CAMPOBASSO «Lui secondo il mio punto di vista ha avuto un ruolo centrale nella denigrazione di quello che avveniva Riace. Non ha mai chiesto e non è mai venuto per conoscere qualcosa di cui i precedenti prefetti erano entusiasti, qualcosa che aveva acceso una speranza come soluzione a un problema e il mondo aveva visto che stava avvenendo qualcosa di completamente alternativo a quello che accadeva altrove». Lo afferma l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, a margine di un incontro a Campobasso, parlando dell’ex prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari, dimessosi nei giorni scorsi da capo dipartimento immigrazione del Viminale dopo il coinvolgimento della moglie in una indagine sul caporalato.
«È stata messa in piedi una questione giudiziaria che mi distrugge la vita – aggiunge -, la vita però nel senso morale ancora non sono riusciti a distruggermela. Io spero che la verità delle cose si faccia strada da sola come la luce che filtra nelle tenebre. Ci sono tanti punti oscuri in questo agire con un’avversione evidente, ma la storia non è finita».
«Il tema dell’immigrazione – aggiunge – sarà inarrestabile, le persone sono in fuga dalle guerre, dalla fame e dalle forti ingiustizie del mondo. Il viaggio è inarrestabile».
«L’accoglienza per me – continua Lucano – è stato un fatto spontaneo, un impulso dell’anima di fronte a persone che hanno evidenti difficoltà, un fatto istintivo, non c’è bisogno di fare ragionamenti. Questo è stato il primo livello, poi nei paesi dove si perdono le speranze per immaginare un futuro possibile è normale che tutto questo diventa strategia, diventa capire come può essere addirittura una soluzione dei problemi dello spopolamento, della perdita dei servizi, della forte rassegnazione. L’accoglienza a Riace è stato tutto questo».
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