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l’inchiesta

Vibo, fallimento del “501 Hotel” e dell’Acquapark: chiesti dieci rinvii a giudizio – I NOMI

L’indagine della GdF, coordinata dalla Procura, riguarda alcune società che avevano gestito importanti strutture ricettive della provincia vibonese

Pubblicato il: 30/12/2021 – 22:35
di Giorgio Curcio
Vibo, fallimento del “501 Hotel” e dell’Acquapark: chiesti dieci rinvii a giudizio – I NOMI

VIBO VALENTIA Sono accusati del fallimento delle società “501 Hotel S.p.A”, “501 Hotel Gestione S.r.l.”, “Phoenices General Trade S.r.l.”, “Onda Verde Mare S.r.l.”“, tutte facenti capo alla nota famiglia di imprenditori vibonesi dei Mancini. Per questo la Procura di Vibo Valentia, e in particolare la pm Concettina Iannazzo, ha chiesto il rinvio a giudizio per 10 persone, accusate a vario titolo dei reati di bancarotta fraudolenta. 

I nomi

Si tratta in particolare di: Saverio Maria Mancini, cl. ’65; Giovanni Mancini, cl. ’76; Luigi De Paola, cl. ’40; Teresa Malfarà Secchini, cl. ’57; Sergio Casati, cl. ’62; Giuseppe Paparatto, cl. ’69; Pier Angelo Campi; Paolo Silva, cl. ’64; Angelo Sabatino, cl. ’65 e Isabella Lo Riggio, cl. ’66. Stralciata, invece, la posizione di Giuseppe Mancini.

Le indagini della Procura di Vibo

Le indagini, dirette dal Procuratore della Repubblica Camillo Falvo e dal sostituto procuratore Concettina Iannazzo, eseguite dalla Sezione di polizia giudiziaria – aliquota guardia di finanza e dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Vibo Valentia, hanno preso in esame le procedure concorsuali che nel corso degli anni si sono concluse con la dichiarazione di fallimento delle società che avevano gestito importanti strutture ricettive della provincia vibonese (Hotel 501 di Vibo Valentia, Lido degli Aranci di Vibo Valentia, Acquapark di Zambrone).

Fondi drenati 

Le indagini approfondite hanno consentito di ricostruire una serie di operazioni societarie e finanziarie che, secondo l’accusa, avrebbero cagionato il dissesto delle società, attraverso il drenaggio e la distrazione di ingenti risorse per un ammontare di 14.903.050 euro e la conseguente creazione di una massa fallimentare per un importo di 55.759.730 euro. Gli imprenditori, inoltre, che avrebbero spesso ricoperto ruoli all’interno delle società in situazioni di conflitto di interessi, avrebbero sottratto e drenato ingenti disponibilità finanziarie dalle società, in seguito fallite, cagionandone il dissesto, mediante una serie di operazioni dolose quali, ad esempio la mancata registrazione di corrispettivi relativi ad eventi e ricevimenti, che venivano pagati in nero, che non confluivano nelle casse sociali; ricorrenti prelevamenti in contanti dai conti correnti delle società privi di giustificazione; l’arbitraria distribuzione di utili ai soci in contrasto con le delibere assembleari.

L’udienza

I dieci indagati dovranno ora comparire davanti al giudice per l’udienza preliminare di Vibo Valentia, Francesca Del Vecchio, il prossimo 31 marzo 2022. Nel collegio difensivo fanno parte gli avvocati Giuseppe Di Renzo, Eugenio Penna, Pier Domenico Lombardo, Marcello Scarmato, Nicola D’Agostino, Patrizio Cuppari, Franco Livera e Vincenzo Cantafio. 

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