CATANZARO I primi dati strumentali, dopo una prima misurazione breve, confermano quanto il laboratorio fisico “E. Majorana” del Dipartimento provinciale dell’Arpacal di Catanzaro sospettava: nei locali seminterrati e al piano terra dell’edificio della scuola dell’infanzia di San Pietro Apostolo, in provincia di Catanzaro, è stata registrata una presenza di gas radon definita “interessante”.
Di sicuro interesse, considerano i tecnici Arpacal, sia per le finalità tecniche che hanno attivato l’agenzia ambientale calabrese, su richiesta di supporto del sindaco di San Pietro Apostolo, Raffaele De Santis, ossia di monitorare la presenza di gas radon nell’edificio scolastico, e sia di ricerca scientifica. Infatti, il sospetto, già manifestato dal fisico Salvatore Procopio del laboratorio “E. Majorana” dell’Arpacal anche in consessi scientifici nazionali, è che i lavori di efficientamento energetico, come il superbonus 110%, ed in particolar modo il capotto termico, possano ostacolare la normale areazione dei locali determinando, se presente radon, una moltiplicazione del rischio per la salute dei presenti.
Proprio ieri, il dipartimento di Catanzaro dell’Arpacal ha comunicato al Sindaco di San Pietro Apostolo, Raffaele De Santis, ed alla ditta esecutrice dei lavori di efficientamento energetico, una serie di prescrizioni tecniche da seguire puntualmente nei lavori di ristrutturazione dell’edificio scolastico.
«Le osservazioni sperimentali – scrive Arpacal al Sindaco di San Pietro Apostolo e alla ditta esecutrice dei lavori – descrivono un luogo dove il radon non solo è presente ma, vista evidentemente la tipologia di costruzione dell’istituto scolastico, potrebbe facilmente accumularsi, fino a superare i livelli di concentrazioni di attività volumetrica previsti e considerati accettabili. Pertanto, viste le risultanze analitiche del monitoraggio breve messo in opera, e valutato il tipo di intervento strutturale previsto e già programmato, è fortemente raccomandato di valutare opportunamente la gestione della fonte principale di sorgente del gas radon».
«Pertanto – prescrive Arpacal alla ditta – nella scuola che non ha un vespaio e nella quale è previsto uno sbancamento di tutta la pavimentazione, è opportuno realizzare un pavimento ben areato su tutto il perimetro scolastico, impiegando le tecniche più comuni (iglù, per esempio) determinando flussi naturali di aereazione del pavimento verso l’esterno, in grado di intercettare il gas proveniente dal suolo e favorirne l’uscita in condizioni naturali. Si raccomanda di accompagnare le areazioni esterne ad una distanza opportuna dall’edificio (larghezza marciapiedi) per evitare di reimmettere il gas radon direttamente dagli ingressi, porte o finestre. Ventilare il pavimento. Occorre anche realizzare una buona sigillatura del pavimento pareti in ogni parte dell’edificio, nonché valutare una eventuale pressurizzazione del sotto pavimento, in alternativa alle indicazioni suggerite».
Arpacal ha chiesto alla ditta di essere aggiornata costantemente sull’andamento dei lavori, avvertendo che la mancata realizzazione di queste prescrizioni «potrebbe aumentare la probabilità anche in modo significativo, visto il tipo di intervento programmato, di accumulo della radioattività naturale (radon) negli ambienti indoor della scuola».
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