Luca Morisi ha acquistato cocaina, per consumarla con i due escort rumeni invitati a casa sua a Belfiore, in provincia di Verona. Ma il fatto «è di tenue entità», dunque molto probabilmente non ci sarà un processo, perché la Procura chiederà l’archiviazione. La procura di Verona – come scrive il Corriere della Sera – sembra arrivata a un punto nell’indagine sull’ormai ex spin doctor della Lega, dimessosi dopo lo scandalo.
La Procura di Verona ha ascoltato nelle scorse settimane Morisi che ha confermato di aver acquistato la cocaina da consumare nel festino nella sua casa di Belfiore, alla vigilia di Ferragosto. Ma – come ha spiegato il suo avvocato Fabio Pinelli – non c’era “stato accordo preventivo” tra i tre, per consumarla insieme. Sembra un dettaglio. Ma invece è un passaggio cruciale. E’ una maniera, da codice, infatti, per evitare l’accusa di spaccio. O, per lo meno, di poter accedere al beneficio previsto dalla norma della “tenue entità” così come la procura si appresta a fare nelle prossime ore.
La cocaina trovata a casa Morisi era poca, 0,31 grammi in una bustina di nylon gialla, «nascosta in un libro verde», più alcuni residui «in un piatto di ceramica colore bianco con sopra sostanza pulviscolare di colore bianco sotto forma di cristalli, accanto a tessere plastificate e una banconota arrotolata da 20 euro».
Diverso invece è il discorso per quanto riguarda la droga dello stupro che, in un primo momento, uno dei due ragazzi aveva raccontato che fosse stato Morisi a cedere loro il 14 agosto scorso. Le chat acquisite dai carabinieri provano che sono stati i ragazzi a portare la boccetta a casa Morisi.
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