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«Deficit sanitario “nascosto”, crediti fantasma e maxi pignoramenti». Allarme rosso per i conti della Regione

La relazione della Corte dei conti segnala le emergenze. «Dati delle Asp inesatti, specie a Reggio Calabria dove si stima un buco di 500 milioni». Occhiuto: «Al lavoro per intervenire sulle criticità»

Pubblicato il: 10/12/2021 – 12:20
«Deficit sanitario “nascosto”, crediti fantasma e maxi pignoramenti». Allarme rosso per i conti della Regione

CATANZARO L’emergenza della sanità, con un «deficit dichiarato totalmente inattendibile e probabilmente ampiamente sottostimato» e con consistenti risorse stanziate dallo Stato per affrontare il Covid 19 ancora non utilizzate, nonché dubbi sull’«effettiva consistenza di alcuni crediti», e la «consistente presenza di pignoramenti sul fondo cassa». Sono queste alcune delle principali criticità che la sezione di controllo della Corte dei Conti ha individuato nella relazione per il giudizio di parifica del Rendiconto 2020 della Regione Calabria. Il giudizio di parifica è in corso nella sede regionale della magistratura contabile, alla presenza del presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, e del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso.

I crediti fantasma

La relazione introduttiva è stata letta dal presidente della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, Rossella Scerbo, mentre la requisitoria è stata letta dal procuratore regionale della Corte dei Conti, Maria Aronica. «La criticità più rilevante ravvisata nell’esercizio – si legge nella relazione della sezione di controllo della Corte dei Conti – riguarda la effettiva consistenza di alcuni crediti su cui abbiamo posto l’attenzione fin dal 2018, avendo notato la presenza di partite residuali attive di consistenza rilevante che la Regione ha nel proprio bilancio da anni ma che da altrettanti anni non risultano in alcun modo movimentate. Fra i crediti in parola spiccano, in particolare, quelli che la Regione vanta nei confronti dello Stato per la realizzazione delle dighe del fiume Menta e sui fiumi Esaro e Cameli».

«Maxi pignoramenti sul fondo cassa. Pochi fondi liberi per la Regione»

Per la sezione di controllo della Corte dei Conti, inoltre, «nel bilancio della Regione dell’esercizio 2020 si ripropone un’altra vulnerabilità “storica”: la consistente presenza di pignoramenti sul fondo cassa, che drena liquidità e comprime, nei fatti, la capacità di spesa dell’amministrazione. A fine 2019 il fondo cassa ammontava a euro 230,445 milioni di cui 97,3 milioni “quota vincolata” da pignoramenti. A distanza di un anno – rileva la magistratura contabile calabrese – i pignoramenti sono aunentati di circa 4 milioni (sono infatti pari a euro 103,559 milioni) su un fondo cassa di euro 269 milioni. La Regione ha quindi fondi liberi per circa 165 milioni di euro: è una consistenza modesta. A fine 2020 tra le Regioni del Sud solo la Campania ha risorse libere più esigue».

