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l’arresto

«Quella panchina è nostra», poi calci e pugni. In manette un 29enne di Lamezia

Il giovane è accusato di lesioni gravi ai danni di uno straniero. La vittima sarebbe stata picchiata da 7-8 persone nel centro di Sambiase

Pubblicato il: 29/11/2021 – 19:34
«Quella panchina è nostra», poi calci e pugni. In manette un 29enne di Lamezia

LAMEZIA TERME Gli agenti del Commissariato di Lamezia Terme ha tratto in arresto M. C., 29 anni, con precedenti di polizia, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Lamezia Terme, su richiesta della locale Procura della Repubblica, perché ritenuto responsabile del reato di lesioni gravi, in concorso. 

La brutale aggressione a maggio

La misura cautelare scaturisce da una complessa ed articolata attività investigativa, condotta da personale della Squadra investigativa, a seguito di una brutale aggressione, consumata nello scorso mese di maggio, ai danni di un giovane di nazionalità marocchina, provocandogli gravi lesioni, diagnosticate con prognosi di 45 giorni. 
In particolare, nel tardo pomeriggio del 9 maggio, un gruppo composto da circa 7-8 giovani, si sarebbe avvicinato, con atteggiamento arrogante e aggressivo, al giovane straniero che era in compagnia di un suo connazionale, mentre si trovavano seduti su una panchina in piazza 5 Dicembre di Sambiase, nei pressi del locale Ufficio Postale. Gli aggressori avrebbero intimato ai due di alzarsi, perché quella era la “loro” panchina. Uno dei due giovani riusciva ad alzarsi e allontanarsi repentinamente, dopo essere stato spintonato. L’altro malcapitato veniva accerchiato e bloccato dal “branco” i cui componenti, dopo averlo immobilizzato, iniziavano a colpirlo con estrema violenza, con una raffica di pugni e calci, al capo ed in altre parti del corpo, sino al sopraggiungere di alcune persone adulte che si trovavano nelle vicinanze.  
Nell’immediatezza interveniva anche una Volante del Commissariato Lametino che, giunta sul posto, trovava solo la vittima con il volto tumefatto e sanguinante. La Polizia richiedeva l’intervento del 118 che provvedeva a trasferire il malcapitato in Ospedale in codice rosso, dove veniva ricoverato.
Gli aggressori venivano successivamente identificati anche attraverso una meticolosa ricostruzione dell’accaduto, soprattutto grazie all’esame delle immagini di alcune telecamere di video sorveglianza, posizionate in prossimità del luogo ove si era consumata l’aggressione. L’arrestato è stato associato alla Casa Circondariale di Catanzaro.

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