VIBO VALENTIA Passa dal carcere ai domiciliari Antonio Mancuso (cl. ’38), l’anziano presunto boss di ‘ndrangheta vibonese. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Catanzaro (Anna Maria Saullo presidente, a latere Assunta Maiore e Giuseppe Perri) che ha accolto l’istanza presentata dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Di Renzo.
A pesare sulla decisione, infatti, le precarie condizioni di salute di Antonio Mancuso, già condannato – in primo grado – per le estorsioni ai danni del tabaccaio Zappia, detenuto finora nel carcere di Secondigliano, a Napoli, un quadro clinico complicato per via di diverse patologie, oltre che una recente caduta che ha richiesto una stabilizzazione vertebrale. Il perito ha però rilevato come «per l’età avanzata» e «lo stato di forzata immobilizzazione e detentivo» sia da considerare «il rischio serio e concreto di strutturazione di uno stato depressivo» i cui rapporti «con l’instaurazione di una demenza sono ampiamente documentati» e i seri e «concreti rischi per la salute» testimoniati anche dall’ultimo ricovero urgente al “Cardarelli” di Napoli.
Uno stato di salute dunque «incompatibile con il regime detentivo». Per queste ragioni i giudici hanno disposto la sostituzione della pena, con gli arresti domiciliari che Antonio Mancuso dovrà scontare «nel luogo di cura dove è attualmente ricoverato» e nel luogo che lo stesso Mancuso indicherà dopo le eventuali dimissioni. (Gi.Cu.)
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