Por in corso di definizione, per evitare inutili duplicazioni. Serve rafforzare gli aspetti legati alle competenze investendo sulla formazione, soprattutto di giovani e donne. Sarà importante predisporre progetti strategici capaci di fare sintesi dei molteplici obiettivi di crescita e sviluppo, di cui soprattutto la Calabria e tutto il Mezzogiorno hanno bisogno». Per Giovan Battista Perciaccante, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili per la Calabria e Cosenza «il Pnrr dovrà coniugare crescita e coesione territoriale, riducendo i divari fra le regioni d’Italia, a cominciare da quello infrastrutturale, con il prolungamento dell’Alta Velocità ferroviaria sulla Salerno – Reggio Calabria, con il potenziamento e la modernizzazione del porto di Gioia Tauro, l’ultimazione del sistema autostradale, il completamento della 106 Jonica, l’implementazione delle principali trasversali, l’infrastrutturazione delle Zone Economiche Speciali, la realizzazione di un robusto piano di edilizia scolastica, la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni e del sistema produttivo, la costruzione di ospedali, la messa in sicurezza del territorio, il potenziamento delle infrastrutture idriche, la tutela del patrimonio storico ed artistico».
La discussione, moderata da Rosario Branda, direttore di Confindustria Cosenza, ha registrato anche il saluto dell’Assessore comunale Veronica Buffone e l’intervento del professore ordinario di Economia Applicata dell’Università della Calabria Domenico Cersosimo che ha svolto la relazione tecnica, evidenziando le criticità di un Piano che prevede linee già tracciate, tempi stretti ed assenza di monitoraggio, una asimmetria tra investimenti e spesa corrente, in uno con le opportunità che possono derivare da un dialogo serrato e costruttivo tra tutte le parti. (f.b.)

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