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l’indagine

“Re Nudo”, confermata l’ordinanza sull’utilizzabilità delle intercettazioni

Il processo partirà ad Aprile. Nell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Paola, è coinvolto anche Mario Russo, ex sindaco di Scalea

Pubblicato il: 01/12/2021 – 12:23
di Fabio Benincasa
“Re Nudo”, confermata l’ordinanza sull’utilizzabilità delle intercettazioni

PAOLA Confermata in toto l’ordinanza già emessa in sede di udienza preliminare dal Gup del Tribunale di Paola, Elia, in merito all’utilizzabilità di alcune intercettazioni e sull’inutilizzabilità di altre captazioni finite nel processo scaturito dall’inchiesta denominata “Re Nudo”. Coordinata dalla Procura di Paola, l’indagine poggia sulla presenza di presunti reati posti in essere anche dall’ex sindaco di Scalea e consigliere provinciale Mario Russo, in qualità di dirigente dell’unità di medicina legale dell’Asp di Cosenza. Tali attività illecite, l’ex primo cittadino, le avrebbe commesse nell’ambito della commissione per l’accertamento dell’invalidità e dell’handicap di Diamante, nonché in riferimento alle certificazioni finalizzate al rinnovo-rilascio di patenti di guida o, ancora, dei porto d’armi. Il processo è stato rinviato ad Aprile 2022 quando saranno sentiti i primi tre testi della pubblica accusa.

Il castello accusatorio minato dalle intercettazioni

Il gup Elia, nel corso delle udienze preliminari, aveva disposto il divieto di utilizzazione di gran parte delle captazioni raccolte dagli investigatori e sui si poggiavano le accuse rivolte agli imputati coinvolti nel procedimento su un presunto sistema di corruzione nella sanità del tirreno cosentino. Per il gup, non è stato possibile utilizzare le intercettazioni nei «procedimenti diversi da quelli per i quali le stesse sono state autorizzate, salvo quelle che risultino indispensabili per l’accertamento dei reati per i quali è obbligatorio l’arresto in flagranza». La decisione del Giudice dell’udienza preliminare, aveva dunque anticipato quanto poi si è verificato nel corso dell’ultima udienza. L’inutilizzabilità della quasi totalità degli atti dal contenuto intercettivo presenti nel fascicolo del pm Maria Francesca Cerchiara ha portato al crollo di ben 142 capi d’accusa nei confronti di uno dei principali indagati, Mario Russo ex sindaco di Scalea. Sono caduti in tutto 295 capi d’accusa, e su questo ovviamente pesa come un macigno il ruolo svolto (o forse sarebbe più corretto dire non svolto) dalle intercettazioni. Tutto è partito dalla decisione della Cassazione in merito alla posizione di altri due imputati rinviati a giudizio, Coccimiglio e Vitale (leggi qui). Su 88 indagati, sono state 45 le assoluzioni, 14 le posizioni riviste. E’ stato inoltre disposta la restituzione dei beni sottoposti a sequestro nei confronti di Russo, Coccimiglio e Vitale.

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