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«Pnrr, Cosenza colga le opportunità del Piano per gli asili»

Con la pubblicazione dei primi avvisi sul Pnrr dedicati al mondo dell’istruzione, si apre una “prateria” per quelle Amministrazioni che intendono migliorare la qualità strutturale e dei servizi al…

Pubblicato il: 10/12/2021 – 18:48
di Bianca Rende*
«Pnrr, Cosenza colga le opportunità del Piano per gli asili»

Con la pubblicazione dei primi avvisi sul Pnrr dedicati al mondo dell’istruzione, si apre una “prateria” per quelle Amministrazioni che intendono migliorare la qualità strutturale e dei servizi all’interno degli edifici esistenti, ovvero costruirne di nuovi e rispondere ad esigenze sempre dichiarate come prioritarie però mai tramutate in azioni concrete, come ad esempio, la sicurezza antisismica di luoghi in cui si svolge la formazione di intere generazioni e molte ore  vi trascorrono docenti e altro personale addetto. 
Sono stati già stanziati, ad esempio, i primi 3 miliardi di euro per il Piano degli asili nido e le scuole dell’infanzia, con l’obiettivo di ridurre il divario esistente nei servizi educativi per la prima infanzia e avviare, finalmente, una politica di potenziamento su tutto il territorio nella fascia di età 0-6 anni. Ciò mentre, 800 milioni di euro andranno a finanziare il Piano di costruzione di 195 nuove scuole, 400 milioni per il potenziamento del tempo pieno attraverso l’incremento delle mense scolastiche, 300 milioni di euro (il 54,29% delle risorse andrà al Mezzogiorno) per aumentare l’offerta di attività sportive, attraverso la costruzione di palestre o la riqualificazione di quelle esistenti e 710 milioni per il Piano di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole. Almeno il 40% delle risorse sono riservate alle amministrazioni del Mezzogiorno, tra le quali si scatenerà una “competizione” ad essere più veloci e pertinenti nella risposta ai bandi. 
L’occasione è, dunque, imperdibile per iniziare ad affrontare il tema drammatico della povertà educativa, che, ancora una volta, vede la Calabria “primeggiare” agli ultimi posti delle classifiche nazionali. Sappiamo, infatti, quanto le opportunità a disposizione dei bambini segnino la differenza in merito alla loro crescita formativa e intellettuale, minandone o promuovendone le potenzialità. 
La costruzione di nuove scuole, spaziose e avanzate tecnologicamente, potrà certamente risolvere il problema delle “classi pollaio”, che, dati alla mano, condizionano la qualità della didattica e, come si è avuto modo di constatare con l’emergenza pandemica, pongono seri dubbi sul piano della sicurezza. Occorre, più in generale, cogliere queste prime opportunità per abbattere quel trend di bassa natalità che caratterizza ormai strutturalmente anche i territori urbani del mezzogiorno e da cui la nostra città non è purtroppo immune, condannandoli ad una continua, drammatica, desertificazione.   
Siamo certi che l’amministrazione stia già lavorando per questo obiettivo ma ci permettiamo di suggerire l’apertura di un ampio dibattito all’interno del Consiglio e delle commissioni consiliari appena costituite, oltre al coinvolgimento delle famiglie e delle competenze presenti sul territorio, sull’individuazione degli interventi maggiormente rispondenti alle esigenze di completezza e diffusività che si intendono perseguire. 
Occorre, infatti, partire da un’attenta analisi dei bisogni, per poter meglio destinare le risorse che potranno essere catalizzate a vantaggio della nostra comunità e della sua crescita complessiva, che si ponga, ad esempio, una serie di interrogativi: quali zone privilegiare per i nuovi investimenti? Quali istituti potenziare con l’incremento della mensa scolastica o con l’aumento delle infrastrutture sportive anche a servizio delle attività pomeridiane? Quale ordine di priorità seguire per quella messa in sicurezza che dovrà caratterizzare, alla fine del percorso, tutti gli istituti di ogni ordine e grado rincentranti nella competenza comunale? 
Da un ampio confronto che partisse dall’analisi delle condizioni esistenti si scoprirebbe, ad esempio, che se le richieste per gli asili nido comunali sono state inferiori ai posti disponibili, in un Comune molto al di sotto degli standard nazionali ed europei, ciò è dovuto non a ragioni di saturazione della domanda bensì agli elevati costi delle rette (che andranno affrontati e risolti con altri strumenti) insieme ad una scarsa copertura territoriale dei servizi che rende improponibili lunghi spostamenti in auto per le giovani mamme. L’occasione che ci si presenta potrebbe essere propizia, allora, per coprire due zone finora prive di asili pubblici comunali: la zona a sud della città e quella del popoloso quartiere di Serra Spiga dove, peraltro, si potrebbe recuperare l’edificio intitolato a Rita Pisani, un tempo istituto scolastico di prestigio e ormai ridotto in condizioni di triste abbandono. 
La partita dei finanziamenti è appena cominciata. Si tratta ora di lavorare tutti insieme perché non una sola opportunità venga perduta attraverso la valorizzazione delle competenze interne all’ente e la loro messa a sistema, l’ascolto dei portatori di interessi ed il coinvolgimento di ampi settori della comunità lungo quello che potrebbe essere un primo fronte su cui sperimentare una reale forma di democrazia partecipata, da tempo agognata e mai realmente attuata.

*Capogruppo Consiglio comunale

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