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L’allarme del Codacons: «Boom di pignoramenti in Calabria»

Aumento del 26% delle esecuzioni immobiliari. Di Lieto: «Rischio che i Tribunali diventino gigantesche lavatrici di danaro sporco»

Pubblicato il: 20/12/2021 – 13:31
L’allarme del Codacons: «Boom di pignoramenti in Calabria»

CATANZARO „Quest’anno in Calabria sono finiti all’asta oltre mille case. Si è passati dai 1429 fascicoli registrati nel 2017, ai 1249 del 2018, ai 1008 del 2019 fino al crollo conseguente il Covid del 2020 pari a 838. Oggi il dato risale a ben 1053 procedimenti di espropriazione di immobili». È quanto rende noto il Codacons alla luce dei risultati di un monitoraggio effettuato nei 10 Tribunali calabresi. «Soltanto il Tribunale di Lamezia Terme registra un dato in controtendenza, con una lievissima diminuzione del 10 % rispetto allo scorso anno».

I dati

Gli aumenti dei fascicoli più significativi si registrano a Vibo Valentia (+43%), Cosenza (+42%), Reggio Calabria (+35%), Catanzaro (+34%) e Paola (20%). La provincia con il maggior numero di pignoramenti immobiliari è quella di Cosenza con ben 459 fascicoli aperti nel corso del 2021 (erano 364 nel 2020 e 419 prima della pandemia). Seguono le province di Reggio Calabria con 241 fascicoli (erano 236 prima del Covid e “solo” 186 lo scorso anno), quindi Catanzaro con 190 fascicoli (erano 161 lo scorso anno), Crotone con 99 fascicoli (erano 82 nel 2020) e, infine, Vibo Valentia con 64 procedura contro le 62 pre-covid e le 45 del 2020. «Questi dati – sostiene Francesco Di Lieto – costituiscono la cartina di tornasole della situazione economica nella nostra regione. Una volta subito il pignoramento, diventa un’impresa titanica venirne a capo, perché le somme aumentano a dismisura, per non parlare di altri creditori che possono intervenire. Uno tsunami che non guarda in faccia nessuno: non solo piccoli imprenditori e lavoratori autonomi, ma anche tante, troppe, famiglie che, oramai, non riescono più a sostenere il peso dei debiti contratti per sopravvivere. Oramai per finire nel tunnel della povertà – prosegue la nota del Codacons Famiglie costrette a chiedere un finanziamento non già per effettuare acquisti, ma per pagare altri prestiti. Un circolo vizioso da cui è difficilissimo uscire. Senza contare che questo fenomeno dilagante lascia spiragli sempre più ampi alla piaga dell’usura. E così finanziamento dopo finanziamento, aumenta il rischio di ritrovarsi con la casa in vendita».

Il lato oscuro

«Le esecuzioni immobiliari rappresentano un enorme lato oscuro del sistema giudiziario – prosegue Di Lieto. Per come sono concepite finiscono per essere un “strumento” per riciclare proventi illeciti, arricchire personaggi non “adamantini” che ruotano intorno alle procedure espropriative e ridurre sul lastrico tante famiglie. Le aste “condizionate” sono venute alla ribalta a seguito di noti fatti di cronaca e sono oggetto di un osceno chiacchiericcio in quasi tutti i Tribunali. Tanto imporrebbe una serie riflessione sul rischio che i Tribunali finiscano per trasformarsi in gigantesche “lavatrici” di danaro di provenienza illecita».

Le proposte

Occorre intervenire per molteplici motivi:Per rispetto di coloro che subiscono ingiustamente le aste giudiziarie;Per garantire il diritto ad una abitazione;Per tutelare chi vanta un credito che diventa sempre più costoso riuscire a soddisfare; Per rinsaldare la fiducia nelle istituzioni. Per allontanare i “mercanti dal tempio”. Per questi motivi abbiamo chiesto e chiediamo al Governo ed a tutti i Presidenti dei Tribunali di assumere precise iniziative a garanzia della trasparenza e della legalità:
1- Istituire una banca dati unica, che possa consentire di verificare tutte le operazioni incoerenti rispetto alle disponibilità di chi acquista.
2- Individuare un valore soglia, al di sotto del quale è inutile, oltre che antieconomico, procedere alla vendita.
3- Prevedere controlli successivi allo svolgimento delle aste e propedeutici alla firma dei decreti di aggiudicazione, per verificare se è stata, concretamente, rispettata la normativa anti-riciclaggio. Confidiamo, infine, che la Guardia di Finanza voglia verificare tutti i fascicoli delle vendite giudiziarie per accertare il rispetto della normativa anti-riciclaggio nonché acquisire le eventuali segnalazioni poste in essere dai Tribunali su operazioni e condizionamenti sospetti.

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