REGGIO CALABRIA A notte fonda il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge che istituisce in Calabria l'”Azienda Zero”, nuovo ente di governo della sanità. La proposta di legge è stata elaborata dal presidente della Regione e commissario della sanità calabrese, Roberto Occhiuto.
La legge – riporta la relazione illustrativa del testo – si pone l’obiettivo di «unificare e centralizzare in capo a un solo soggetto le funzioni di supporto alla programmazione sanitaria e socio-sanitaria nonché di supporto al coordinamento e alla governance del Servizio sanitario regionale. L’”Azienda Zero” acquista un valore particolare nella situazione in cui versa il Ssr della Calabria, perché consente di iniziare a rialfabetizzare, processo per processo l’infrastruttura amministrativa attraverso la quale, al termine del commissariamento, la Regione dovrà e potrà continuare a operare». Inoltre l’ente, che non cancella le preesistenti Asp ridimensionandole però fortemente nelle loro funzioni, «oltre a presentare un’evidente garanzia di coordinamento e di efficienza, consente una indubbia razionalizzazione delle risorse assegnate, determinando un significativo risparmio nelle spese collegate all’amministrazione del Ssr e il coordinamento degli acquisti sanitari che permetterà un forte ottenimento dei tempi e dei costi e nel contempo garantirà una maggiore efficacia e appropriatezza dei prodotti acquistati, l’omogeneizzazione delle procedure tra le aziende del servizio sanitario regionale, i cui standard saranno definiti e monitorati dal nuovo ente, e il raggiungimento di livelli di qualità, di risultato, di servizio ed efficienza, secondo le migliori pratiche». Tra le competenze che avrà l’Azienda Zero – è riportato poi nella relazione – ci sono «la gestione delle procedure di selezione e formazione del personale, del modello assicurativo, delle infrastrutture tecnologiche informatiche, dell’autorizzazione all’esercizio delle strutture sanitarie e sociosanitarie, del contenzioso, della logistica. Riveste carattere innovativo l’attribuzione all’Azienda della responsabili della Gestione sanitaria accentrata». La legge prevede un finanziamento di 700mila euro, precisando comunque che «le fonti di finanziamento sono a valere sul fondo sanitario regionale del bilancio di previsione triennale 2022-24». Nel testo poi si prevede che sono organi dell’Azienda il direttore generale, il collegio sindacale, il collegio di direzione: il direttore generale – è scritto nell’articolato – «è nominato dal presidente della Giunta regionale previa delibera della Giunta regionale, o dal commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, in conformità alla normativa vigente per la nomina dei direttori generali delle a zie e degli enti del Ssr». Infine, si dispone che l’”Azienda Zero” «è dotata di personale proprio, acquisito mediante procedure di mobilità dalla regione, dalle Aziende e dagli altri enti del Ssr o assunto direttamente mediante procedura concorsuale qualora la professionalità richiesta non sia reperibile presso gli enti suddetti, previa autorizzazione della Giunta o del commissario ad acta”»
