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Azienda Zero e azienda unica di Catanzaro, la politica si divide sulla “nuova” sanità

Big a confronto. Mancuso: scelte giuste. Viscomi: no a leggi campate in aria. Bruni: vedo poca sostanza. Abramo: entrare nel merito delle questioni

Pubblicato il: 03/01/2022 – 20:13
Azienda Zero e azienda unica di Catanzaro, la politica si divide sulla “nuova” sanità

CATANZARO Un nuovo modello di sanità. La politica si confronta sulle due grandi novità nel settore sanitario che hanno caratterizzato la fine del 2021: l’azienda Zero e l’azienda ospedaliera unica “Dulbecco” di Catanzaro, varate dal Consiglio regionale su input del centrodestra guidato dal governatore e commissario della sanità Roberto Occhiuto. A discuterne, dividendosi più (spesso) che unendosi, nella Sala concerti del Comune di Catanzaro, personaggi di spicco della politica regionale, dal parlamentare del Pd Antonio Viscomi al presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, dal sindaco e presidente della Provincia di Catanzaro Sergio Abramo alla leader del centrosinistra a Palazzo campanella Amalia Bruni.

Mancuso: «Azienda Zero è la scelta giusta per una svolta»

Mancuso ha difeso le due leggi che il centrodestra ha portato a casa in avvio di questa legislatura regionale. «Finora in sanità tutte le scelte si sono dimostrate sbagliate per cui si può solo migliorare, l’Azienda Zero è a mio avviso la scelta giusta. Azienda Zero ha l’intento di colmare tutte le lacune burocratiche e amministrative che si sono palesate in questi 12 anni di commissariamento, è una scelta giusta per una svolta perché va nella direzione di semplificare, accentrare e di poter dare finalmente bilanci finalmente reali. Quanto alla legge sull’azienda unica di Catanzaro è una legge importante, siamo alla terza volta, l’ha presentata il centrosinistra, l’ha presentata il centrodestra, l’ha ripresentata il centrodestra. Speriamo – ha rilevato il presidente del Consiglio regionale – che questa sia l’ultima volta e che finalmente si possa andare avanti, andare oltre la semplice legge e poter finalmente far partire l’azienda unica. Con questa nuova legge abbiamo voluto recepire le contestazioni della Corte costituzionale rispetto alle precedenti normative, speriamo che sia la volta buona. Ora entro un anno va fatto un protocollo di intesa che esalti le professionalità e le competenze e non le mortifichi, che sia una fusione per incorporazione equa e sia fatto in prospettiva di dare un servizio efficace ed efficiente ai cittadini».

Viscomi: «Prima di approvare leggi fare studi di fattibilità»

Dubbi sul percorso portato avanti dal centrodestra da parte del deputato del Pd Antonio Viscomi: «Azienda Zero è un problema serio e va affrontato con molta consapevolezza perché c’è un problema di riduzione e di controllo dei costi attraverso il controllo delle procedure di gara di affidamenti e appalti di beni e servizi. Nel 2016-2017 la Regione Calabria fece questo con la Sua e ricordo che la gara farmaceutica portò a un risparmio di 55 milioni, e l’Anac ha apprezzato moltissimo il lavoro della Sua dicendo che c’era solo una pecca, quella per cui dei 130 dipendenti in realtà ce n’erano 29 e quindi la Regione avrebbe dovuto impegnarne altri 100. Quindi – ha sostenuto il deputato del Pd – è necessario razionalizzare le spese e le procedure di spesa: Azienda Zero vorrebbe andare verso questa direzione ma credo che più che razionalizzare rischia di rivelarsi un’altra azienda. La mia idea sulla sanità è molto semplice: prima di mettere mano a una legge a mio avviso bisognerebbe fare degli studi di impatto e di fattibilità reali. Ricordiamo come fui fatto l’emendamento notturno per la trasformazione delle Asl in Asp». Per Viscomi «è arrivato il momento che ogni norma in materia di sanità sia preceduto da uno studio di fattibilità serio, cioè da un approccio guidato dai dati, altrimenti rischiamo di prendere decisioni campate in aria. Le stesse considerazioni valgono per l’Azienda unica Dulbecco di Catanzaro: va costruito il tavolo, perché la legge non dice assolutamente nulla, è solo uno start, ha la funzione di attivare un processo ma anche questo processo richiede anche qui una estrema consapevolezza dei dati su cui lavorare altrimenti è una mera integrazione di primariati. Il problema è: qual è il bisogno di sanità, quali sono gli interessi dei cittadini a cui risponde questa integrazione? È questa la vera domanda».

