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L’intervista

Giansanti: «Agricoltura strategica per la ripartenza del Paese. Occorre maggiore attenzione»

Il presidente nazionale di Confagricoltura ospite di 20.20 ha rimarcato i limiti dimostrati dall’Italia nel difendere gli interessi del settore nell’ambito della riforma della Pac: «L’instabilità p…

Pubblicato il: 25/11/2021 – 11:49
Giansanti: «Agricoltura strategica per la ripartenza del Paese. Occorre maggiore attenzione»

LAMEZIA TERME «Tutti si sono accorti durante la pandemia quanto sia importante avere un settore dinamico e forte in grado di garantire la fornitura di produzioni di qualità e di quantità sufficienti per la popolazione. In questo senso in questi due anni la centralità dell’agricoltura è stata più volte richiamata da molti. Tra l’altro il settore agroalimentare è stato il comparto che per primo ha offerto un contributo alla ripartenza del Paese grazie a 550 miliardi di euro in termini di esportazioni festeggiando un record in volumi di export». Lo ha detto Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, ospite del talk de L’altro Corriere Tv, “20.20” andato in onda ieri sera sul canale 16 e condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro, rimarcando così la strategicità del comparto per l’intero sistema economico italiano. Nonostante questo il leader nazionale di Confagricoltura ha sottolineato i limiti di attenzione da parte della politica. «Quello che sta mancando – ha detto a questo proposito Giansanti – è la capacità di accompagnare il processo di crescita del settore con adeguate risorse». Il riferimento è alla riforma della nuova Politica agricola comunitaria (Pac) che secondo Giansanti «nasce vecchia e con minori risorse destinate all’agricoltura europea e in particolare a quella italiana».

Il taglio secco delle risorse all’Italia

E a proposito di questo taglio secco di risorse ai danni dell’Italia e delle motivazioni che hanno portato a questa decisione da parte dell’Europa, Giansanti ha puntato il dito sulla poca attenzione riservata dai politici italiani e dai rappresentati italiani in Europa, nonostante le «nostre ammonizioni che pervenivano dai nostri studi sull’impatto che avrebbe avuto questa riforma politica agricola comunitaria sul settore italiano». «Non voglio scaricare la responsabilità nei confronti di qualcuno in modo specifico – ha poi detto -. Ma è chiaro che l’Italia ha affrontato questa riforma in questi ultimi tre anni in uno scenario di instabilità di governo rispetto ad altri Paesi». Un aspetto che per Giansanti ha alla fine pesato. E in merito alle risorse che comunque l’Italia ha ottenuto sul fronte del Recovery Plan ha sottolineato la diversa natura dei due strumenti: uno, quello legato ai fondi del Next Generation Ue, definito da Giansanti «straordinario» a differenza della Politica agricola comune che avrà conseguenze «di lunga durata» per il settore.

Corretta gestione delle risorse

Alle sollecitazioni partite dallo studio su un sistema di utilizzo delle risorse europee che negli anni ha dimostrato limiti per le poche ricadute in termini di crescita del settore in Calabria, Giansanti citando, l’approfondimento realizzato dal Corriere della Calabria, ha sottolineato come questo tema «pone all’attenzione dei lettori e anche a me stesso degli interrogativi». E sull’argomento il presidente di Confagricoltura ha annunciato che sarà un tema al centro degli incontri al ministero nell’ambito della nuova strategia nazionale sul settore. «È una svolta epocale – ha detto Giansanti riferendosi alla strategia nazionale – perché da 50 anni non facevamo un progetto di strategia del Paese sul comparto e finalmente si è raggiunto questo obiettivo». «Ma sarà una sfida molto difficile – ha sottolineato – perché dovrà proteggere tanti agricoltori di vari territori dal Nord al Sud. Così come dovranno essere protetti tutti quei comparti economici che sono fondamentali per l’economia agricola. Illustreremo al ministro quei comparti che sono maggiormente rappresentativi».
Sul punto Giansanti ha evidenziato come la Pac non sia una «politica sociale o redistributiva», ma «una politica economica» che deve puntare a rafforzare un «comparto nella logica di progetto per il Paese teso a far vincere le sfide della competitività sui mercati da un lato e dall’altro a garantire produzioni agricole sicure per i consumatori».

Giovani e agricoltura

Sul tema delle difficoltà dei giovani ad entrare nel settore agricolo, Giansanti ha sollecitato tramite i microfoni dell’Altro Corriere Tv, maggiore attenzione per facilitare il ricambio generazionale. «Noi confidiamo – ha detto il presidente di Confagricoltura – che i giovani possano apportare un contributo di crescita al sistema anche perché stiamo vivendo una straordinaria stagione di formazione». I giovani posso offrire «un contributo in termini di crescita dei nuovi processi produttivi sempre più legati al mercato». Il mondo agricolo sta cambiando profondamente, ha evidenziato, è i «giovani possono certamente essere i migliori interpreti di questa mutazione».
Ed a proposito del mondo che cambia, Giansanti ha rimarcato il tema del cambiamento climatico. «Da noi il cambiamento climatico – ha evidenziato – sta divenendo una variabile costante e una fonte di danni per gli agricoltori. È evidente che il governo diventa difficile far fronte a tutti i danni che si susseguono ormai quasi settimanalmente». «Bisogna per questo lavorare – ha concluso – per far sì che le risorse possano assicurare il giusto valore alle colture e lanciare una campagna di mutualità che possa garantire un aiuto costante all’agricoltura».

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