Il disavanzo sanitario “nascosto” per l’inesattezza dei dati delle Asp

La sezione di controllo della Corte dei Conti evidenzia comunque che «un’altra grave criticità regionale, ossia la presenza di un ingente contenzioso, sembra essere sta affrontata, nell’esercizio 2020, con un approccio rigoroso e prudenziale». Con riferimento al processo di spesa della Regione Calabria, la sezione di controllo della Corte dei Conti ricorda di aver «da anni pubblicamente rimarcato le patologie della sanità calabrese. La Sezione ha cercato, nell’esercizio 2020, di analizzare le cause delle perdite di esercizio delle singole Asp e Ao. L’analisi effettuata – riporta la relazione della magistratura contabile – ha confermato ancora una volta come il deficit sanitario dichiarato sia totalmente inattendibile e probabilmente ampiamente sottostimato. In primis ciò è legato alla situazione dell’Asp di Reggio Calabria dove dal 2013 esiste una contabilità non fondata su documenti amministrativi, una situazione debitoria potenzialmente dirompente, con passività che potrebbero toccare i 500 milioni di euro. A causa delle debolezze e patologie sinteticamente descritte, il disavanzo sanitario del sistema calabrese a cui dare copertura, secondo il Tavolo tecnico che monitora il Piano di rientro, ammonterebbe a fine 2020 a 91,017 milioni di euro. Peraltro – si legge ancora – il Tavolo tecnico ha fatto proprie le osservazioni di questa sezione evidenziando come, con tutta probabilità, l’inesattezza dei dati di bilancio esposti da alcune aziende, in primis l’Asp di Reggio Calabria, abbia consentito di celare parte dei disavanzo sanitario e come sia necessario affrontare la questione del debito progresso, facendo emergere le passività finora rimaste occulte».

La parifica del Rendiconto generale

La Corte dei Conti, sezione regionale di controllo, ha parificato il Rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2020 della Regione Calabria. La parifica ha riguardato il Rendiconto 2020 «nelle sue componenti – si legge nel dispositivo della decisione della magistratura contabile – del conto del bilancio e del conto del patrimonio, ad eccezione dei residui attivi» di euro 48,587 milioni iscritti nel bilancio relativi allo schema idrico del Menta, per i quali «è emersa l’assenza di copertura e che dovranno essere cancellati dalle scritture contabili, sempre ad eccezione del risultato di amministrazione al 31 dicembre 2020 che risulta conseguentemente sovrastimato per euro 48,587 milioni, ad accezione della parte accantonata del risultato di amministrazione da cui dovrà essere eliminato il fondo di euro 24,8 milioni, fondo accantonato per lo schema idrico del Menta». Il dispositivo è stato letto dal presidente della sezione di controllo della Corte dei conti regionale, Rossella Scerbo, oggi nell’ambito del giudizio di parifica, al quale ha preso parte il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto. Nel dispositivo la Corte dei Conti «invita l’amministrazione regionale ad adottare le misure correttive onde porre rimedio alle criticità evidenziate» nel corso del giudizio di parifica e «ordina che i conti, muniti del visto della Corte dei Conti, siano restituiti al presidente della Regione Calabria per la successiva presentazione al Consiglio regionale».

Occhiuto: «Dalla Corte dei conti tracce di lavoro per il mio governo regionale»

Occhiuto, a margine dell’incontro ha parlato di «relazione impietosa, perché quella rappresenta la relazione di inizio mandato. In poco più di un mese, il mio governo regionale ha cercato di risolvere una serie di criticità, a iniziare da quelle sulla sanità e assegnandosi il compito di riformarla accertandone il debito mai accertato finora. Ho proseguito con la riorganizzazione delle partecipate, ne ho messe in liquidazione due, il Corap e l’Afor, anche per evitare che si ingenerasse ancora quell’enorme contenzioso che pesa come un macigno sul bilancio della Regione».
«La Corte dei conti – continua il governatore – lamenta giustamente il fatto che molte partecipate siano ingolfate di personale: ho inteso affidare a strutture esterne alla regione, in particolare al ministero della Pubblica amministrazione, la selezione del personale accentrando dunque in in unico organismo le decisioni in ordine all’aumento del personale stesso. Questo mi sembra un atteggiamento virtuoso. La Corte dei conti nella sua relazione è preoccupata nella capacità di spesa da parte della Regione delle risorse copiose che verranno dall’Europa: anche in questo ambito sono andato a Bruxelles, non capita spesso con un presidente di Regione. Ed è servito perché la commissaria europea Ferreira mi ha incontrato, a lei ho rappresentato la necessità e la mia volontà di fare di questo governo regionale un governo regionale che apre una nuova stagione in Calabria. Tante altre questioni che la Corte dei Conti ha evidenziato rappresentano una traccia per il mio lavoro da presidente della Regione Calabria».

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