CATANZARO Politicamente parlando, Catanzaro è (ancora) una “terra di nessuno”. Alle Comunali del dopo Sergio Abramo mancano ancora un bel po’ di mesi ma le macchine dei partiti si sono messe in moto da tempo, ma procedono con parecchia fatica e tante divisioni. Sia nel centrodestra sia nel centrosinistra. Con la differenza però che il centrosinistra sembra aver disegnato un percorso, tortuoso ma comunque un percorso, per individuare un candidato sindaco per Palazzo de Nobili, mentre dall’altra parte non c’è ancora nemmeno un percorso ma invece ci sono lotte intestine e colpi bassi. Ma in entrambi i campi qualche dato comune c’è: la mancanza di unità e tanti “papabili” candidati sindaco.
Mancanza di unità che nel centrodestra si è perfettamente e plasticamente concretizzata nella composizione delle liste per le Provinciali del 18 dicembre, con i vari big che se ne sono andati ognuno per conto proprio, aprendo la strada a una “conta” che rischia di lasciare strascichi pesantissimi e ferite insanabili. Il pensiero va subito a Forza Italia vive la contrapposizione latente tra l’attrae che fa riferimento a Mimmo Tallini e quella che ormai si è accasata sotto l’ala protettiva del coordinatore regionale Giuseppe Mangialavori, ma anche gli altri “colonnelli” del centrodestra si guardano in cagnesco. Gli addetti ai lavori sostengono che per le Comunali di Catanzaro ild i ritto di prima scelta per il candidato sindaco, in virtù di accordi nazionali, sarebbe in capo a Fratelli d’Italia, a cui si riconducono nomi di papabili candidati sindaco come il presidente di Unindustria Aldo Ferrara o (l’ultimo boatos) il neo assessore regione Filippo Pietropaolo, ma la Lega, che ha nel neo presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso il suo bomber sul territorio, sta lanciando parecchi segnali di particolare attenzione verso il capoluogo calabrese. Sulla scena tanti leader, oltre a Mancuso, dalla meloniana Wanda Ferro all’eterno Sergio Abramo che sicuramente vorrà dire la sua, dagli stessi Tallini e Mangialavori, al gruppo di Piero Aiello, Baldo Esposito (papabile candidato sindaco) e Marco Polimeni (molto vicino peraltro ad Abramo e anche lui papabile candidato sindaco), all’Udc di Giovanni Merante che avrebbe di fatto cooptato Sergio Costanzo, e poi i giovani leoni emergenti come il neo consigliere regionale Antonio Montuoro. Tante “bocche da fuoco” nel centrodestra ma sintesi ancora zero e lista dei nomi dei “papabili” che si allunga, ricomprendendo adesso anche il presidente dell’Ordine degli avvocati Antonello Talerico, candidato alle Regionali con Forza Italia. Insomma, un Babele. Per questo è più di una suggestione l’uso di uno strumento sconosciuto al centrodestra ma diventato improvvisamente plausibile come l’unico che può semplificare il quadro in una coalizione al momento “polveriera”: le primarie. Del resto, a “sdoganarle” è stato il capitano della Lega Matteo Salvini, che qualche settimana fa ha sollecitato l’indicazione di un candidato unitario entro Natale altrimenti lo si dovrà decidere con le primarie. Intanto, nell’area di centro dello schieramento, area alla quale – dicono i bene informati – sarebbero particolarmente sensibili Abramo ed Esposito, si sta muovendo qualcosa e in settimana potrebbe spuntare qualche consistente novità. E comunque in tanti attendono l’esito delle Provinciali, che potrebbero ridisegnare nuovi rapporti di forza nel centrodestra.
Primarie che invece stanno prendendo corpo nel campo del centrosinistra. A lanciarle, come opzione per la scelta del candidato sindaco, è stato il Pd ma a quanto pare tutta la coalizione – ribattezzata Nuovo centrosinistra e comprensiva anche del Movimento 5 Stelle – le avrebbe accettate, sempre nel caso in cui non si troverà la quadra su un nome condiviso, cosa ovviamente sempre difficilissima. Intanto, il Pd ha alzato il ritmo e da lunedì, sotto la guida del coordinamento cittadine del parlamentare Antonio Viscomi – avvierà interlocuzioni-audizioni (casting, secondo qualche maligno, test secondo i meno maliziosi) con quanti hanno già manifestato un certo interesse a correre per la carica di primo cittadino: aquanto sembra, il leader di Cambiavento Nicola Fiorita, il presidente di S&D Fabio Guerriero, l’avvocato Aldo Casalinuovo e il docente universitario Valerio Donato. Fonti dem sostengono che si punterà a chiudere il cerchio prima di Natale, con l’indicazione di un nome unitario da portare al tavolo della coalizione per la ratifica, ma l’approdo delle primarie (che in reale in pochi amano…) appare davvero molto probabile, anche perché faciliterebbe pure il percorso del Pd alla fase congressuale. È comunque evidente che al momento a Catanzaro non ci sono certezze ma solo tanta confusione, quella confusione dalla quale – dicono i più esperti osservatori politici – alla fine potrebbe spuntare un terzo polo pronto a raccogliere i delusi da una parte e dall’altra e a concretizzare il trasversalismo che – a pensarci bene – a Catanzaro in realtà resta il partito più forte. (c. a.)
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