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Acqua e rifiuti, sulla Regione un macigno da quasi 500 milioni di euro

Resta enorme la massa dei crediti non riscossi dai Comuni. E rischia di bloccare i margini di manovra (già stretti) sul Bilancio

Pubblicato il: 30/11/2021 – 8:03
Acqua e rifiuti, sulla Regione un macigno da quasi 500 milioni di euro

CATANZARO C’è in gioco quasi mezzo miliardo di euro. Che, tra disfunzioni del passato e rallentamenti dovuti all’emergenza Covid, la Regione deve ancora riscuotere dai Comuni morosi. I residui attivi per il servizio idrico e la raccolta dei rifiuti pesano come un macigno sul presente e il futuro finanziari dell’ente. Si tratta – secondo il Documento di economia e finanza della Regione – di un totale di 457 milioni di euro (215 per il servizio idrico, 242 per i rifiuti). Una grossa «criticità», perché se «la Magistratura contabile dovesse verificare l’esistenza di importanti disallineamenti tra i volumi dei debiti iscritti nei bilanci comunali e i crediti dichiarati dalla Regione» si potrebbero manifestare «immediate ripercussioni in termini di equilibri di bilancio con conseguente maggiore disavanzo da ripianare entro il termine della Consiliatura (cinque anni), ed eventuali manovre correttive e misure di riqualificazione della spesa (spending review) da adottare, qualora le somme prudenzialmente accantonate per far fronte a tale eventualità non dovessero rivelarsi sufficienti». È uno dei punti centrali per il futuro delle casse della Cittadella regionale. In sostanza, l’ente potrebbe trovarsi costretto ad accantonare altre risorse per coprire il disavanzo. 

I crediti cancellati dai Comuni e i rischi per il bilancio regionale

Sarebbe necessario per via del fatto che alcuni Comuni avrebbero eliminato «inopinatamente» dalle proprie scritture contabili «le somme dovute per la prestazione di servizi regolarmente resi». Alla Regione, in sostanza, risulterebbe un credito iscritto a carico di una certa amministrazione locale che, da parte sua, potrebbe averlo annullato o ridimensionato nel proprio bilancio. In virtù di questa discrasia, la Corte dei conti chiederebbe alla Regione di prevedere risorse per coprire il “buco”, limitando i margini di manovra della contabilità (e sottraendole ad altri settori): un bel guaio. Per questo motivo, il Def evidenzia la necessità di «continuare con forza l’attività di riscossione, anche coattiva, dei crediti vantati nei confronti dei Comuni sia con riferimento al servizio idropotabile che a quello dei rifiuti». Nessuno sconto, dunque, ai Comuni morosi. E neanche a quelli che hanno tentato di evitare il pagamento dei crediti invocando la prescrizione: «le magistrature competenti hanno, ad oggi, riconosciuto le ragioni dell’Amministrazione regionale ribadendo l’esistenza delle ragioni del credito». 

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