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Valentina Ferri Bonaventura: «Mio fratello non è morto di Covid. Questo fa ancora più rabbia»

«Chiedo chiarezza perché Angelo non è il primo ad aver contratto infezioni durante il ricovero. All’ospedale di Cosenza è stato trascurato»

Pubblicato il: 15/12/2021 – 9:07
Valentina Ferri Bonaventura:  «Mio fratello non è morto di Covid. Questo fa ancora più rabbia»

COSENZA La perizia sulla morte di Angelo Bonaventura Ferri, vigile del fuoco e sindacalista Uil venuto a mancare durante la prima ondata pandemica, ha documentato una diversa realtà dei fatti. Sulla relazione del medico legale si legge: «non è una morte da Covid-19». Valentina Ferri, sorella della vittima, ospite a Buongiorno Regione si fa portavoce della famiglia e chiede giustizia per l’ennesimo caso di malasanità: una morte che, secondo quanto riportato dalla consulenza tecnica, richiesta proprio dai familiari, probabilmente si poteva evitare. «In un primo momento pensavamo che mio fratello fosse uno dei tanti morti di Covid, oggi la sua perdita fa ancora più rabbia. Abbiamo scoperto che Angelo era affetto da altre due patologie oltre al Coronavirus, infezioni che avrebbe contratto proprio nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Cosenza (in basso l’intervento del primario di Malattie infettive, che nega Ferri sia mai stato ricoverato in quel reparto, ndr). Impensabile che gli sia accaduto proprio lì».
Rancore e dolore nella testimonianza di Ferri lasciano spazio alla determinazione nel chiedere giustizia e chiarezza per un caso che potrebbe non essere l’unico, esempi di malati che hanno contratto delle patologie tra le mura delle strutture sanitarie non sono affatto rari. «Mio fratello non è il primo che ha contratto dei virus durante la degenza, gli ospedali dovrebbero rendere noti i dati legati alle infezioni sviluppate durante i ricoveri, ma non si trova nessuna informazione sull’ospedale Annunziata». Ferri prosegue l’intervista raccontando i giorni difficili lontani dal fratello ricoverato per Covid: «Il suo quadro clinico stava migliorando, ci sentivamo sempre per telefono e ci raccontava della negligenza e dell’indifferenza che subivano i malati come lui colpevolizzati per aver contratto il virus. Poi ad un certo punto si è aggravato, è stato intubato e da quel momento noi familiari non abbiamo avuto più notizie finché non è stato trasferito a Germaneto». Ferri non si limita a chiedere delle risposte su quanto avvenuto, ma ci tiene a denunciare il trattamento che è stato riservato ad alcuni ricoverati nei reparti di malattie infettive, molto spesso abbandonati a loro stessi, proprio come è successo ad Angelo. «A Cosenza è mancata “l’umanità” nella gestione del caso, a Germaneto invece abbiamo trovato tanta professionalità e vicinanza. Lì hanno individuato subito il suo quadro clinico, ci hanno detto che il problema non era il Covid. Si sono adoperati per curarlo con un antibiotico sperimentale, ma mio fratello è deceduto mentre era attaccato all’Ecmo. E’ davvero difficile morire così, mentre si è attaccati ad una macchina». Nessuna rassegnazione da parte dei familiari di Angelo che chiedono a gran voce di fare chiarezza su quanto successo ad un uomo di 52 anni che al momento del ricovero aveva una sola patologia, la positività al Covid. Diagnosi che nel decorso ospedaliero è cambiata totalmente secondo la perizia. Le domande che restano senza risposta sono quelle che riemergono abitualmente davanti ad un caso di malasanità: perché è successo e come si poteva evitare.

Il primario di Malattie infettive: «Ferri mai ricoverato nel nostro reparto»

Sui contenuti dell’intervista a “Buongiorno Regione” interviene Antonio Mastroianni, direttore dell’Uoc Malattie Infettive e Tropicali dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. «In relazione ai contenuti dell’articolo in oggetto – scrive il primario –, corre l’obbligo etico, morale e professionale di sottolineare il riferimento erroneo circa la allocazione e la responsabilità gestionale assistenziale dello stesso paziente citato dalla familiare. Si rende noto, infatti, che il paziente in questione non è mai stato ricoverato, gestito ed assistito presso la Uoc Malattie infettive e tropicali dell’azienda Ospedaliera di Cosenza. Il paziente citato dalla familiare è stato ricoverato presso il reparto di altra Uoc (e.g. Uoc di Pneumologia), sito al secondo piano dello stesso edificio dove sono ospitati la Uoc Malattie Infettive (piano terra e piano terzo) ed il Day hospital della Uoc di Ematologia (piano terra), per poi essere trasferito presso la Uoc di Rianimazione».
«Questa informazione – continua Mastroinanni – risulta importante per evitare fraintendimenti lesivi l’immagine professionale del personale sanitario della Uoc Malattie Infettive e Tropicali, citato nelle dichiarazioni della familiare del paziente, accuse che non possono essere rivolte ai sanitari della nostra Uoc». Il direttore di Malattia infettive sottolinea «la estraneità dei fatti addebitati dalla signora al personale sanitario della Uoc Malattie Infettive per rispetto della verità». (a.col)

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