LAMEZIA TERME Oltre un’ora in coda per poi essere rispediti a casa perché «le dosi sono finite» e non basterebbero neanche per chi si è prenotato. Sembra incredibile ma è quello che è accaduto oggi a Lamezia Terme nell’hub vaccinale inaugurato a luglio di quest’anno. Una struttura moderna e accogliente, tanto abbacinante da nasconderne tuttavia i tanti limiti. Proprio quando il governo Draghi ha deciso pochi giorni fa di spingere sulla terza dose e l’adozione del “super green pass” e nello stesso giorno in cui anche il presidente della Regione Calabria, nonché commissario della Sanità calabrese, Roberto Occhiuto, ha annunciato un’accelerazione sul piano vaccinale (QUI LA NOTIZIA).
Un piano d’azione reso (quasi) vano da un’organizzazione che, almeno a Lamezia Terme, non è assolutamente al passo rispetto ad altre realtà regionali. E l’esperienza di oggi ne è la prova. A decine di persone, infatti, per tutto il pomeriggio è toccato aspettare all’esterno della struttura, in fila, già per ritirare il modulo da compilare o anche solo capire cosa e come fare. «Ma se io mi sono prenotata, perché devo aspettare tutto questo tempo per capire cosa devo fare?». È la domanda che riecheggia con più frequenza all’ingresso della struttura e che arriva da più persone, evidentemente esasperate e non ancora del tutto rassegnate. Mal celando quel cauto ottimismo che, effettivamente, ha ceduto il passo ben presto alla triste realtà.
Nel corso della serata l’ingresso dell’hub ha via via assunto i contorni di una ressa, di un mercato azionario tipico degli anni ‘90, tra fogli volanti, penne passate di mano in mano, domande urlate nel vuoto e risposte inascoltate per l’esasperazione di chi sperava nella dose “booster”, di chi – più scettico – credeva di ricevere (finalmente) la prima dose di siero e quella del personale, incolpevolmente insufficiente per fronteggiare questi numeri. Senza contare la dimensione dell’assembramento, altro che distanza di sicurezza. Tra la folla il volto ormai familiare per i cittadini di Lamezia di Giuseppe Marinaro del comitato “Malati cronici”, pronto come sempre a dare una mano. Un calvario che è nulla, però, rispetto alla doccia gelata arrivata poco dopo le 19: dosi finite, tornate la settimana prossima. O se volete, dice qualcuno, «domani mattina andate a Catanzaro Lido». È così che decine di persone sono state rispedite a casa, dopo ore di attesa, dopo aver compilato e firmato documenti tra uno spintone e un’occhiataccia, dopo essere usciti di corsa dagli uffici e dai posti di lavoro per ricevere la propria dose di vaccino.
Insomma, dopo quasi un anno di campagna condotta a ritmi serrati per combattere la diffusione del Covid-19, farsi vaccinare può incredibilmente ancora essere un’esperienza frustrante, proprio come quella vissuta oggi a Lamezia Terme. Un sistema organizzativo che va evidentemente oliato e soprattutto rimpolpato dall’Asp di Catanzaro: se si vuole spingere sulle vaccinazioni e sulla terza dose è impensabile che manchino le dosi e che la saracinesca dell’hub resti chiusa per tutto il weekend. (redazione@corrierecal.it)
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