Caro professor De Rita,
con un comunicato stampa subito rimbalzato sui giornali e commentato da una pletora di opinionisti filogovernativi, il Censis ci rivela, a seguito del 55° rapporto sulla situazione “sociale” del Paese, che la società italiana sarebbe una “società irrazionale” (così, testualmente, nel titolo). Le ragioni di quest’affermazione sarebbero le seguenti: per il 5,9% degli italiani il Covid non esiste, per il 10,9% il vaccino è inutile, per il 5,8% la Terra è piatta, per il 10% l’uomo non è mai sbarcato sulla Luna, per il 19,9% il 5G è uno strumento sofisticato creato per controllarci.
Da questi dati “rivelatori”, traete la conclusione che saremmo stati re-invasi dal “pensiero magico” (anche in questo caso, testuale). Da italiano, da persona razionale e che ha avuto il Covid, che si è vaccinato, che ha fatto la terza dose, che ha tutti i vaccini prescritti ed anche quelli non (perché tanto è lì che volente andare a parare con il vostro rapporto), mi permetterà qualche sintetico commento.
Vi dichiarate un istituto di ricerca indipendente. Ma poiché le ricerche – per come è scritto sul vostro sito Internet – ve le pagano governi, enti pubblici e società private, e poiché nel vostro consiglio di amministrazione seggono, come Lei ha dichiarato, i rappresentanti di grandi aziende come Banca Intesa e Telecom, l’affermazione assume esattamente connotati irrazionali. Le rammento un principio cardine della fisica quantistica, dovuto al Nobel Niels Bohr: l’osservatore influenza il sistema osservato, anche senza volerlo. Figuriamoci quando l’osservatore – in questo caso i vostri finanziatori – ha tutta l’intenzione di influenzarlo.
In sociologia, i dati statistici non dovrebbero consentire ai ricercatori di esprimere giudizi morali. Trarre dai dati di cui sopra la conclusione che l’Italia sia un paese irrazionale legato al pensiero magico è contrario a questo principio. Dovrebbe dire ai Suoi collaboratori di ripassare Max Weber, quando spiegava il significato della “Avalutatività delle scienze sociologiche ed economiche” (dal titolo di un suo famoso libro).
L’“irrazionale” è un mondo variegato al quale la psicoanalisi (che, Le ricordo, è una scienza) in epoca moderna ha restituito dignità: della parte irrazionale della psiche fanno parte, infatti, le emozioni, i desideri, l’inconscio e molte altre cose. Basterebbe che Lei facesse un giretto dalle parti, chessò, di Goethe, Nietzsche, Freud, Jung, Lacan, per capire che il mondo, la mente, la vita non si declinano tutti sulla base della ragione. Diceva Blaise Pascal: “Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce”.
Ma sul serio le minoranze che avete elencato nelle vostre statistiche possono portarvi a sostenere che quella italiana è una società irrazionale? Non vi sembra fisiologico che anche nel più razionale dei mondi possibili possa esservi una minoranza irrazionale (che non significa irragionevole)? O ci vorreste tutti uguali, allineati e coperti rispetto al neo-illuminismo oggi dilagante? Badate che dopo la rivoluzione francese ne è passata di acqua sotto i ponti.
Siete poi così certi che il razionalismo sia l’unico modo possibile per decodificare il mondo, il senso delle cose? E che esso coincida con il metodo scientifico di cui tutti oggi si riempiono la bocca (“è vero solo ciò che è misurabile, calcolabile ed esperibile”)? Spiegava il Nobel per la Fisica Werner Heisemberg che le leggi della matematica non sono le leggi della natura, ma sono solo le leggi di uno dei tanti meccanismi che l’uomo ha per conoscere la natura.
Mettiamo che abbiate ragione e che, dopo il Covid, siamo diventati una “società irrazionale”, ma perché i vostri questionari non comprendono domande del tipo: «lei crede in Dio? Nella verginità della Madonna? Nella resurrezione di Cristo? Nella transustantazione?». Queste domande non osate porle, non vi conviene. Perché magari quella che definite “maggioranza saggia degli italiani” improvvisamente si potrebbe trasformare in una minoranza. E allora sì che dovreste ammettere che anche nelle vostre famiglie tanto razionali vi è una schiacciante maggioranza di irrazionali.
Io di persone che pensano che la terra sia piatta non ne conosco neanche una. E per quanto riguarda il 5G non mi pare che ci sia una corsa a spiegare, sui media, di che si tratta. Per quanto riguarda lo sbarco sulla Luna, non fu il presidente Usa Richard Nixon che commissionò al regista Stanley Kubrick delle riprese poi effettivamente girate di un finto sbarco sulla Luna da passare ai media nel caso in caso di fallimento dello sbarco reale che gli americani si apprestavano a compiere? Lo ha ricordato, con un articolo del 15.07.2019 sul razionalissimo “Sole 24 Ore”, Giancarlo Mazzuca. E la vicenda è stata ripresa da Andrea Purgatori nella trasmissione “Atlantide” de LA7 andata in onda il 20.07.2019. Ci può stare o no, allora, che la gente confonda le due cose che Nixon stesso si apprestava a confondere ove l’allunaggio non fosse riuscito?
Sul “pensiero magico”, termine che voi usate in modo spregiativo contrapponendolo a quello scientifico, mi permetto di ricordare alcune delle volte in cui la “magia” è stata invece nobilitata: la magia naturale dei filosofi rinascimentali come Marsilio Ficino, Giordano Bruno, Tommaso Campanella; il magismo studiato dall’etnologia (leggere almeno “Il mondo magico” di Ernesto de Martino, Bollati Boringhieri). E vogliamo parlare dei “miracoli” cattolici ritenuti inspiegabili da commissioni di scienziati? O degli studi dell’oncopeumologo Enzo Soresi, che considerano quegli stessi miracoli come “schock carismatici” spiegabili con la psico-neuro-endocrinonologia (leggere di Soresi “Il cervello anarchico”, Utet)? O magari preferite spiegarci come mai somministrare ad un paziente con dolore dei semplici placebo ha un’alta percentuale di efficacia? Ammenoché quando parlate di pensiero magico non vi riferiate al mago Silvan.
Un caro saluto professore. Da estendere anche a Suo figlio, Giorgio De Rita, che nel 2014 Lei nominò segretario generale del Censis. In quel caso, anche Lei non usò un metodo razionale (concorso, selezione etc.) ma il solito metodo irrazionale in cui siamo bravi noi italiani: ai giornalisti del Fatto Quotidiano che l’accusavano di nepotismo spiegò, candidamente: «L’ho assunto perché è il migliore».
*Avvocato e scrittore
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