La platea al dibattito di Catanzaro: in primo piano la Bruni

Bruni: «Finora vedo soprattutto operazioni di facciata»

Critiche all’azione del governatore e commissario Occhiuto da parte della leader del centrosinistra alla Regione Amalia Bruni. «Vedo positività e negatività, la positività è la rapidità con cui il presidente si sta muovendo, ma questa è anche la negatività, perché la rapidità rischia di far fare solo operazioni di facciata e non di sostanza. Alcuni dei suoi consulenti sono di spessore, sicuramente hanno grandi competenze, ci auguriamo che riescano a metterle in campo. C’è però – ha rimarcato la Bruni – una grande sofferenza del Dipartimento, mancano gli operatori, c’è una pessima gestione di questo pandemia, con una mancanza di organizzazione delle aziende e della Regione e con un piano pandemico che non è stato aggiornato e non ha dato indicazioni sufficienti. Poi, in piena quarta ondata scopriamo che il centro regionale di farmacovigilanza della Regione non esiste più perché non sono stati rinnovati i contratti che erano sul bilancio Aifa: sono sconvolta perché non si può restare senza una struttura del genere. Siamo davvero allo sbaraglio, per questo sul Centro di farmacovigilanza ho presentato un’interpellanza al presidente della Giunta e al presidente del Consiglio. Quello che vedo è che c’è un’attività spesso più di facciata che di sostanza. Capisco che la situazione è molto complessa e che mettere mano a una sanità giù devastata di suo con questa emergenza è un’impresa ciclopica, ma mi sembra che il presidente Occhiuto giochi troppo in difesa. Io sto facendo alcune proposte che vorrei fossero ascoltate, perché penso di avere la giusta esperienza. Ci sono delle cose da fare con gradualità ma partendo da subito.

Abramo: «Entrare nel merito delle questioni»

«Dobbiamo entrare nei numeri altrimenti non ne usciamo», ha detto a sua volta il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo. «C’è una suddivisione dei fondi – ha proseguito Abramo – che purtroppo penalizza l’ospedale di Catanzaro. Non capisco poi perché la Calabria percepisce risorse in proporzione minore a regioni come la Lombardia. E possibile che tutta la politica calabrese, destra e sinistra, non riesce a portare avanti una battaglia contro la penalizzazione della Calabria e dei Comuni calabresi? Se non ci battiamo su questo non ne usciamo. Dobbiamo entrare nel merito delle questioni: vogliamo dire che ci sono ospedali che vanno chiusi? Purtroppo c’è la politica che fa un passo indietro davanti alla protesta della popolazione. Quando parliamo di Azienda Zero, attenzione, bisogna parlare di un sistema che deve ripartire: è l’organizzazione che è sempre mancata, perché abbiamo dato la gestione in mano a gente che non capiva nulla. Quando parliamo di integrazione, dobbiamo parlare del fatto che potremmo perdere l’università, attenzione. Ecco perché – ha concluso il sindaco di Catanzaro – invito la politica a fare presto, perché per fare un protocollo ci vogliono 15 giorni, non un anno, e attenzione a non mortificare gli ospedalieri del Pugliese Ciaccio».
Tanti inoltre i contributi al dibattito, organizzato dalla esponente del Pd e dirigente del reparto di Cardiologia dell’ospedale Pugliese di Catanzaro Giusy Iemma e m,odorato dal direttore di Calabria7, Mimmo Famularo: tra gli intervenuti, anche il consigliere regionale del Pd Ernesto Alecci e il commissario dell’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio Francesco Procopio. (c. a.)

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