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La solidarietà di Cosenza per gli attivisti che denunciano la malasanità

La Questura ha chiesto la sorveglianza speciale per i tre ragazzi perché ritenuti «socialmente pericolosi»

Pubblicato il: 21/12/2021 – 23:20
La solidarietà di Cosenza per gli attivisti che denunciano la malasanità

COSENZA Hanno ricevuto la solidarietà di Medici senza frontiere, sindacati, uomini e donne delle istituzioni, associazioni, studenti e semplici cittadini Jessica Cosenza, Simone Guglielmelli e Francesco Azzinnaro gli attivisti per i quali la Questura di Cosenza ha chiesto la misura della sorveglianza speciale. Oggi si è tenuta un’assemblea pubblica contro la richiesta di sorveglianza per Jessica e Simone nel palazzo della Provincia di Cosenza. I tre, sostengono quanti si sono schierati al loro fianco, sono ritenuti «socialmente pericolosi», per aver  partecipato a manifestazioni per denunciare la mancanza di servizi sanitari essenziali in Calabria o la fatiscenza delle strutture e il rischio crolli nel centro storico di Cosenza. A Cosenza è stato organizzato un dibattito pubblico nella sede della Provincia per avviare una serie di incontri a sostegno dei tre attivisti per i quali, entro il 14 febbraio, il giudice del tribunale di Sorveglianza dovrà decidere in merito alla misura richiesta per loro dalla Questura. «La risposta della città – ha detto Jessica Cosenza – è stata fortissima, così come quella di singoli cittadini e associazioni con le quali abbiamo collaborato negli anni. L’assemblea di oggi è solo un primo passo per raccogliere tutta questa solidarietà e organizzare una replica a quello che è un attacco non a noi, ma al pensiero democratico e alla coscienza critica di questa città che esprime dissenso sempre in maniera pacifica». «Questo provvedimento – ha aggiunto Simone Guglielmelli – pesa tanto perché è una grande ingiustizia che fortunatamente la città ha dato prova di sentire come propria. È un attacco alla storia democratica e civile di questa città che ha dato prova di avere forti anticorpi democratici. Siamo fiduciosi e ci auguriamo che il giudice rispedisca al mittente la misura».

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