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Crotone, il tribunale ha consegnato al museo archeologico decine di reperti

Sono il frutto di sequestri effettuati tra il 1989 e il 2000. I beni potrebbero non essere esposti al pubblico per mancanza di locali

Pubblicato il: 16/12/2021 – 12:55
di Gaetano Megna
Crotone, il tribunale ha consegnato al museo archeologico decine di reperti

CROTONE Il Tribunale di Crotone ha consegnato al Museo nazionale della città pitagorica reperti sequestrati in oltre 20 anni di attività, ma probabilmente non potranno essere esposti al pubblico per mancanza di locali.
La cerimonia di consegna si è tenuta questa mattina nell’aula 1 del Tribunale. Erano presenti il presidente del Palazzo di Giustizia, Maria Vittoria Marchianò, il procuratore della Repubblica, Giuseppe Capoccia e il responsabile del Museo archeologico nazionale di Crotone, Gregorio Aversa. Al Museo sono stati consegnati i reperti sequestrati in un ampio arco di tempo: dal 1989 al 2000. Queste anticaglie provenienti da attività giudiziarie messe in campo nei confronti di tombaroli clandestini, sono rappresentativi di periodi storici importanti per la città pitagorica e il suo territorio. Ci sono, infatti, reperti che risalgono al periodo greco e a quello romano. A dimostrazione della storia millenaria di Crotone.

«Quando ancora Roma non era stata fondata – ha detto il presidente Marchianò – a Crotone c’era Pitagora che insegnava». Il problema dal punto di vista della costruzione storica è rappresentato dal fatto che con si conoscono i siti precisi di provenienza dei reperti sequestrati. È noto solo che i tombaroli hanno operato nell’intero territorio provinciale pitagorico, magari scegliendo siti precisi (forse tre o quattro in tutto), ma non si conosce l’esatta provenienza territoriale. Questo non consente di costruire i percorsi storici per legarli ai territori comunali.
Un danno enorme per la costruzione della storia di un territorio che «è stato tra i più importanti del Mediterraneo». I tempi di consegna sono stati lunghi per l’istruttoria prevista per lo smaltimento dei “corpi di reato”. Marchianò ha sottolineato che, insieme a Capoccia, negli ultimi anni hanno accelerate le procedure per «lo smaltimento dei corpi di 5.000 corpi di reato». Significa che sono stati ultimati 5.000 procedimenti giudiziari. Le prime attività messe in campo hanno riguardato armi ed esplosivi, che erano custoditi all’interno del Tribunale di Crotone. La pratica è stata completata e le armi e gli esplosivi sono stati trasportati alla competente Direzione di artiglieria di Palermo. Successivamente le attività hanno riguardato “corpi di reato” rappresentati dai reperti archeologici posti sotto sequestro in seguito ad attività investigative delle forze dell’ordine e della Procura.
I sequestri avvenuti nelle operazioni successive seguono un’altra procedura e non vengono più custoditi dal Tribunale. Il reperto più importante consegnato oggi al Museo nazionale è un lekythos dell’Attica risalente al VI secolo a.C. Si tratta di un vaso unguentale costruito in Grecia. Si suppone che l’acquirente locale, quindi, doveva avere una certa agiatezza economica. Un altro reperto rilevante è una borchia. Non conoscendo il luogo preciso dove è stata trafugata, non si può risalire al suo utilizzo. Potrebbe anche essere la borchia della porta di un tempio.
Stamattina, quindi, decine di reperti archeologici lasceranno i locali del Tribunale, dove erano custoditi magari in contenitori di carta o legno, e saranno trasportati al Museo archeologico pitagorico, dove probabilmente avranno lo stesso trattamento per la carenza dei locali destinati all’esposizione.

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