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Suicidio assistito, via libera al disegno di legge dalle Commissioni

Il 13 dicembre la discussione alla Camera. Sì all’obiezione di coscienza per i sanitari. Sanatoria per i casi precedenti

Pubblicato il: 09/12/2021 – 21:30
Suicidio assistito, via libera al disegno di legge dalle Commissioni

ROMA Le Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera hanno approvato il ddl sul suicidio assistito, di attuazione della sentenza della Corte costituzionale del novembre 2019. Il testo va in aula lunedì prossimo 13 dicembre.

L’emendamento


«Il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure per l’assistenza alla morte volontaria medicalmente assistita disciplinate dalla presente legge quando sollevi obiezione di coscienza con preventiva dichiarazione». Lo prevede un emendamento al ddl sul suicidio assistito approvato a larga maggioranza dalle Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera.
«La dichiarazione dell’obiettore – si legge nell’emendamento – deve essere comunicata entro tre mesi dalla data di adozione del regolamento» di attuazione della legge, «al direttore dell’azienda sanitaria locale o dell’azienda ospedaliera, nel caso di personale dipendente».
«L’obiezione può sempre essere revocata o venire proposta – si legge ancora nel testo approvato – anche al di fuori dei termini di cui al comma uno, ma in tale caso la dichiarazione produce effetto dopo un mese dalla sua presentazione».
«L’ obiezione di coscienza – precisa ancora l’emendamento – esonera il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificatamente diretta al suicidio e non dall’assistenza antecedente l’intervento».
«Gli enti ospedalieri pubblici autorizzati – stabilisce infine l’emendamento – sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste dalla presente legge. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione».
Un emendamento prevede che« non è punibile chiunque sia stato condannato, anche con sentenza passata in giudicato, per aver agevolato in qualsiasi modo la morte volontaria medicalmente assistita di una persona prima della entrata in vigore della presente legge, qualora al momento del fatto ricorressero i presupposti delle condizioni della presente legge e la volontà libera informata e consapevole della persona richiedente fosse stata inequivocabilmente accertata».

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