È stato lo stesso Occhiuto a illustrare il provvedimento di “Azienda Zero”. «Abbiamo la necessità di colmare il deficit di reputazione dimostrando che c’è una struttura commissariale che vuole dotarsi di tutti gli strumenti per rafforzare la capacità amministrativa. Molte delle procedure amministrative che le Asp avrebbero dovuto svolgere non sono state svolte. La ragione di questo strumento nasce da una mia domanda: perché non valutare la possibilità di mettere nella cassetta degli attrezzi uno strumento che consentirà di recuperare il gap di capacità amministrativa, accentrando le funzioni amministrative in alcuni ambiti. Questo progetto di legge – ha spiegato il governatore e commissario – non accorpa il sistema delle Asp e le Ao, che resteranno deputate all’erogazione dei Lea: è un modello già praticato in altre regioni, come Veneto e Lazio che è utile a svolgere in maniera centralizzata alcune funzioni che diventa più complesso far svolgere in aziende sanitarie già in regioni ben funzionanti». Per Occhiuto «non sarà un’azienda immediatamente operativa, non voglio fare l’errore del 2007 quando le aziende vennero accorpate prima di fare l’atto aziendale. Con questo testo prevediamo la possibilità di istituire questa azienda che accentrerà le funzioni amministrative, facendo restare integro il sistema delle aziende territoriali, e prevederemo invece l’implementazione di questa azienda attraverso atti successivi. Di questo strumento ne ho parlato con Agenas e credo che sia uno strumento utile a tranquillizzare la comunità nazionale e il soggetto attuatore della spesa del Pnrr, che si sta ponendo il problema di rafforzare la capacità amministrativa nella sanità. Noi spesso esprimiamo giudizi impietosi sull’azione dei commissari delle aziende, io sto cercando di valutarli sul campo anche in ragione dei risultati della campagna vaccinale, ma se anche avessimo tanti Mandrake al loro posto senza un’organizzazione che governa il sistema, avremmo tante mònadi senza alcun ordinamento tra loro. Io sto lavorando da un lato a potenziare il Dipartimento dall’altro ad avere e altri strumenti utili a svolgere questo coordinamento: mi sto muovendo con le categoria e del buon senso». Occhiuto ha quindi aggiunto: «Il tema è il collo di bottiglia senza il quale il miglioramento dei Lea non lo avremo, perché spesso ci concentriamo sul debito ma dimentichiamo che l’obiettivo è quello di assicurare i Lea, che sono da regione incivile. La sostenibilità dei conti certo è propedeutica ma lo è ancora di più determinare le condizioni del buon governo delle aziende sanitarie: noi non abbiamo notizie sulla gestione delle aziende perché nel Dipartimento non abbiamo una struttura per valutare questo, così non si può andare avanti. In Conferenza dei capigruppo abbiamo illustrato questo aspetto e avevo percepito una disponibilità a ragionare in questa direzione, poi ho letto sulla stampa dichiarazioni di altro segno. C’è un’emergenza che non ci consente di indugiare, per cui abbiamo deciso di procedere in questo modo: affido al Consiglio regionale la valutazione di questo, per quanto mi riguarda questo è uno strumento assolutamente necessario. Se ci fosse l’istituto della fiducia porrei la questione di fiducia su un tema del genere. Certo, c’è tutto il tempo per valutare insieme come costruire e articolare l’azienda. Sono rimasto un po’ basito – ha sostenuto il governatore -commissario – da alcune dichiarazioni che ho letto, perché credo di aver sempre trattato il Consiglio regionale con grande rispetto. Ho grande rispetto delle prerogative del Consiglio regionale ma avverto sulle mie spalle la responsabilità del commissariamento e non devo rispettare le prerogative del Consiglio devo avere rispetto del bisogno di salute dei calabresi. Se sbaglio sbaglio io ma voglio avere gli strumenti per lavorare e cercare di avere gli strumenti per fare, per questo ho chiesto al presidente del Consiglio di porre questo disegno all’odg del Consiglio regionale».
