COSENZA Si è concluso oggi in Corte d’Assise a Cosenza il controesame dei primi due testimoni chiamati a deporre nell’ambito del processo “Bergamini” che mira ad accertare i fatti che hanno portato alla morte del calciatore del Cosenza avvenuta il 18 novembre del 1989. Unica imputata nel procedimento, è l’ex fidanzata di Denis Bergamini, Isabella Internò, difesa dagli avvocati Pugliese e Cribari.
Prima del controesame sostenuto dai legali della difesa, è toccato all’avvocato Fabio Anselmo in rappresentanza della famiglia Bergamini, sollecitare il ricordo degli operatori di polizia. L’ispettore Ornella Quintieri ha ribadito la presenza di alcuni testimoni giunti sul luogo della morte del giocatore del Cosenza calcio, a Roseto Capo Spulico, subito dopo l’investimento del corpo di Denis da parte di un camion guidato da Raffaele Pisano. In particolare, l’avvocato Anselmo si sofferma su Francesco Forte «identificato come testimone presente sul luogo dei fatti». Da una telefonata intercorsa tra Donata Bergamini, sorella di Denis e lo stesso Forte emergerà la preoccupazione di quest’ultimo in relazione alle confessioni in merito alla morte del calciatore. Francesco Forte confesserà alla sorella della vittima di aver avuto paura per i suoi figli piccoli e che all’epoca dei fatti non aveva voglia di parlare del caso Bergamini. «Io ero poco più che un ragazzo e mi trovavo dietro il camion, ha frenato improvvisamente e le dico un particolare: mi ero fermato poco prima. Sono andato ad una stazione di rifornimento, ho preso le sigarette ed ho visto passare il camion e poi sono ripartito. Pioveva, mi pare fosse un sabato sera e il camion davanti a me ad un certo punto si ferma e mi fermo anche io. Ho detto perché non riparte?». Forte, come emerso nella precedente udienza (leggi qui), raggiungerà Pisano per chiedere spiegazioni e dopo alcuni minuti abbandonerà il luogo per dirigersi in un’altra direzione.
Alla partenza di Forte, seguirà l’arrivo sul luogo della morte di Bergamini, di un altro automobilista, tale Panunzio. Che viene fermato dalla Internò interessata a ricevere un passaggio «per telefonare perché il fidanzato si era suicidato». Panunzio deciso ad aiutare la giovane, lascerà la propria auto con moglie e figli a bordo e accompagnerà, con la Maserati di Bergamini, Isabella Internò «in un bar-ristorante poco distante. La giovane chiamerà Luigi Simoni, all’epoca dei fatti allenatore del Cosenza, per comunicargli la notizia della morte di Bergamini.
Il caso Bergamini ha spinto negli anni gli investigatori ad indagare sulle possibili cause della morte del calciatore. Sul tavolo, diversi ipotesi: l’ombra del calcio scommesse e della criminalità organizzata cosentina, l’acquisto della Maserati con il coinvolgimento del boss Antonio Paese e poi la relazione sentimentale con Isabella Internò. I molteplici moventi – per l’accusa – rappresentano un valido motivo per allontanare qualsiasi dubbio in merito al coinvolgimento della stessa imputata nella morte del calciatore di Argenta. L’avvocato Cribari, insieme al collega Pugliese, nel corso di un lungo controesame cita alcune delle sentenze in cui si sostiene la tesi suicidaria legata alla scomparsa di Denis e tenta di smontare le certezze dell’accusa, impegnata invece a dimostrare la colpevolezza di Internò. Il 10 Gennaio è prevista la prossima udienza e l’esame dei nuovi testimoni.
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