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L’ANALISI

Debiti fuori bilancio e pignoramenti, i fenomeni “patologici” che zavorrano i conti della Regione

Il Def si sofferma sulle due permanenti criticità: solo nel 2020 la spesa per gli atti giudiziali supera i 30 milioni

Pubblicato il: 08/12/2021 – 7:07
Debiti fuori bilancio e pignoramenti, i fenomeni “patologici” che zavorrano i conti della Regione

CATANZARO «Fenomeni patologici e sintomatici di inerzie», e soprattutto parecchio costosi e «forieri di danno all’erario». I debiti fuori bilancio e i pignoramenti sono due delle più pesanti criticità che zavorrano la tenuta dei conti della Regione Calabria: i primi sono stati pari a oltre 3 milioni nel 2020, mentre la spesa per i pignoramenti negli ultimi sei anni ha raggiunto cifre iperboliche, pari a oltre 30 milioni nel solo 2021. Questi numeri emergono dal Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria, approvato dalla Giunta a novembre e all’ordine del giorno del prossimo Consiglio, in programma il 14 dicembre.

Il quadro generale

Scrive la Giunta nel Defr. «La Regione, ormai da tempo fa fronte, quasi esclusivamente mediante risorse all’uopo stanziate, alle spese sorte nel corso dell’anno a causa del riconoscimento, da parte dei dipartimenti competenti per materia, di debiti fuori bilancio derivanti da sentenze di condanna dell’Ente o da acquisti effettuati in altri esercizi finanziari senza il preventivo impegno di spesa, nonché ai pagamenti connessi agli atti giudiziali di pignoramento presso il Tesoriere regionale. Entrambi i fenomeni, considerati da parte della magistratura contabile come patologici e sintomatici di inerzie nelle procedure di pagamento e forieri di danno all’erario, sono parzialmente connessi; infatti, è evidente – si legge ancora – che il pagamento tempestivo delle sentenze di condanna dell’Ente o delle obbligazioni giuridicamente vincolanti (sebbene assunte senza impegno di spesa) evita le procedure esecutive a carico della Regione e che, quindi, la gestione efficiente delle procedure di spesa riesce a prevenire o quanto meno a ridurre tali fattispecie. Tuttavia, la Regione non è riuscita, nel corso del tempo, a contrastare in maniera significativa la presenza di procedure esecutive in quanto tale fenomeno non ha origine unicamente nell’inerzia dell’amministrazione nell’iter di pagamento dei debiti fuori bilancio, ma è di sovente connesso ai pignoramenti subiti in qualità di terzo».

La situazione dei debiti fuori bilancio

«Entrando nello specifico e al fine di descrivere l’entità dei debiti fuori bilancio», nel Defr la Giunta regionale spiega «che, a fronte di una considerevole diminuzione dei debiti fuori bilancio riconosciuti nell’anno 2019, nell’anno 2020 è stato registrato un nuovo aumento, sostanzialmente equivalente a quello del 2018. Infatti, nell’anno 2018 i debiti fuori bilancio riconosciuti sono stati pari a 3,6 Meuro, nell’anno 2019 a circa 1,4 Meuro e nell’anno 2020 a 3,3 Meuro, originati peraltro per circa il 91% da sentenze esecutive. In relazione all’anno 2021 – aggiunge il Documento di Economia e Finanza – è ancora in corso l’iter di approvazione dei debiti fuori bilancio. Si rileva, tuttavia, che l’importo dei debiti facenti parte della fattispecie di cui all’articolo 73, comma 1, lettera A) del Dlgs 23 giugno 2011, numero 118, derivanti da sentenze esecutive, già riconosciuti nell’esercizio, ammontano a circa 338mila euro, mentre quelli riferiti all’articolo73, comma 1, lettera E), relativi ad obbligazioni prive di impegno di spesa, sono pari a circa 55 mila euro. Si evidenzia, tuttavia, che è in corso l’iter di approvazione in relazione ad ulteriori debiti già riconosciuti dai competenti dipartimenti regionali, per un importo complessivo di 389mila euro, di cui euro 130mila riferiti a somme oggetto di pignoramento nell’anno 2020, già regolarizzate contabilmente nel medesimo anno che, pertanto, non comportano oneri a carico del bilancio 2021. È, inoltre, in corso il riconoscimento di ulteriori debiti, per i quali è stata già individuata la relativa copertura finanziaria, per circa 828mila euro. Tenuto conto dei dati esposti, appare evidente che, se dovesse essere confermato l’attuale andamento, l’importo dei debiti riconosciuti al termine dell’esercizio sarà di importo nettamente inferiore rispetto a quelli dello scorso anno».

