CROTONE Non c’è la benzina per l’ambulanza che deve trasportare una bambina di cinque anni a Napoli e il personale del 118 di Crotone si autotassa. È successo qualche giorno fa a Crotone. Non è la prima volta che i sanitari mettono mano al proprio portafogli per non fare mancare un servizio così importante. Nei giorni scorsi una bimba si è sentita male e i genitori l’hanno portato in ospedale. È stata sottoposta a controlli da parte dei sanitari che operano nel reparto di Pediatria, che hanno riscontrato un problema cardiaco di una certa rilevanza. È stata quindi attivata la procedura per il trasporto in un ospedale presso reparto di cardiochirurgia pediatrica. La scelta è caduta sull’ospedale “Monaldi” di Napoli. Il caso non era urgentissimo e la piccola paziente poteva essere anche trasferita con l’ambulanza del 118. È stata aperta la pratica e chiesta la disponibilità per il trasporto a Napoli. Pronti a partire per Napoli, ma l’ambulanza non aveva il carburante necessario per effettuare in tutta sicurezza il trasporto sino a Napoli. A questo punto è partita la raccolta dei fondi per garantire alla bimba il trasporto verso il nosocomio partenopeo. Il problema è stato risolto ma resta l’amaro in bocca per la situazione in cui sono spesso chiamati ad operare i sanitari del “San Giovanni di Dio” di Crotone. Medici che, in diverse occasioni, sono costretti a fare enormi sacrifici personali per assicurare la salute dei pazienti. La contraddizione è rappresentata dalle scelte che vengono fatte a livello di Azienda sanitaria provinciale, dove vengono approvate delibere per assumere personale magari impiegatizio con impegni di spesa anche milionari e, poi, mancano i soldi per acquistare il carburante alle autoambulanze.
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