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«Firma falsa sulla sfiducia». Il sindaco di Crotone va in Procura

Voce porta all’attenzione degli inquirenti il documento firmato dall’opposizione e disconosciuto da uno dei (presunti) sottoscrittori

Pubblicato il: 30/12/2021 – 14:06
di Gaetano Megna
«Firma falsa sulla sfiducia». Il sindaco di Crotone va in Procura

CROTONE Il sindaco di Crotone, Enzo Voce, nel corso di una conferenza stampa, tenutasi questa mattina, ha annunciato di avere chiesto l’intervento della Procura della Repubblica. La vicenda è quella del documento di richiesta della convocazione di una seduta del consiglio comunale firmato da 13 consiglieri di opposizione. Secondo Voce una delle firme potrebbe essere falsa. L’ipotesi che si fa è che potrebbe non essere stata apposta dall’interessato (uno dei 13). Secondo quanto è stato possibile apprendere, ieri il consigliere promotore dell’iniziativa, avrebbe chiesto di incontrare i consiglieri comunali di opposizione, a margine della seduta del consiglio comunale, per chiedere la firma su alcune proposte da presentare. Uno dei tredici consiglieri, che ha firmato più documenti, ha dubbi che la firma apposta sulla richiesta per la convocazione di una assise per sfiduciare Voce possa essere la sua. Non nega di avere firmato alcune mozioni, ma sostiene di non essere stato messo al corrente di firmare per la sfiducia. Probabilmente ha firmato senza leggere, perché leggendo si sarebbe accorto che il documento presenta errori grossolani di forma. Aprendo la conferenza stampa di questa mattina, Voce ha detto: «Mi dispiace dover aprire questa conferenza stampa, che voleva anche essere un momento di ringraziamento per l’attenzione che la stampa riserva alla nostra azione amministrativa con la comunicazione di un avvenimento che mi ha molto amareggiato».
«Ieri, alla conclusione del consiglio comunale, – ha sottolineato Voce – ho appreso prima da un blog e successivamente da una testata giornalistica online (Corriere della Calabria, ndr), che tredici consiglieri comunali avevano firmato un documento per chiedere la sfiducia del sottoscritto. Contestualmente, alla presenza di una consigliera comunale, ricevevo una telefonata da parte di un consigliere che disconosceva la firma in calce al documento dichiarandolo non sua».
Continuando, ha aggiunto: «Ho ritenuto doveroso informare, questa mattina, la Procura della Repubblica di quanto appreso e, naturalmente, resto fiducioso nell’operato della stessa per accertare quanto avvenuto». «Resta l’amarezza – conclude – per un episodio che tuttavia non scalfisce la determinazione con la quale intendo proseguire nel percorso di cambiamento che la mia amministrazione ha intrapreso».

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