Dall’opposizione critiche soprattutto al metodo, al fatto che a dire delle minoranze la proposta di legge sia stata portata alla loro visione solo pochi giorni prima di questo Consiglio regionale. La leader del centrosinistra Bruni ha detto che «questo tema avrebbe meritato ben altro approfondimento e abbiamo parecchi dubbi sulla legittimità di questo percorso, nel senso che temiamo che il Consiglio regionale non possa legiferare su questo punto e c’è il rischio che il testo sia invalidato dalla Corte Costituzionale, forse poteva bastare un Dca». Sul punto ha replicato lo stesso Occhiuto: «Dubito – ha detto il governatore e commissario – che possa essere impugnata, non ho usato lo strumento del Dca perché la proposta di legge voleva anche essere una disponibilità al Consiglio regionale a non derogare al suo ruolo. Vediamo se la impugniamo, io penso di no». Anche il capogruppo di FdI, Giuseppe Neri, ha sostenuto che «il Consiglio regionale non ha perso la potestà legislativa in tema di sanità, se non contrasta con il piano di rientro». In favore del provvedimento anche i consiglieri Simona Loizzo (Lega) e Antonio Montuoro (FdI). Ma dall’opposizione – il capogruppo di “Dema” Ferdinando Laghi e l’M5S Davide Tavernise – sono comunque arrivate altre critiche. Il capogruppo Irto: ha sostenuto che «Occhiuto sta caricando di forte significativo politico questa legge, visto che parla di fiducia su questa norma, e anche noi siamo per la razionalizzazione. Non sappiamo qual è il modello di sanità che lei ha in mente, mi sembra che oggi in realtà nasce una decima azienda e si lasciano le solite contraddizioni nelle Asp. Chiediamo un rinvio di questo testo di legge, nelle commissioni o magari nella Conferenza dei capigruppo. Aggiungo – ha rilevato Irto – che questa richiesta non è una bocciatura a prescindere del testo, ma sarebbe opportuno un giusto approfondimento anche dandosi una scadenza precisa». La richiesta di rinvio comunque non passerà. Dopo la fine del dibattito, nuovo intervento di Occhiuto: «Credo – ha sostenuto il governatore-commissario – che questo testo sia uno testo necessario e anche urgente, la necessità di dimostrare che la Calabria sta procedendo con un’altra velocità e perché abbiamo ancora più necessità di rendere il sistema più efficiente. Oggi non è un messaggio politico ma è un messaggio istituzionale di una Calabria che si pone come protagonista nel governo della sanità. L’ho già detto, la sanità è zona franca, ci giochiamo tutto, si gioca tutto il commissario, il governo regionale e anche il Consiglio regionale. Lungi da me – ha sostenuto Occhiuto – pensare che con la sanità possiamo fare manovre politiche. C’è urgenza, non possiamo più aspettare. L’entità dei problemi è così grave che non possiamo pensare di procedere con i vecchi riti, le vecchie liturgie, non è più possibile. E infine, ribadisco che questa legge non infrange alcuna regola, nessuna legge, non infrange la Costituzione. Ho anche – ha osservato il presidente-commissario – il senso istituzionale nel rapporto tra maggioranza e e opposizione: questa azienda sarà anche soggetta alla valutazione della commissione di Vigilanza, ma diamine la Vigilanza negli ultimi anni sia il centrodestra sia il centrosinistra non l’hanno affidata all’opposizione. La mia maggioranza invece ha assunto l’impegno di affidare la Vigilanza all’opposizione e poi ci dite che non abbiamo rispetto dell’opposizione: è una cosa lunare». Occhiuto ha quindi aggiunto: «Ho bisogno che la legge venga approvata ora, poi se a gennaio si è nelle condizioni di migliorarla la sfida è accettata. In Calabria è cambiata la musica, soprattutto rispetto al tema di sanità: non so in quali tempi la riformeremo ma noi ce la metteremo tutta per firmare la sanità. È cambiata la musica perché ora si corre. Si corre perché il commissario ha bisogno di tutti gli strumenti e non dei legulei. E vorrei che il Consiglio regionale si dimostrasse al livello della drammaticità delle sfide che ci attendono e migliorasse il testo se va migliorato, ma intanto – ha concluso Occhiuto – il Consiglio non si divida tra quelli che vogliono correre e quelli che invece vogliono essere ancora i simboli di una conservazione che soprattutto nel governo della sanità ha prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti». Controreplica di Irto: «Non accettiamo che il presidente Occhiuto dica che chi non vota i suoi provvedimenti vota la conservazione, se si pensa questo allora votiamo contro, noi continuiamo a sfidarla sul cambiare il modello di sanità. Noi presenteremo le nostre proposte e apriremo una grande riflessione, non accettiamo che chi non vota i suoi provvedimenti sono per la conservazione e lei solo è il corridore, a noi – ha sostenuto il capogruppo del Pd – interessa che corra la Calabria. Quello che vediamo è che nasce una decima azienda e non c’è alcun passo di cambiamento pur presentando il progetto di legge alcuni passaggi innovativi». Anche Laghi confermerà il no al testo. Alla fine via libera ad “Azienda Zero” con il voto contrario delle opposizioni. (a. cant.)
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