REGGIO CALABRIA Il consiglio regionale ha approvato la proposta di legge finalizzata ad autorizzare Fincalabra, società in house della Regione, ad acquistare le quote dei soci privati della Sacal, la società di gestione degli aeroporti calabresi. A presentarla il vicepresidente del Consiglio regionale, Pierluigi Caputo (Forza Azzurri), la legge, che modifica una norma della legge regionale 9 del 2007 sulla mission di Fincalabra, prevede che «considerata la rilevanza strategica per la Regione Calabria del servizio di interesse generale erogato dalla società Sacal Spa, Fincalabra Spa, è autorizzata ad acquisire, nei limiti delle risorse disponibili, le azioni della predetta società aeroportuale calabrese Spa (Sacal) detenute dai soci private». Questo intervento – si legge nella relazione illustrativa al testo di Caputo – «si rende necessario al fine di scongiurare gravi e più pesanti conseguenze per l’intero sistema aeroportuale calabrese». Per acquisire le quote private di Sacal, Fincalabra – dispone l’articolo 5 della proposta di legge regionale – «è autorizzata a provvedere con le risorse del “Fondo Exit Strategy Fuif”, dalla stessa gestito e finalizzato a sostenere strategie di sviluppo e investimento di imprese a capitale misto pubblico e privato che operano nei settori strategici della Regione Calabria». La proposta di legge di Caputo concretizza la linea del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di acquisire tutto il pacchetto azionario privato di Sacal, linea dettata dal governatore all’indomani della mancata ricapitalizzazione da parte dei soci pubblici e del conseguente passaggio della maggioranza azionaria nelle mani dei soci privati. La proposta di legge ha innescato un lungo dibattito, aperto da Antonio Lo Schiavo (De Magistris Presidente), che ha annunciato voto contrario «perché si cono tanti dubbi, si può creare una duplicazione nella partecipazione, con Regione e Fincalabra insieme, e mi sembra che i compiti di Fincalabra siano altri». Per Amalia Bruni (capogruppo del Misto) «è indubbio che riportare Sacal nel controllo pubblico sia fondamentale ma è necessario anche accertare le responsabilità di un management chiaramente inadeguato». A sua volta il capogruppo del Pd Nicola Irto, che ha dato «atto a Occhiuto di non aver sottaciuto le negligenze» che hanno caratterizzato la scalata dei privati alla Sacal, ha espresso la preoccupazione «per il rischio di fare gli errori del passato, quando Fincalabra, società in house della Regione, partecipava a sua volta in altre società al di fuori del contro dirette del Consiglio regionale, e questo ha anche prodotto enorme debito e disorientamento. Non vogliamo che la Regione non riesca a controllare la situazione. Vorremmo rassicurazioni sul fatto che Fincalabra non torni a essere un carrozzone fuori da ogni controllo, per quesot servono precise linee guida». In sede di replica Occhiuto ha spiegato che «la situazione che si è determinata in Sacal non è contemplata né dalla legge né dalla convenzione con Enac, in base alla quale il socio provato non può detenere la maggioranza assoluta della società. Quando ho denunciato questa anomalia l’ho fatto perché ho avuto la sensazione che a questa risultato si fosse arrivati per insufficienti comunicazioni alle autorità di vigilanza e quindi che potesse esserci un obiettivo recondito, approfittando anche della fase di vacatio della Regione all’epoca. Io ho assecondato gli interessi degli enti di vigilanza ad accertare che tutto fosse avvenuto nella piena regolarità, pena la revoca della concessione. Il bivio era questo: o si lasciavano le cose come stavano, determinando però la revoca della concessione, o si interveniva. Il socio privato prima ha dichiarato la sua disponibilità a cedere il 2-3%, ma noi abbiamo detto che se c’è una denuncia in Procura e se c’è una procedura di Enac forse non conviene fare una società che a giudizio degli enti di vigilanza ha posto in essere comportamenti forse illegittimi. E allora – ha ricordato il presidente della Regione – ho detto no, proponendo che la Regione acquistasse tutto il pacchetto. Il pacchetto è stato valutato dal socio privato al valore nominale di 12 milioni circa, ma ho chiesto a Fincalabra di fare un’analisi sul valore reale su questo pacchetto, perché il valore nominale dev’essere depurato dalle perdite». Secondo Occhiuto «è evidente che questa legge è una soluzione al problema della revoca della concessione, ma non è un soluzione al problema del rilancio di Sacal: a mio avviso chi ha avuto il compito di rappresentare gli interessi della Regione nell’assemblea non ha rappresentato questi interessi, per cui faremo una valutazione anche in ordine al management una volta che abbiamo concluso l’acquisto da parte di Fincalabra. È un tema che dobbiamo porci in prospettiva, e la nostra intenzione è trovare un socio che abbia grandi esperienze in campo aeroportuale, ma ora il tema è evitare la revoca della concessione e lo stallo degli aeroporti. Noi intendiamo fare di Fincalabra un nuovo strumento, non solo a supporto alle imprese ma anche di supporto e di assistenza tecnica ai Comuni per la progettazione dei fondi del Pnrr, perché rischiamo di perdere la scommessa del Pnrr non avendo la giusta capacità amministrativa della pubblica amministrazione. Invece di fare altri carrozzoni, vogliamo sviluppare ulteriormente il ruolo delle società».
Il Consiglio regionale ha poi approvato la proposta di legge presentata da Michele Comito, Giovanni Arruzzolo (Forza Italia) e Salvatore Cirillo (Coraggio Italia) sulla stabilizzazione del precariato storico calabrese. Si tratta di un testo che dovrebbe portare alla stabilizzazione di circa 700 precari, quelli della legge 15 del 2008, a partire però da 70 persone in servizio a Calabria Lavoro con contratti a tempo determinato, e poi 52 che prestano attività a supporto di altri enti e 574 in forza ai Comuni della regione: prevista una spesa di circa 8 milioni. Sul punto è intervenuta anzitutto la Bruni: «Siamo assolutamente d’accordo sulla necessità di una stabilizzazione di lavoratori che da tempo meritano dignità. Pongo però una serie di problematiche, la prima è perché indichiamo la stabilizzazione di sole 70 unità?». Per il democrat Mimmo Bevacqua «stabilizziamo quello che va stabilizzato ma non creiamo più precariato. L’abbiamo fatto tutti, centrodestra e centrosinistra, ora chiediamo questa pagina creando opportunità per posti di lavoro stabili e dignitosi». Ferdinando Laghi (De Magisdtris Presidente) ha sostenuto che è «fondamentale cancellare il precariato dalle prossime iniziative di carattere occupazionale, non è etico opporsi a un progetto di legge del genere ma qualche domanda sorge spontanea, perché solo questa legge non risolve il problema». Raffaele Mammoliti (Pd), ha osservato: «Voto a favore a questo provvedimento che dà dignità a tanti lavoratori ma è evidente che non basta, non contemplando molte figure di precari. Bisogna impegnare la Giunta affinché insieme alle forze sindacali si faccia un punto preciso sul precariato e ci si indirizzi verso obiettivi occupazionali precisi, puntando a in piano straordinario per il lavoro». Mammoliti si è scagliato contro la maggioranza per la bocciatura di un suo emendamento, ma a stemperare la polemica è successivamente intervenuto il governatore Occhiuto manifestando «la disponibilità della Giunta a procedere a una ricognizione di tutto il precariato», e inducendo Mammoliti a trasformare il suo emendamento in un ordine del giorno. (c.a.)
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