CATANZARO I sindacati della categoria delle telecomunicazioni Cgil, Cisl e Uil hanno tenuto questa mattina a Catanzaro un sit in sulla vertenza che riguarda la Tim, al centro in questi giorni di trattative per la sua cessione. Il sit in è stato organizzato davanti la sede catanzarese dell’azienda. I sindacati chiedono al governo nazionale chiarezza sul futuro della Tim, che in Calabria potrebbe avere ripercussioni sia sul piano della connettività delle reti sia sui livelli occupazionali del digital divider, a rischio infatti ci sarebbero a rischio un migliaio di posti di lavoro nell’indotto. Presente al sit in di Catanzaro anche il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato.
«Vorremmo capire perché poco più di un anno fa cassa deposito e presiti, Open Fiber e Tim stavano redigendo un documento propedeutico alla creazione di una grande rete unica nazionale, oggi a un anno di distanza tutto si è arenato senza che i sindacati confederali avessero avuto notizia sulle motivazioni». Ha dichiarato durante il sit in Saverio Ranieri, segretario regionale Slc Cgil Calabria. «La pandemia ci ha insegnato che insieme a sanità, scuola e trasporti, avere una connessione è indispensabile – ha continuato Ranieri – in Calabria ci sono zone che hanno possibilità di scelta tra più gestori e luoghi, invece, dove la fornitura della rete internet non arriva nemmeno a un minimo sindacale. Si può fare l’esempio stesso di Catanzaro che ha delle zone del centro con un sistema efficiente di connessione e altre aree dove è c’è una difficoltà tangibile di connessione, questo è un problema che deve interessare anche le istituzioni locali, infatti noi chiederemo a breve di incontrare il governatore regionale. L’attenzione deve essere massima su questa partita, non solo per i 40mila lavoratori a rischio in Italia o i mille con futuro incerto in Calabria, ma c’è un intero indotto da prendere in considerazione. Quali saranno le ripercussioni – conclude Ranieri – dello smembramento della più grande azienda di rete italiana?».
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