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Una manovra da 6,5 miliardi e con tante “zavorre”, ecco i numeri del nuovo bilancio della Regione

Il preponderante peso della sanità, pari al 70%, e la sempre più esigua “manovrabilità” delle risorse disponibili. Documento ora al vaglio del Consiglio

Pubblicato il: 09/12/2021 – 15:25
Una manovra da 6,5 miliardi e con tante “zavorre”, ecco i numeri del nuovo bilancio della Regione

CATANZARO Una manovra da 6,5 miliardi, con solo 767 milioni di euro di risorse disponibili per scelte discrezionali ma in realtà assorbite in gran parte dalla sanità e dalla necessità di affrontare spese di carattere obbligatorio ed emergenziale. Sono questi, in sintesi, alcuni dei dati più significativi del Bilancio di previsione della Regione Calabria per il triennio 2022-24, approvato nell’ultima giunta Occhiuto su proposta della vicepresidente Giusy Princi e ora al vaglio del Consiglio regionale. Un bilancio al solito “ingessato” da vecchi e nuovi vincoli, interni ed esterni alla Regione, ma che servirà ad evitare il ricorso all’esercizio provvisorio. Un bilancio inevitabilmente “zavorrato” da alcune pesanti criticità segnalate dalla Corte dei Conti, come l’elevato volume di crediti che la Regione vanta nei confronti dei Comuni per il servizio idropotabile fino al 2004 e per il servizio dei rifiuti solidi urbani sino al 2019, e ora anche il credito verso lo Stato per i lavori delle dighe del Menta e dell’Esaro-Cameli, criticità che hanno costretto l’amministrazione ad accantonare (ancora) a titolo prudenziale ingenti risorse nei vari fondo rischi.

I numeri della manovra

Nel dettaglio – si legge nella relazione al documento contabile – «il bilancio di competenza effettivo della Regione per l’anno 2022, al netto delle contabilità speciali, della anticipazione di cassa e del fondo pluriennale vincolato ammonta complessivamente a circa 6,5 miliardi di euro. Tuttavia, tali importi afferiscono in gran parte a risorse a destinazione vincolata, vale a dire somme il cui utilizzo può aver luogo solo per finalità stabilite da altri decisori istituzionali o con questi concordate. Rientrano in tale ambito le risorse destinate al finanziamento del servizio sanitario regionale (3,9 miliardi circa; 62,4%), quelle destinate all’attuazione dei programmi comunitari Por e Pac 2007-13 e 2014- 20 (581,7 milioni; 9,2%), le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (419,1 milioni; 6,6%), nonché ulteriori fondi di natura vincolata assegnati a vario titolo dallo Stato o da altri soggetti (520,6 milioni; 8,2%)». Per la Giunta «le entrate libere da vincoli da destinare a finalità autonomamente definite dalla Regione ammontano, invece, a circa 767,3 milioni, pari al 12,2% circa delle risorse attualmente iscritte in bilancio, in diminuzione di circa 53 milioni rispetto alle previsioni effettuate nel bilancio 2021-2023, annualità 2021. Tale decremento non origina da situazioni “a regime” e “strutturali”, ma – si legge ancora – è connesso alle variazioni di bilancio effettuate sull’annualità 2021 e conseguenti alle misure economiche adottate dal Governo a fronte della pandemia».

Il risultato di amministrazione presunto

Nella relazione si evidenzia che «il risultato di amministrazione presunto, determinato in base al preconsuntivo dell’anno 2021, ammonta a poco più di 1,44 miliardi, mentre le quote accantonate e vincolate sono pari a circa 1,52 miliardi. Su tali importi incidono le somme accantonate sul Fondo crediti (circa 500,6 milioni), sul Fondo per il contenzioso (oltre 154,7 milioni), sul Fondo per le perdite societarie (circa 5,5 milioni), sul fondo per passività potenziali (oltre 69,7 milioni), nonché quelle destinate a fare fronte ai residui perenti (oltre 97,3 milioni), all’anticipazione di liquidità di cui al Decreto legge 35/2013 (oltre 134 milioni». La Giunta regionale poi specifica che «è stato necessario costituire il fondo per passività potenziali per fare fronte ai rischi connessi alle criticità della riscossione del credito vantato nei confronti dello Stato a fronte dell’assegnazione per il completamento della Diga del Menta (per oltre 24,8 milioni), alla riscossione dei crediti vantati nei confronti dei Comuni complessivamente per oltre 69,75 milioni, nonché alle discrasie emerse a seguito della circolarizzazione crediti/debiti con le società partecipate, pari ad euro 373.909,49».

