Stasi nel Pd? Già pronto il comitato d’accoglienza. Promenzio: «Sull’orlo del baratro si attacca al partito»

CORIGLIANO ROSSANO Che Flavio Stasi si stia approcciando al Partito democratico è cosa ormai assodata. Non bastassero le continue interlocuzioni col Nazareno, al quale è giunto a discutere grazie al viatico chiesto al sub commissario provinciale Aldo Zagarese, è notizia recente che le «truppe cammellate» stasiane si siano iscritte al partito. Molti dei suoi fidati sostenitori hanno sottoscritto la tessera dem, probabilmente come preludio del passaggio del sindaco ai lidi piddini.
Tra questi vi sarebbero assessori, consiglieri comunali, parenti di consiglieri comunali di maggioranza ed anche suoi fedelissimi.
L’obiettivo del sindaco di Corigliano Rossano, ormai nemmeno troppo celato, è quello di ottenere – in primis – la benedizione dem nella sua corsa alla presidenza della Provincia di Cosenza e poi magari anche un paracadute post consiliatura.
In politica, spesso, due più due non fa mai quattro, ma la sottoscrizione di un congruo numero di tessere sottoscritte da stasiani di ferro, quella cresciuta a pane e movimentismo, per cui i partiti erano e sono il male assoluto, sembrano essere l’anticamera del passaggio del movimentista per eccellenza al Pd. Che, ben inteso, pare stia organizzando la controffensiva perché parte del partito locale e provinciale potrebbe non accoglierlo a braccia aperte. La battaglia potrebbe consumarsi sul terreno delle scelte calate dall’alto, se è vero com’è vero che su Stasi pare ci sia la benedizione romana.
In prima fila, tra gli oppositori, c’è certamente Gino Promenzio, già candidato a sindaco per la coalizione “Civico e Popolare” sostenuta dal Pd e dirigente del partito per lunghi anni, peraltro tra i papabili ad essere nominato sottosegretario alla Sanità nel 2011 sotto quel vessillo.
«Se qualcuno del centrosinistra vuole sostenere Stasi – dichiara il leader di Civico e Popolare – è in dirittura d’arrivo il suicidio. Aspettavamo il sol dell’avvenire ed è arrivato un pacchetto di tessere che assume i connotati da vecchia politica, quella, guarda caso, sempre combattuta da Stasi. Come nella peggiore partitocrazia, uno dei peggiori sindaci della storia calabrese, sull’orlo del baratro, si abbraccia disperatamente al Partito democratico e guida le sue truppe cammellate composta da assessori, parenti di assessori, consiglieri comunali di maggioranza, stasiani della prima, seconda e terza ora, sempre inferiori a quelli che lo hanno abbandonato».
«Nel festival dell’ipocrisia spiccano soggetti che hanno fatto dell’antipartitocrazia una bandiera elettorale, salvo poi attaccarsi a un partito nel tentativo di rimanere a galla nel naufragio dell’amministrazione Stasi. Al Pd, che contiene robuste tradizioni democratiche e capacità di governare enti locali in tutto il Paese, non sfuggirà la natura strumentale e da ultima ora politica di questa disperata compagine amministrativa».
Il “benvenuto” nel Pd di Gino Promenzio al sindaco di Corigliano Rossano non è, sicuramente, dei migliori. E sembra essere solo l’inizio di un “comitato d’accoglienza” a cui potrebbe andare incontro Flavio Stasi, tra le ampie correnti del Pd di Corigliano Rossano e sibarita, e tra le schiere provinciali, perché il suo nome se utilizzato da Roma come “rigeneratore” – ma calato dall’alto – potrebbe non piacere non solo alla base, ma anche a molti suoi sostenitori. (l.latella@corrierecal.it)