LAMEZIA TERME Boom di contagi a Lamezia Terme. Agli 11 i nuovi casi accertati e registrati ieri dall’Asp di Catanzaro, nella giornata di oggi si sono aggiunti altri 38 positivi facendo balzare a 216 il numero totale dei casi attivi in città. Sono invece 37 i «contatti stretti e protratti» per i quali il Comune, guidato dal sindaco Paolo Mascaro, ha emesso la relativa ordinanza mentre sono 23 i guariti. Un numero allarmante e che certifica come a Lamezia Terme, così come nel resto della Calabria, l’emergenza contagi Covid stia assumendo contorni preoccupanti. A certificarlo è il bollettino regionale diffuso oggi. Sono infatti 1.091 i casi positivi registrati oggi, solo 187 nella provincia di Catanzaro.
Contestualmente con il numero dei contagi, a Lamezia cresce anche il numero dei locali pubblici che ha optato per la chiusura, un po’ per sicurezza, un po’ per casi positivi registrati. E in molti lo hanno annunciato pubblicamente. Come l'”Umami Bistrot” che, su Facebook, ha annunciato la chiusura per «tutelare noi, i nostri collaboratori e i nostri clienti da possibili contagi che ad oggi fortunatamente abbiamo evitato». «Riapriremo – annunciano – quando le condizioni tecnico/lavorative permetteranno una continuità di lavoro come da nostre abitudini». E c’è poi “Il Fornaio Angotti 1977” con lo staff che ha annunciato su Facebook come «alcuni membri del nostro staff sono recentemente risultati positivi e immediatamente isolati (…) e oggi – per una maggiore sicurezza del personale tutto e dei nostri clienti- sanificheremo i nostri locali e tutto il nostro staff effettuerà nuovamente i tamponi molecolari» fissando la riapertura, da domani, dei locali in via Adige e la chiusura in via Trento.
Nonostante gli annunci “ufficiali”, non mancano le ormai classiche “fake news” che imperversano sui social ma anche attraverso le chat WhatsApp. Fa discutere, soprattutto, il messaggio inoltrato (più volte), un vero e proprio elenco di presunti locali chiusi a causa di contagi Covid. Alcuni dei nomi corrispondono, molti altri invece no. Insomma, un modo anomalo di diffondere notizie, un sistema ottimale invece per veicolare informazioni che in molti casi non corrispondo affatto alla realtà. Un ulteriore disagio in tempi (già complicati) di pandemia. (redazione@corrierecal.it)
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