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Presentato il decalogo di “Siaarti”. Amato: «Continuare nel sogno di dare una cura al dolore»

Al Convegno sul manifesto “Oltre il dolore” presente il direttore dell’Uoc di Terapia del dolore e Cure palliative dell’Ao di Cosenza

Pubblicato il: 15/12/2021 – 6:51
Presentato il decalogo di “Siaarti”. Amato: «Continuare nel sogno di dare una cura al dolore»

ROMA Presentato “Oltre il dolore”, il manifesto sociale contro la sofferenza nel corso del XX convegno dell’Area culturale e del Dolore svolto a Roma, in sala Capranichetta, alla presenza del ministro della Salute Roberto Speranza e della ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonett. Il decalogo di Siaarti, si compone di una serie di punti «non più rimandabili» e «richiama l’attenzione tempestiva di istituzioni centrali e regionali, professionisti della sanità cittadini e pazienti».
«Un milione di italiani – ha detto Antonino Giarritano, presidente di Siaarti – soffre oggi di dolore cronico severo e noi non possiamo accettare che le criticità nelle vite quotidiane di questi cittadini siano dimenticate». Hanno collaborato alla stesura una serie di realtà scientifiche determinate ad «alzare il livello di attenzione sociale, istituzionale e organizzativo verso una condizione diffusa e drammatica di sofferenza». Trai firmatari si leggono le sigle di Aifi-Associazione Italiana di Fisioterapia; Aisd-Associazione Italiana Studio Dolore, Aogoi-Ostetrici Ginecologi Ospedalieri, Cittadinanzattiva, Fondazione Onda, Italia Longeva, Senior Italia-Federanziani, Federdolore, Sid, Sige, Sigo, Sigot, Simifer, Simg, Sin, Sin-Reni, Siot.

Il decalogo

Vengono enumerate nel documento una serie di «azioni necessarie» che si estrinsecano in forma di diritti. Anzitutto, l’accesso alla terapia del dolore cronico non oncologico quale “diritto esigibile” per i cittadini italiani. In secondo luogo, viene fatta menzione di un diritto “diffuso e omogeneo”, senza differenziazione territoriale della terapia del dolore. Un diritto che deve essere “correttamente dimensionato” e “senza attese” laddove i Centri specializzati – come richiesto dagli scriventi – vengano resi «pienamente operativi e funzionanti».
Viene poi richiesto che il diritto sia garantito per le fasce più fragili della popolazione e “basato sulla ricerca” in ambito algologico permettendone un accesso a «fondi speciali per lo sviluppo di farmaci innovativi». E in linea con la contemporaneità, viene chiesto di garantire un diritto “supportato dalle tecnologie digitali”, “monitorato” e “comunicato”.
«Alla luce delle problematiche emerse nel periodo pandemico – si legge in calce al decalogo – che hanno evidenziato carenza di attenzione verso i pazienti con dolore, mancanza di continuità nell’assistenza, difficoltà nell’accesso alle terapie e remore psicologiche verso i centri di cura. Siaarti ha sentito la necessità di definire e proporre ad una vasta platea di interlocutori questo manifesto».

Amato: «Manifesto serve per farci continuare nel sogno di dare una cura al dolore»

Presente anche Francesco Amato, direttore dell’Uoc di Terapia del dolore e Cure palliative dell’Ao di Cosenza. «Oltre un miliardo di cittadini nel mondo soffrono nel così detto dolore inutile ed evitabile e il 90% di queste persone si trovano nelle terre della povertà dove non si ha accesso a farmaci di primo livello», dice Amato, che invita a non sottovalutare il fenomeno: «Il 16% chiede il suicidio, il 42% va in depressione perché il dolore è anche sofferenza e interiorità, snodi dolorosissimi dell’esistenza». Nel presentare il manifesto, il direttore sottolinea la volontà di «trascinare in alto un sentimento di eticità» affinché si creino le condizioni di una resistenza all’indifferenza e si crei un principio di speranza. «Nel 2018 la federazione russa ha chiesto al governo di organizzare il sistema sanitario sulla base di quello italiano. Si è costituita una commissione alla quale ho partecipato trovando una classe medica molto dotta che non cercava le eccellenze nella lotta alle grandi patologie, ma era interessata all’approccio previsto nel “documento 38” sul ristoro alle grandi sofferenze».
«L’Italia come primo paese al mondo ha sancito il diritto a potersi curare perché ci sono delle reti che permettono l’accesso alle cure. Il paziente con dolore – aggiunge Amato – deve andare a trovare la propria risposta alla domanda di salute in questi centri che spiegano quali sono le pratiche e se ne prendono cura».
Non solo la riparazione di un danno, dunque, ma una riabilitazione completa del paziente. «Il dolore è un’eccedenza rispetto a una condizione di malattia e la sopportazione serve solo ad aumentare la propria fragilità».
«La legge 38 non ha previsto la formazione e un luogo che interpreti il sentimento della ricerca delle grandi malattie che si accompagnano alla condizione di dolore» per cui Amato fa un appello specifico. La terza rete riguarda invece la sofferenza nel bambino, «che è inaccettabile». «Il 90% di bambini con patologie neoplastiche muoiono tra sofferenze inenarrabili».
Il messaggio che dunque deve passare attraverso il manifesto è quello di «continuare nel sogno di dare una cura al dolore».

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