Si fa un gran parlare di zes e pnrr: in vista di nomine e fiumi di danaro. Riemergono da lungo e colpevole letargo i soloni di sempre, come se il passato non appartenesse a costoro. Se la Calabria è decotta ci sarà stata qualcosa che non ha funzionato! I consueti manovratori dovrebbero evitare riciclaggi maldestri e consentire a chi è appena giunto al timone di mettersi alla prova. Evocare il mantra dell’ultima spiaggia (ce ne sono state tante di ultime shores) serve a alimentare una strategia della tensione, tensione mediatica e psicologica, e a riabilitare legittimazioni salvifiche, che messe alla prova hanno sempre fallito. La Calabria esce da una consiliatura brevissima, l’ennesima compagna elettorale disgregatrice e, soprattutto, è nello stagno della disaffezione – manifestata in ogni modo – verso la politica. È tempo di azioni, fatti, segnali che diano testimonianza che la Politica è l’unico strumento a disposizione della cittadinanza democratica, nonostante tutto. La zona economica speciale è uno strumento, come tale va adoperato e bene, il languore nel quale è annegata – dalla sua istituzione – è l’ennesima testimonianza di insipienza. Il piano nazionale di ripresa e resilienza è un banco di prova difficilissimo, ma la Calabria (per tenerci al nostro) ha le risorse per affrontare la sfida.
È un problema di competenze che bisogna saper cercare dove sono. La competenza non è un’investitura divina o ideologica, che si annida soltanto nei siti che la sbandierano, essa vaga alla ricerca di chi la coltiva con umiltà e pudore, consapevole dell’incombenza del non-sapere sul sapere, dell’errore sulle certezze. Le affermazioni assertive sono sintomatiche di un atteggiamento imbelle o di malanimo. La nuova regia regionale deve primariamente occuparsi di mettere in sicurezza i cittadini (compresi gli stessi operatori sanitari) da un sistema della salute imballato, spendaccione e, a tratti, rischioso. È diffuso il sentimento di timore e difesa dalle strutture sanitarie, l’emergenza virale ha fatto il resto.
Il nuovo commissariamento rinforzato in capo al presidente della regione dà un significato politico all’atto del governo nazionale che identifica in capo ad un eletto dal popolo la responsabilità di quanto accadrà. C’è da augurarsi che il governo sanitario sia ad una svolta, ne va del minimo vitale del diritto di cittadinanza. Quanto alla zes, una Ferrari sinora tenuta in garage, essa è braccio operativo di un progetto complessivo di sviluppo che spetta alla Regione.
È la Regione il cervello dello sviluppo, che attivi i neuroni e le sinapsi. Non si pensi di far agire la zes senza la necessaria sinergia con le grandi linee di sviluppo regionali. Le istituzioni sono chiamate alla leale collaborazione, non alla leale competizione. Il pnrr è il carburante, ma la macchina dev’essere messa a punto in officina prima di scendere in pista.
*Unical
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