VIBO VALENTIA Tre intense giornate di riflessione, dibattito e rappresentazione. Perché la cultura è formazione a 360 gradi e «la scuola fuori dalla scuola» come ama chiamarla il dirigente del liceo Morelli-Colao Raffaele Suppa, rappresenta forse il modo migliore per promuovere gli apprendimenti e conseguire traguardi altrimenti difficili da raggiungere. Gli studenti del liceo classico “M. Morelli” e del liceo artistico “D. Colao” hanno tenuto accese – grazie all’associazione Electa che ha concesso i locali alla scuola ed all’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Maria Limardo – le luci di Palazzo “Gagliardi”, la struttura monumentale, nel cuore del centro storico di Vibo, che da sempre costituisce il cuore pulsante dell’antica Hipponion. Ed il Festival delle Arti, giunto alla sua seconda edizione, ha rappresentato un modo nuovo per approcciarsi alla conoscenza, per promuovere un sistema culturale e valoriale altrimenti poco noto, per mettere gli studenti alla prova del “grande” palcoscenico, a quasi due anni dall’inizio della pandemia che sta flagellando il pianeta.
“Coltivare la bellezza per essere liberi” è stato il motto dal quale è partito l’Istituto d’Istruzione Superiore “Morelli-Colao”, guidato da Raffaele Suppa, per dipanare temi e questioni di varia natura, nei tre giorni che hanno preceduto la pausa didattica natalizia. Tre le sale nelle quali si sono alternati studenti di ieri e di oggi, ragazzi delle scuole medie del territorio e diversi allievi del Morelli e del Colao che si sono esibiti in varie forme di rappresentazione artistica. Ma il Festival delle Arti è stato anche tanto altro. Con il professor Silvio Greco e l’assessore Vincenzo Bruni, gli allievi dell’indirizzo Comunicazione del Liceo Classico hanno affrontato la tematica ambientale, presentando un’apposita inchiesta giornalistica, mentre gli studenti del liceo artistico Colao hanno proiettato il lungometraggio “Intersezioni”, con la regia di Nik Fortuna, realizzato con il contributo della Rambaldi Promotions. Molto apprezzato anche il cortometraggio con la regia di Greta Nesci, sulle preoccupazioni e le emozioni delle future generazioni e quello sulla violenza contro le donne, in lingua inglese, curato dalla professoressa Monica Rubino.
C’è stato spazio anche per quel mix straordinario di musica e poesia, tra arte e letteratura, grazie all’Antologia di Spoon River. La chiusura con il botto, con l’evento tra gli eventi, è stata riservata al concerto della Brunori Sas, che si è esibita grazie al contributo degli studenti della band del liceo classico e del liceo artistico. Un’esibizione, coordinata dalla giornalista Rai Maria Teresa Santaguida e fortemente voluta dalla professoressa Caterina Scolieri, che ha letteralmente mandato in visibilio il pubblico dentro e fuori il palazzo, dove il tutto è stato proiettato grazie a dei maxi schermi messi a disposizione per l’evento. Non sono mancati, in mezzo al Festival delle arti, significativi spazi di riflessione sull’arte contemporanea tra performance e linguaggio del corpo, con Giancarlo Di Fede e su Salute mentale e diversità, grazie al contributo di Salvatore Di Fede. La kermesse ha visto in primissima linea tanti docenti dell’istituto, costituiti in un’apposita commissione. Tra gli altri, Anna Melecrinis, Antonino Fortuna, Chiara Marasco, Caterina Scolieri, Terry Cavalieri, Bianca Cimato, Monica Rubino, Rosi Ortelio, Vania Continanza. Fondamentale il contributo dei laboratori del liceo artistico Colao, con l’apporto dei docenti Salvatore Lopreiato, Giancarlo Staropoli, Salvatore Delapa, Agostino Caracciolo, Raffaele Famà. «Portiamo all’esterno – ha concluso il dirigente scolastico Raffaele Suppa – quello che di consueto facciamo in seno alle pareti della scuola. Noi pensiamo che la didattica sia voglia di vivere, relazioni, gioie ed emozioni. In tre giorni abbiamo messo insieme, arte letteratura musica e pittura, perché così noi intendiamo valorizzare il patrimonio culturale enorme che abbiamo nella nostra città».
D’altronde, «la voglia di vivere e di sognare la vogliamo portare in questi contesti che con le varie iniziative di questi mesi danno l’idea di una comunità viva e forte che proietta i valori culturali anche all’esterno in una dimensione globale. Abbiamo pensato che questo momento dovesse rendere protagonisti gli studenti che hanno promosso tutte le attività e siamo riusciti a mettere insieme in questi giorni la voglia, l’energia, la creatività di questa generazione che intende essere protagonista del processo di apprendimento che deve sprigionare energie e idee che sono proprie di questa generazione. I ragazzi vanno ascoltati e messi nelle condizioni di realizzare le sue aspirazioni».
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