COSENZA Poco più della metà degli italiani (52%) avrebbe deciso di andare in vacanza per le festività di fine anno, con il 24% che ha già prenotato. Al netto di chi ci sta pensando ma manifesta ancora un livello di indecisione (15%), gli italiani pronti a fare le valigie sarebbero poco più di 18 milioni di individui. Nove persone su dieci, inoltre, optano per una destinazione turistica in Italia, solo il 6% sceglie di andare oltre confine. Montagna e città d’arte le destinazioni preferite dai turisti. Sul versante opposto, sono ben 24 milioni gli italiani che hanno scelto di non partire (48%), dei quali, quasi ben 8 milioni hanno disdetto la prenotazione dopo la notizia della variante Omicron. Un altro più che significativo 12,4% per cento degli italiani ha rinunciato a partire perché, pur volendo, ha ancora il timore di viaggiare. La paura del Covid, dunque, incide in maniera rilevante sulla spesa turistica con una stima sui mancati introiti per il settore pari ad oltre 10 miliardi di euro. È quanto emerge dal borsino delle vacanze di fine anno realizzato dall’istituto Demoskopika.
«Bene i quasi 2 miliardi del Piano nazionale di ripresa e di resilienza per il turismo, – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – ma il rilancio del settore passa necessariamente da una visione strategica che al momento è debole. Analizzando le misure e gli interventi previsti si ha la sensazione che manchi una visione d’insieme. In questa direzione sembra che il PNRR sia condizionato fortemente dall’euforia di immissione di risorse a pioggia nel sistema ma con una consapevolezza inadeguata. Ad esempio, – precisa Raffaele Rio – non mi sembra esista un’analisi preliminare del mercato per ridurre al minimo il rischio degli investimenti. In altri termini, le risorse rischiano di finanziarie prioritariamente il sistema imprenditoriale nelle destinazioni tradizionalmente più rinomate trascurando il fatto che l’emergenza pandemica ha modificato le scelte dei turisti italiani e stranieri verso altre tipologie di vacanza e, quindi, verso destinazioni e territori differenti da quelli storicamente a maggiore appeal. E, inoltre, – continua il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – le misure rivolte al settore alberghiero e ai tour operator si rivolgono alla singola impresa, quando sarebbe opportuno e innovativo dirigere risorse anche verso aree individuate sulla base della concentrazione di un’offerta di servizi integrati e della capacità di attrarre le nuove tendenze di consumo dei turisti».
Scelte di fine anno: oltre 18 milioni di italiani andranno in vacanza. Destinazione? Italia. Poco più di 18 milioni di italiani hanno scelto di andare in vacanza per le festività di fine anno, con un giro d’affari stimato pari a 13,3 miliardi di euro. Il 23,6% ha già prenotato la villeggiatura, soprattutto nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni, mentre il 13,1% sta pensando di programmare una vacanza per Natale e Capodanno. Significativo, inoltre, il 15% che si manifesta indeciso. E, ancora. Prevale la vacanza “nazionalista”: 9 italiani su 10, pronti a “fare le valigie”, la trascorreranno nel Belpaese. Sul versante opposto, appena il 6% ha in programma di recarsi all’estero, di cui, il 4,1% ha programmato il viaggio in una destinazione europea, mentre il rimanente 1,9%, opta per una vacanza internazionale. Anche in questo caso, saranno i giovani (18-35 anni) a propendere maggiormente per un viaggio oltre confine. Le vacanze saranno, inoltre, preferibilmente “familiari”, facendo prevalere la tradizione. Ben il 76,2% del campione interpellato, infatti, non ha dubbi: andrà in vacanza con la famiglia. Seguono le rimanenti scelte di chi preferisce organizzare il periodo festivo di fine anno con gli amici (21,3%) mentre i “solitari” rappresenterebbero appena il 2,5% del campione.
Pernottamento: torna protagonista la ricettività alberghiera. Cala il “fai da te”. La maggior parte degli italiani che hanno scelto di andare in vacanza utilizzerà il sistema ricettivo alberghiero o extra-alberghiero. In particolare, il 29% non intende rinunciare all’albergo e il 12,1% all’ospitalità del villaggio turistico. Sul versante extra-alberghiero, inoltre, le scelte ricadranno principalmente sui bed and breakfast (27%) seguiti dall’agriturismo (4,8%) e dalla scelta del campeggio (1,2%). L’offerta ricettiva tradizionale, dunque, ritorna ad essere preferita rispetto al “fai date” la cui scelta dei vacanzieri, in un solo anno, si è ridotta di oltre 14 punti percentuali: 25,8% nell’anno in corso rispetto al 40% del 2020. In particolare, il 19,1% del campione opta per le case prese in affitto, mentre il 6,8% per immobili di proprietà della famiglia o ospite di parenti e amici.
Il borsino delle festività: montagna e città d’arte le mete più gettonate. Località di montagna o città d’arte e borghi del Belpaese. Sono le mete più ricercate dagli italiani per trascorrere le festività di fine anno. Nel dettaglio, la scelta della tipologia di vacanza in montagna è rappresentata da circa un terzo del campione (31%) che ha dichiarato l’intenzione di andare in vacanza, modalità di risposta immediatamente seguita dalla volontà di conoscere e pernottare in una città d’arte italiana (27,1%). Più che significativa, inoltre, la quota degli italiani che ha optato per trascorrere il periodo festivo in campagna (14,3%) o al lago (11,9%). Seguono, nel ranking delle mete individuate dagli italiani, il mare (9,6%) e le vacanze termali (6,1%).
Il Covid condiziona ancora il turismo italiano: perdita stimata pari a oltre 10 miliardi di euro. Il 48% degli italiani ha rinunciato alla vacanza fuori porta per le festività di fine anno. I motivi? In primo luogo – emerge dall’indagine realizzata da Demoskopika – perché l’emergenza pandemica non smette di condizionare l’andamento dei comportamenti di consumo turistico degli italiani. In particolare, ben il 28,4% degli individui interpellati non andrà in vacanza: il 12,4% perché “pur volendo, hanno ancora timore a viaggiare” in aggiunta al 16% degli intervistati che ha addirittura cancellato la prenotazione dopo la notizia della diffusione della variante Omicron. La paura del Covid si ripercuote inevitabilmente sulla spesa turistica con una stima dei mancati introiti per il settore pari ad oltre 10 miliardi di euro. Colpisce, infine, il 19,8% degli italiani che non ha programmato la villeggiatura con la famiglia dichiarando un peggioramento della condizione economica familiare rispetto allo scorso anno.
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