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Il flop dei fondi Por: stato di attuazione «non soddisfacente» e migliaia di progetti non conclusi

La Corte dei Conti mette in fila le criticità nella gestione e nella spesa delle risorse comunitarie: nel ciclo 2014-2020 irregolarità per 9,4 milioni

Pubblicato il: 11/12/2021 – 12:22
Il flop dei fondi Por: stato di attuazione «non soddisfacente» e migliaia di progetti non conclusi

CATANZARO «Lo stato di attuazione del Por Calabria Fesr e Fse non è soddisfacente (media del 38% per gli Assi prioritari circa). Inoltre dei 4583 progetti censiti al 31 dicembre 2020 solo 728 sono stati chiusi, 1077 non presentano né impegni né pagamenti, 469 non presentano avanzamenti di spesa». Non gira intorno alle parole la Procura regionale della Corte dei Conti, che mette in fila i ritardi e le lacune della regione Calabria nella gestione e nell’utilizzo dei fondi comunitari. e sostanzialmente negativo, il giudizio che emerge dalle relazioni della magistratura contabile rese nel giudizio di parifica del Rendiconto 2020 della Regione.

«Calabria con le percenutali di avanzamento più basse»

Secondo la relazione della procura contabile  «rispetto alle altre Regioni lo stato di attuazione del Por Calabria, confrontato con i Programmi operativi delle Regioni rientranti nella categoria delle “Regioni meno sviluppate” in Italia (quelle che presentano un Pil inferiore al 75%, ovvero, in Italia, la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia) è quello che presenta, nel complesso, le percentuali più basse di avanzamento, sia in termini di impegno sia in termini di pagamenti (rispettivamente: 53,55%; 33,48%). In tale gruppo di confronto, la Calabria, come per l’annualità precedente, presenta le performances peggiori, seppur con un livello di attuazione/pagamenti di poco inferiore alla Sicilia». La descrizione della Procura della Corte dei Conti calabrese è un rosario di criticità: «Alcuni progetti sono stati ritirati nonostante sia stata già eseguita una spendita di denaro, per altri, nonostante risultino dei pagamenti (anche cospicui) non è stato ancora realizzato un chilometro, alcuni lavori sono in corso da tempi remoti, per altri ancora non si è proceduto all’approvazione del progetto definitivo, per altri si registrano ritardi nel completamento della procedura e del collaudo». E ancora «sul programma operativo 2014/2020 sono state rilevate svariate operazioni irregolari dall’Audit  (importo complessivo non ammissibile di 9.407.836,14 euro), in particolare per la valutazione delle offerte e gli affidamenti, la mancanza di documentazione, la non ammissibilità del progetto che rappresentano manchevolezze particolarmente significative, perché determinano la riduzione e/o la perdita dei finanziamenti». In particolare – spiega la Procura regionale della Corte dei Conti – «tutto ciò emerge con evidenza dalla proposta di pre-chiusura del Por Calabria Fers 2013/2017 della Commissione europea (7606863 del 15 dicembre 2020) con cui si manifesta che sarà detratto un importo di oltre 74 milioni di euro dalla spesa dichiarata nella domanda di pagamento finale (come concordato con lo Stato membro) a causa di 178 progetti non completati alla data del 31 marzo 2017, di 4 non funzionanti alla data del 31 marzo 2019, di uno ritirato, di un altro parzialmente funzionante e di altri in cui sono state rilevate irregolarità; inoltre si propone un’ulteriore decurtazione di oltre 37 milioni e mezzo di euro per progetti non funzionanti, non completati e non in uso, anche quando privi dei collaudi tecnici e/o amministrativi e/o di autorizzazioni di vario tipo».

«Ora evitare gli errori del passato»

La conclusione della Procura regionale della Corte dei Conti è una sollecitazione e un richiamo per l’amministrazione regionale: «L’emergenza Covid 19 ha inciso sulla rimodulazione del Programma 2014/2020 al fine potere destinare alcune risorse per fronteggiare la situazione e le sue conseguenze. L’Unione europea ha attribuito notevoli risorse all’Italia (quindi alle Regioni) proprio a tale scopo. Si tratta di risorse che non possono essere sprecate e dovranno, pertanto, essere utilizzate senza incorrere negli errori del passato, in definitiva attraverso un’accurata programmazione e un’accurata gestione da parte della Regione affinché le risorse siano veramente destinate allo scopo e, quindi, non solo a chi è stato colpito dalla crisi emergenziale ma, in una dimensione più ampia, a creare nuove opportunità di crescita e di sviluppo economico, pertanto di lavoro».

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