Il “peso” della sanità

Nella parte spesa – riporta nel dettaglio la relazione al Bilancio di previsione della Regione – la manovra «vale circa 6,3 miliardi, il 62% circa è rappresentato da spese per la sanità. Le risorse per investimenti (Por e Fas) rappresentano il 16,6% circa del bilancio puro di competenza, mentre il 9,3% riguarda altri fondi a destinazione vincolata. La spesa finanziata nel 2022 con risorse autonome rappresenta poco più del 12% della spesa complessiva in termini di competenza totale». La voce più rilevante del Bilancio – rileva la Giunta – «è rappresentata dalla spesa per il servizio sanitario, che include le risorse del Fondo sanitario, tutte le ulteriori somme assegnate con vincolo di destinazione. Tali risorse ammontano complessivamente, in termini di competenza, ad oltre 3,93 miliardi e rappresentano circa il 62% degli stanziamenti di competenza allocati nella parte effettiva del bilancio. Gran parte di tali risorse è trasferita alle aziende sanitarie ed ospedaliere e, pertanto, se la rilevanza della spesa per la tutela della salute viene valutata in termini di pagamenti, il peso del settore sanitario sulla spesa complessiva regionale – emerge dalla relazione – supera certamente il 70% del totale erogato». Nella distribuzione del fondo sanitario regionale sono da segnalare i valori – definiti «elevati» – previsti perla mobilità passiva (268,3 milioni), «la cui dimensione costituisce un ostacolo insormontabile ai fini del raggiungimento non solo degli equilibri finanziari del sistema sanitario regionale, ma anche, di conseguenza, dei livelli essenziali di assistenza, in un circolo vizioso in cui – prosegue il documento – un fattore alimenta l’altro senza soluzione di continuità». E inoltre, si precisa che «il bilancio finanziato con le risorse autonome, di dimensioni ben più ridotte rispetto a quello sanitario, deve inverosimilmente soccorrere il bilancio della Sanità, non solo attraverso la destinazione delle entrate della fiscalità regionale (102,5 milioni), ma anche con il costo del servizio del debito relativo sia ai mutui contratti per il ripiano dei disavanzi che alle anticipazioni di liquidità ex Dl 35/2013 (oltre 42 milioni), con il finanziamento di alcune leggi regionali rientranti nel perimetro, ma che non possono trovare copertura sul Fsn, e con la quota regionale delle rette socio-sanitarie (29 milioni di euro)».

La spesa da realizzare con risorse autonome

La spesa finanziata con le risorse prettamente regionali, pari – come detto – a oltre 763 milioni – ha un limitatissimo margine di “manovrabilità”. Secondo quanto evidenzia la Giunta regionale «gran parte delle risorse disponibili, teoricamente soggette ad una manovra discrezionale da parte della Giunta o del Consiglio, è destinata a spese di carattere obbligatorio (personale, mutui, contratti, accantonamenti) o utilizzata per far fronte alle emergenze sociali ed occupazionali della Regione, e quindi difficilmente rimodulabile, senza l’attuazione di riforme capaci di incidere nella dinamica strutturale della spesa». Nel dettaglio finanziati con risorse autonome sono le spese di funzionamento di Giunta e Consiglio regionali (oltre 177milioni), i mutui (oltre 127 milioni), i trasferimenti alle Province (12,9 milioni), le spese per gli enti sub regionali (circa 117 milioni), il precariato (oltre 53 milioni), sanità e politiche sociali (circa 59 milioni), spese per altre leggi sensibili (oltre 53 milioni) più oneri non ripartibili e accantonamenti (oltre 156 milioni). Da queste cifre si può «facilmente evincere», per la Giunta regionale, «le spese di funzionamento per il personale del Consiglio e della Giunta (23,7%) coprono circa un quarto della disponibilità totale; la spesa per i mutui assunti dalla Regione o comunque a carico della stessa a titolo di contributo per i mutui assunti dagli enti locali, rappresenta circa un quinto (19,6%) delle spese autonome; personale, contratti e mutui, in termini aggregati rappresentano il 43,3% circa del totale. Questo dato, riferito a spese di carattere obbligatorio, dimostrerebbe che, almeno teoricamente, il bilancio della Regione potrebbe anche essere considerato virtuoso, e cioè con margini di manovra abbastanza ampi, se non fosse che un ulteriore 22% circa è destinato a spese per gli enti sub regionali e il precariato storico, e quindi sostanzialmente a spese di personale. Infine emerge in maniera incontrovertibile come le regole imposte dal decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118 comportino un freno a politiche espansive della spesa in presenza di entrate incerte o di difficile esazione, di pignoramenti, di contenzioso. Infatti – conclude la relazione al Bilancio della Regione – gli accantonamenti necessari per preservare gli equilibri di bilancio rivestono un peso elevato (17% delle spese autonome)». Le somme “libere” sono tra l’altro in riduzione rispetto alla manovra dello scorso anni, per un importo di circa 53 milioni: il risparmio di spesa è stato ottenuto con la riduzione delle spese di funzionamento (-4%) e alla riduzione del costo del debito sanitario (-15%), derivante dalla estinzione del mutuo di 428 milioni contratto con il Mef nel 2011 a tassi elevati e rifinanziato, per la parte residua, da Cassa Depositi e Prestiti, operazione che ha comportato un risparmio di spesa annuale di oltre 12 milioni di euro fino al 2044. (a. cant.)

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