PALERMO Maxi operazione antidroga dei carabinieri a Palermo. Trentuno le misure cautelari (8 in carcere e 23 ai domiciliari) per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti, emesse dal gip del capoluogo siciliano su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia ed eseguite all’alba. Un giro d’affari, quello scoperto dagli investigatori dell’Arma con l’operazione “Pandora”, da circa 500mila euro su base annua.
L’indagine, condotta tra il 2019 e il 2020 dai militari della Compagnia di San Lorenzo, coordinati dal procuratore aggiunto, Salvatore De Luca, ha fatto luce sull’esistenza di tre gruppi criminali, strettamente interconnessi e dediti al traffico di sostanze stupefacenti, che si sarebbero riforniti nel quartiere Ballarò. Da qui poi la droga arrivava sulle piazze di Partanna Mondello, Borgo Nuovo e San Giovanni Apostolo (ex Cep), ma anche nei quartieri più centrali della città. I tre gruppi criminali, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, erano strettamente legati tra di loro da “reciproci rapporti di fornitura e collaborazione”, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà nell’approvvigionamento della droga, così da «assicurare sempre l’operatività delle compagini». Nel corso delle indagini 13 persone sono già state arrestate in flagranza di reato, 6 sono state segnalate alla locale Prefettura quali acquirenti e sono stati sequestrati circa 12 chili di droga e circa 2.000 euro in contanti.
«L’operazione di oggi conferma, anche se nella fase cautelare delle indagini preliminari, la fortissima pervasività del fenomeno dello spaccio di stupefacenti in diverse aree di Palermo», affermano gli investigatori dell’Arma. Un fenomeno pervasivo, quello dello spaccio di droga, a cui i carabinieri contrappongono «una incessante e concreta attività di contrasto che si articola su diverse direttrici di intervento: azione preventiva svolta con il controllo del territorio di Stazioni e Nuclei radiomobili; opera informativa per la capillare diffusione della cultura della legalità con lo svolgimento di numerosi cicli di conferenze ai ragazzi e di incontri in aree ‘critiche’ da parte di ufficiali e sottufficiali; manovra repressiva, ideata sulla base della profonda conoscenza del territorio da parte delle Compagnie e posta poi in essere attraverso continue indagini, coordinate dall’autorità giudiziaria, da tutti i reparti investigativi operanti nella provincia di Palermo», spiegano dal Comando provinciale dei carabinieri.
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