REGGIO CALABRIA Il comunicato dato alle stampe a fine riunione, nella notte tra lunedì e martedì, è più che stringato. L’unica indicazione che lascia intravedere è che la maggioranza che regge il Comune di Reggio Calabria non pensa a dimissioni. E questa è una prima risposta alla mossa dell’opposizione, che, in parte, le dimissioni le ha già ufficializzate nella giornata di lunedì. Paolo Brunetti, sindaco facente funzioni designato da Giuseppe Falcomatà dopo la sospensione per la condanna nel caso Miramare, è chiamato a mediare tra le forze politiche che lo sostengono. E non sarà una mediazione facile.
«All’esito dell’incontro – si legge nella nota –, il sindaco ff ha avviato le consultazioni con le singole forze politiche al fine di individuare le principali priorità programmatiche, utili a garantire un’accelerazione dell’attività amministrativa rispondente al programma elettorale premiato alle scorse consultazioni comunali. Contestualmente Brunetti ha ascoltato le proposte delle forze politiche circa la formazione della nuova Giunta comunale. Concluse le consultazioni, il sindaco ff si riserva le valutazioni sulle proposte avanzate per la composizione del nuovo Esecutivo».
Se per il Partito democratico il nodo non sono le postazioni richieste nel nuovo esecutivo, una quadratura bisognerà pur trovarla. E dunque i dem sembrano aver richiesto quattro postazioni, mentre Democratici e Progressisti (l’area che fa capo all’ex assessore regionale De Gaetano) avrebbe avanzato richieste su tre postazioni. Una la casella che dovrebbero occupare i Socialisti, ma l’indicazione del nome non è certa. Resta ora da capire quali saranno le scelte di Brunetti. Mentre i rumors danno tra i papabili assessori del Pd Rocco Albanese, Lucia Nucera e l’ex consigliere regionale Domenico Battaglia.
Dal canto loro, i consiglieri comunali di Forza Italia e Lega, ieri, hanno comunicato le proprie dimissioni. Ma dal centrodestra emergono dubbi sulla strada da seguire. Dopo una nota nella quale si lasciava intendere che le dimissioni sarebbero state in blocco, un gruppo di consiglieri starebbe valutando di subordinare le proprie dimissioni a una clausola che le renderebbe effettive soltanto nel caso in cui venisse raggiunta quota 17 consiglieri dimissionari complessivi, con conseguente ritorno al voto. Sarebbe un passo indietro rispetto ai propositi bellicosi di qualche giorno fa. Soltanto i rappresentanti di Forza Italia, in sostanza, avrebbero scelto di proseguire sulla linea dura. Anche in questo caso se ne saprà di più nelle prossime ore.
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