La situazione dei pignoramenti

Per ciò che concerne, invece, la spesa per gli atti giudiziali di pignoramento presso terzi (Tesoriere regionale) nel Defr – specifica la Giunta regionale – «non può non rilevarsi come negli ultimi 6 anni la stessa abbia assunto consistenze ragguardevoli, e, nell’anno 2021, dopo una rilevante riduzione nel triennio 2018/2020, è nuovamente in crescita, considerato che, al 30 settembre 2021 risultano pagati e quietanzati dal tesoriere regionale pignoramenti per oltre 30 milioni di euro. Dall’analisi dei contenziosi, dai quali sono scaturiti i pignoramenti nel corso degli anni, si evince, ancora una volta, la proliferazione delle procedure esecutive originate da situazioni debitorie di soggetti ed enti terzi a loro volta creditori della Regione Calabria, poste in essere nei confronti dell’ente. Tali procedure, che continuano a rappresentare il maggior numero di quelle subìte, in termini quantitativi, traggono, pertanto, origine non da un debito proprio dell’ente regionale, ma da un debito che l’ente subisce come terzo e che di sovente è condannato a pagare, nonostante non esistano rapporti economici con i soggetti debitori e vengano conseguentemente rese dichiarazioni negative in ordine all’esistenza di rapporti debitori». Nell’ambito di questa fattispecie nel Documento di Economia e Finanza della Regione «si pongono i pignoramenti a carico dell’Afor che vedono la Regione chiamata in causa quale terzo pignorato, nonostante le dichiarazioni negative rese in udienza e l’assenza di qualsivoglia obbligazione residua della Regione nei confronti di Afor. Per tale ragione, l’Ente è costretto a garantire la regolarizzazione, anche di importi molto elevati, mediante le risorse proprie allocate in bilancio proprio per la copertura degli atti di pignoramento. A ciò si aggiunga che la Regione ha subito nel corso degli anni pignoramenti di elevata entità originati dall’attività del “Commissario delegato per l’emergenza ambientale” regolarizzati mediante l’utilizzo delle risorse derivanti dalla “contabilità speciale” trasferita dallo Stato. Considerato che, allo stato attuale, sono ancora in corso numerose vertenze nei confronti della gestione del commissario, le risorse allocate in bilancio potrebbero non essere sufficienti a coprire tutte le spese, in assenza di ulteriori trasferimenti da parte dello Stato. L’entità di detti pignoramenti è in costante aumento, passando da poco meno di 350mila euro nel 2019, a 5,4 milioni di euro nel 2020, fino ad arrivare, nei primi cinque mesi del 2021 ad euro 13,2 milioni, costituiti, principalmente, da due pignoramenti, di oltre 6 milioni ciascuno, notificati nel 2020, ma regolarizzati dal tesoriere nel 2021. Nonostante ciò – rimarca la Giunta nel Defr – “gran parte delle strutture regionali continua a non individuare la spesa che ha dato l’origine al pignoramento, ad assumere pochissimi provvedimenti di riconoscimento amministrativo dei debiti connessi ai pignoramenti e a recuperare con estrema lentezza le somme anticipate in qualità di terzo pignorato».

Le contromisure

Nel Documento di Economia e Finanza, peraltro, la Giunta regionale individua anche alcune contromisure da mettere in atto nel prossimo esercizio finanziario, puntando sulla progressiva riduzione del contenzioso e dei pignoramenti. «In particolare appare necessario perseguire azioni volte a: la reimpostazione del flusso informativo tra i Dipartimenti e l’Avvocatura teso a rendere efficiente, tempestiva ed efficace la difesa dell’ente in giudizio; un immediato potenziamento dell’apparato amministrativo dell’Avvocatura accompagnato da una eventuale modifica della struttura organizzativa che consenta la gestione in tempo reale delle dinamiche che incidono sull’entità del Fondo contenzioso; un’attenzione costante agli atti gestori che, solo dopo tempo, disvelano la presenza di imprevedibili obbligazioni prive di copertura finanziaria. Appare, inoltre, strategico avviare immediate interlocuzioni con i vertici degli Uffici giudiziari, sottoponendo i casi concreti registrati nel corso degli anni, prevalentemente al cospetto di giudici non togati ma non solo (come comprensibile anche alla luce dei recenti fatti di cronaca), in cui l’amministrazione è stata dichiarata soccombente nonostante fosse estranea al giudizio o avesse reso dichiarazione negativa, o in cui non viene osservato il giudicato della Corte di Cassazione che ritiene l’amministrazione estranea al giudizio».

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