CATANZARO Sono ancora tanti, spesso poco produttivi, spesso inutilmente spendaccioni, spesso riottosi al controllo, spesso giustamente dipinti come “carrozzoni”, e ora un cambio di passo nel senso della profonda razionalizzazione è diventata una priorità. Nel Documento di Economia e Finanza 2022-24 della Regione Calabria approvato dalla Giunta regionale e in via di prossima discussione in Consiglio regionale, si tratteggia un quadro ancora molto complicato e problematico dell’immenso e composito “sottogoverno” popolato da enti sub regionali, fondazioni, e società partecipate che sono più una “zavorra” che una risorsa per l’amministrazione. In vista della stesura del bilancio di previsione della Regione Calabria, il Defr indica senza mezzi termini la necessità di una profonda razionalizzazione e di «un forte e serio riordino» di queste “monadi”, a partire dall’attivazione di una chirurgica “spending review”: è una delle tante “mission” (non impossibile ma nemmeno facilissima) a cui è chiamata la Giunta Occhiuto.
Anche perché l’eredità che il neonato governo della Regione è piuttosto pesante. Nel Documento di Economia e Finanza infatti la descrizione dello stato dell’arte (e di salute) del “sottogoverno” (secondo alcuni anche “sottobosco”…) regionale non è affatto positiva. «La Regione Calabria – si legge nel capitolo ad hoc del Documento – possiede partecipazioni – talora minimali – in numerose entità, parte delle quali da tempo sottoposte a procedure fallimentari o di liquidazione. Tale eccessiva proliferazione di partecipazioni in società non strettamente necessarie è stato da tempo riconosciuto anche dalla Regione stessa: sono stati, infatti, numerosi gli interventi con cui, in passato, l’amministrazione ha tentato di contenere questo fenomeno ed effettuare processi di razionalizzazione. In altre parole, non sembra essere stata recepita ancora la logica legislativa nazionale che prevede l’indispensabilità delle partecipazioni; è necessario un immediato sforzo aggiuntivo di tipo quantitativo da parte della Regione Calabria, sia in termini di trasparenza, sia in termini di governance contribuendo a migliorare l’efficacia dell’azione istituzionale, evitando, in ultima analisi, aggravi sui conti dell’ente senza alcun ritorno di investimenti per il benessere collettivo». Nè il quadro sembra migliorare con riferimento agli enti strumentali e alle fondazioni, visto che – è scritto ancora nel Defr della Regione – “dall’analisi dei più recenti rendiconti sono emerse diverse criticità. In generale, questi enti: a) presentano un elevatissimo grado di dipendenza finanziaria dalla Regione, dalla quale traggono la quasi totalità delle entrate correnti; b) hanno una struttura dei costi fortemente sbilanciata in favore della copertura delle spese di auto-amministrazione e, in particolare, delle spese per il personale, che assorbono anche il 70-80% delle risorse in entrata; c) producono beni e servizi la cui utilità è poco misurabile, con conseguente difficoltà nell’individuare se la gestione dei progetti seguiti da questi enti avvenga secondo economicità ed efficienza».
E quindi, ora, con il prossimo Bilancio di previsione, la Regione Calabria non può prescindere da una profonda rivisitazione di questo magmatico “sottogoverno”. E tra le azioni da mettere necessariamente in campo c’è quella della riduzione delle spese negli enti sub regionali”. In particolare – rileva la Giunta nel Defr – «l’obiettivo che il governo regionale deve porsi è quello di un percorso forte e serio di razionalizzazione e riordino». Nel dettaglio, ecco cosa si richiede per il futuro: «Il rafforzamento della non sempre incisiva governance regionale, con conseguente scarsa capacità di indirizzo dell’azione degli enti e di verifica dei risultati, una lentissima capacità di crescita in termini di efficienza ed economicità delle gestioni affidate e anche una inconsueta “riottosità” da parte di alcuni enti, intolleranti verso le pur tenui forme di indirizzo e le regole che presiedono all’agire pubblico e che incardinano persino vertenze giuridiche contro la Regione; il rafforzamento della politica di coordinamento sugli enti strumentali, le società partecipate e le fondazioni regionali che deve costituire una procedura sistematica finalizzata all’efficienza della spesa e all’efficacia delle politiche. Il settore specifico istituito all’interno del Dipartimento Presidenza della Regione Calabria con funzioni di coordinamento strategico degli enti strumentali, delle società partecipate e delle fondazioni regionali deve essere assolutamente rafforzato, sia numericamente che in termini di specifiche professionalità, in modo da garantire il controllo amministrativo e societario, nonché consolidare il rapporto con i Dipartimenti che esercitano la vigilanza sulle attività; il rafforzamento delle attività di coordinamento e controllo che – è scritto nel Defr – costituisce un prerequisito necessario per la riduzione strutturale della spesa pubblica, ottenibile sia con una migliore e più efficiente utilizzazione delle risorse, che passa attraverso la modifica dei meccanismi di spesa, sia avvalendosi di una migliore definizione della spesa stessa… I servizi offerti da tali enti devono essere resi efficienti e competitivi in modo da aumentare le entrate proprie, da finalizzare alla copertura delle spese». Urgente poi – spiega l Giunta regionale nel Documento di Economia e Finanza – «l’attuazione della razionalizzazione delle società partecipate, tenendo conto dell’economicità e della sostenibilità dell’intervento pubblico e della reale necessità di utilizzare la partecipazione societaria per la realizzazione delle finalità dell’ente… L’attuazione di consistenti interventi di riorganizzazione e di spending review, mediante l’utilizzo dei poteri del socio, deve interessare le società “in house” e le società a partecipazione maggioritaria, al fine di ottenere l’equilibrio di bilancio e conseguentemente ridurre l’entità delle risorse regionali da destinare obbligatoriamente al Fondo per le perdite delle società. Anche per le società deve ribadirsi che la Corte dei conti ha evidenziato una elevatissima spesa di personale e che, pertanto, è necessario individuare, anche con i vertici aziendali, idonei percorsi di riduzione di tali costi». È necessario infine – conclude il Defr – «razionalizzare le competenze assegnate agli enti strumentali essenziali, concludere la liquidazione di enti in essere da oltre 10 anni e, in ultimo, razionalizzare l’utilizzo delle risorse regionali». Insomma, una “mission”, non impossibile ma non facilissima. (a. c.)
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