CATANZARO Si è tenuto questa mattina nella Cittadella regionale un incontro del presidente della Regione e commissario alla sanità Roberto Occhiuto con le aziende sanitarie provinciali, i relativi dipartimenti di prevenzione e le aziende ospedaliere sulla gestione dell’emergenza Covid. Con l’aumento dei contagi si pensa a degli interventi tempestivi per limitare l’impatto della quarta ondata. Al centro del dibattito la riorganizzazione ospedaliera con incremento dei posti letto e la spinta verso una campagna vaccinale ancora più efficace.
«Il generale Figliuolo, in merito alla campagna vaccinale, aveva dato dei target alle diverse Regioni per i primi giorni di dicembre. Noi – ha dichiarato oggi Occhiuto al Giornale Radio Rai – invece di fare 12.500 somministrazioni, l’altro ieri ne abbiamo fatte 15mila, e ieri quasi 13mila». «La Calabria ha una platea numericamente meno consistente rispetto alle altre Regioni, anche perché da noi la campagna vaccinale è partita con ritardo, nonostante questo abbiamo avuto dati straordinari di aumento delle vaccinazioni. Per quanto riguarda il sistema sanitario regionale, stiamo lavorando per avere una reale cognizione del debito, e stiamo intervenendo per aumentare il numero delle terapie intensive dedicate all’emergenza Covid. E poi sto agendo per riorganizzare il sistema dell’emergenza-urgenza: spesso muoiono calabresi perché le ambulanze vanno in giro senza medici. Stiamo, infine, – ha concluso Occhiuto – ricostruendo il Dipartimento della Salute della Regione e accelerando il Piano operativo che ci permetterà di spendere le risorse europee del Pnrr destinate alla sanità e all’assistenza territoriale».
«Bisogna accelerare quanto più possibile sulle vaccinazioni. Sto monitorando costantemente l’attività delle aziende sanitarie e dei dipartimenti di prevenzione, e stiamo pensando anche a nuovi centri di vaccinazione». Ha dichiarato ancora Occhiuto, durante l’incontro svoltosi questa mattina in Cittadella con le aziende sanitarie provinciali, i relativi dipartimenti di prevenzione e le aziende ospedaliere. «Vogliamo prepararci per tempo rispetto a quello che succederà dal 16 dicembre in poi, quando si darà la possibilità anche ai più piccoli – nella fascia di età tra i 5 e gli 11 anni – di essere vaccinati.
Le scuole potrebbero essere un luogo di prossimità in cui costruire degli hub temporanei di vaccinazione».
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