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faida nel Crotonese

Omicidio Ruggiero, la Cassazione conferma 30 anni per Nicolino Grande Aracri

Definitivo l’ergastolo per Vincenzo e Pietro Comberiati per la morte dei fratelli Scalise. Accolto il ricorso contro l’assoluzione di Giuseppe Grano

Pubblicato il: 02/12/2021 – 15:28
Omicidio Ruggiero, la Cassazione conferma 30 anni per Nicolino Grande Aracri

ROMA La Corte di Cassazione conferma la pena a 30 anni di reclusione per Nicolino Grande Aracri, boss dell’omonima cosca di Cutro, condannato nell’ambito del procedimento “Filottete” per quanto riguarda il filone degli omicidi. Grande Aracri è stato condannato quale mandante dell’omicidio di Rosario Ruggiero, falegname, detto “tre dita”, assassinato il 24 giugno 1992 a Cutro. Ruggiero nel 1977 aveva ucciso Luigi Valerio, padre del collaboratore Antonio. La vittima aveva 45 anni, era da poco uscita di prigione ed è stata uccisa nella sua falegnameria da un commando fuggito a bordo di una Croma poi data alle fiamme.
La Suprema Corte ha poi confermato l’ergastolo per Vincenzo e Pietro Comberiati, padre e figlio, per l’omicidio dei fratelli Mario e Romano Scalise. Mario Scalise è stato assassinato il 13 settembre del 1989 a Petilia Policastro, il fratello Romano qualche anno più tardi, il 18 luglio 2007 a Steccato di Cutro. Secondo l’accusa gli Scalise erano legati al clan Maesano di Isola Capo Rizzuto, rivali degli Arena ai quali erano invece legati i Comberiati.

Appello ter per Giuseppe Grano

Dovrà affrontare il terzo processo d’appello Giuseppe Grano. È stato accolto dalla Cassazione, infatti, il ricorso presentato dalla Procura generale contro la sentenza della Corte d’Appello – presidente Cosentino, consigliere Commodaro – che ribaltava in assoluzione l’ergastolo comminato a Grano per l’omicidio di Rosario Ruggiero. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe guidato la Croma usata dal commando per commettere l’agguato.
Nel corso del processo d’appello bis che si è svolto su questo procedimento, il sostituto procuratore della Dda Domenico Guarascio aveva depositato le testimonianze dei pentiti Giuseppe Liperoti, ex tesoriere della cosca Grande Aracri, e Antonio Valerio, figlio del defunto Luigi Valerio. Giuseppe Liperoti, in particolare, aveva indicato Giuseppe Grano quale partecipe all’omicidio di Ruggiero avendo appreso la notizia all’interno della famiglia e della consorteria. Testimonianza della quale la Corte d’Appello non fa menzione alcuna nelle motivazioni della sentenza che assolveva Grano.
La Corte di Cassazione ha, dunque, annullato la sentenza limitatamente alla posizione di Grano con rinvio a un nuovo processo davanti a un’altra sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro. (ale. tru.)

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