COSENZA «E poi arrivo al poggio roccioso oltre il quale si apre la visione della macchia slabrata, color pistacchio, del Lago Cecita, incorniciata fra pini, graniti, montagne, cielo, nubi. Dove si vive in armonia, senza insolenza, senza credere di essere i predestinati al dominio del mondo. È un momento di estasi mistica, di puro ritorno allo spirito, dimensione dimenticata dai bipedi bofonchianti, che ora, in questo stesso momento, a milioni affollano i luoghi del divertimento coatto e sguaiato, reclamando una libertà che non possiederanno mai». In un passo di uno dei tanti racconti: l’avvocato, naturalista e scrittore Francesco Bevilacqua descrive l’emozione di un impagabile attimo di eternità vissuta “perso” tra i monti della Sila. Dal Lago Cecita, alla Foresta della Fossiata, fino alla Sila Grande. Camminando con il capo rivolto verso l’alto ad ammirare l’enorme sacrario di titani (pini, abeti, faggi, ontani, pioppi, aceri) ed assaporare, in mezzo ai maestosi Giganti, il “foliage”, il momento in cui le foglie cambiano livrea per passare dal verde al giallo, all’arancione e al rosso. Lo spettacolo della cangiante cromia di aceri montani, pioppi tremuli, faggi e ciliegi selvatici che in questo bosco seicentesco, bene del Fai, hanno dimora da secoli ha lasciato spazio alla candida neve che rende l’altopiano un luogo di straordinario fascino.
«La Sila riparte», confessa orgoglioso l’assessore al Turismo Fausto Orsomarso e lo fa con la riapertura degli impianti di Camigliatello e Lorica off limits per tanti, troppi anni. Gli appassionati di sci e snowboard esultano fieri così come i viaggiatori affamati di percorsi outdoor e gli amanti dell’escursionismo, dell’enogastronomia. Tutti in attesa di (ri)vivere un’esperienza a contatto con la natura. Il turismo montano calabrese riparte dal turismo slow, in un tempo evidentemente segnato dall’inarrestabile diffusione del contagio.
L’offerta naturalistica del Parco della Sila consente di soddisfare le richieste di qualsiasi viaggiatore. Circa 74mila ettari che ricadono in 19 comuni tra le Province di Cosenza, Catanzaro e Crotone. «E’ partito un nuovo percorso, grazie ad una grande e rinnovata sinergia tra le istituzioni locali e gli operatori privati. Stiamo cercando di fare rete e confrontarci sulle strategie», confessa al Corriere della Calabria, Daniele Donnici di Destinazione Sila. «L’offerta turistica della Sila va ben oltre la Calabria e gli operatori si stanno attrezzando: dal treno storico a vapore, alle visite nei borghi». La nuova vision apre le porte di una nuova era del marketing territoriale legato al rafforzamento «dell’informazione digitale e online e alla formazione degli operatori, sia quelli già in attività sia dei nuovi». Ma c’è anche «un’altra Sila» quella animata dalle attività legate alla «neve dolce», che Donnici considera «la vera essenza del turismo invernale». «Lo sci di fondo, lo snow treck e le ciaspolate abbinate a momenti di degustazione e visite in cantine e aziende agrituristiche». La Sila riparte, finalmente!
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