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Ritorno a scuola, ecco tutte le ipotesi con l’aumento dei contagi

Il rientro in aula resta fissato a seconda delle regioni tra il 7 e il 10 gennaio. Ma l’incremento delle infezioni pone seri interrogativi

Pubblicato il: 03/01/2022 – 11:09
Ritorno a scuola, ecco tutte le ipotesi con l’aumento dei contagi

ROMA L’aumento dei contagi da Covid-19 pone seri interrogativi sull’opportunità del ritorno a scuola previsto nelle diverse regioni tra il 7 e il 10 gennaio. Per questo si torna a discutere di didattica a distanza. Ma dalle fonti governative, l’obiettivo sarebbe quello di limitare al massimo il ricorso alle lezioni da casa. Per questo sono allo studio nuove regole in tema di quarantena, che differenzierebbero tra alunni vaccinati e non vaccinati. Una scelta che non troverebbe però d’accordo tutte le forze politiche che compongono la maggioranza di governo. Intanto le organizzazioni sindacali scolastiche incontreranno domani, martedì 4 gennaio, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, per discutere delle modalità di riapertura degli istituti scolastici.
Quel che è stato ribadito più volte dal ministro Bianchi «è fondamentale tutelare la didattica in presenza». Ma l’incremento esponenziale dei casi di infezione soprattutto nella fascia scolastica non può non essere preso in seria considerazione dal governo.

I governatori premono per escludere la Dad per gli alunni vaccinati


I governatori delle Regioni, al fine di preservare al massimo le lezioni in presenza, puntano a escludere il ricorso alla didattica a distanza per gli alunni vaccinati nel caso in cui vengano riscontrati due studenti positivi nella stessa classe. Le proposte, che si applicherebbe alle scuole elementari e alla prima media, potrebbero essere discusse nel consiglio dei Ministri del prossimo 5 gennaio  


Le divergenze nella maggioranza

Sulla distinzione di trattamento degli studenti nel ritorno in aula si registrano però posizioni opposte tra le forze della maggioranza. Secondo la sottosegretaria all’Istruzione del M5S Barbara Floridia («non si può pensare di discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la dad e per altri la frequenza in presenza». Meglio intervenire aumentando le risorse disponibili per la scuola e far sì che gli istituti restino aperti in generale.  È della stessa opinione la Lega. Fonti del partito, commentando le ipotesi sulle nuove regole per la quarantena degli alunni, avrebbero detto che discriminare bambini e famiglie non ha nessun senso». «Lasciare a casa da scuola 3 milioni e mezzo di bambini a gennaio» non sarebbe una soluzione adeguata, hanno detto le stesse fonti, che propongono di intervenire sull’areazione dei locali scolastici e sull’uso delle mascherine protettive.
Sempre tra le file della Lega, anche Rossano – sottosegretario all’Istruzione insieme a Floridia – ha sottolineato come priorità del governo sia quella di «preservare la didattica in presenza».
«Non possiamo permetterci di relegare in dad milioni di studenti” e sacrificare così “il loro diritto all’istruzione», ha detto il sottosegretario, secondo cui l’ipotesi delle lezioni da casa creerebbe «enormi difficoltà alle mamme e ai papà» e sovraccaricherebbe «il lavoro già complesso di insegnanti e dirigenti scolastici».
Il sottosegretario al Ministero della Salute Andrea Costa si è detto convinto che si riuscirà a «rispettare la riapertura dell’anno scolastico e l’inizio delle lezioni per il 10 gennaio». Per il rientro in aula, sottolinea, sono state stanziate «risorse importanti», da indirizzare verso il monitoraggio dei casi Covid e lo screening dei tamponi.

Alcune Regioni spingono per lo slittamento

Alcune Regioni, come Marche e Campania, spingono per uno slittamento, magari anche solo di una settimana, per capire l’andamento della curva epidemiologica in un momento in cui, a causa della variante Omicron, i contagi sono schizzati oltre i 100mila al giorno durante il periodo natalizio. L’incidenza è cresciuta soprattutto tra la popolazione in età scolare. Ad aprire ad un rinvio della didattica in presenza è stato nelle scorse ore anche il Comitato tecnico scientifico, con il coordinatore Franco Locatelli che ieri, intervistato da Repubblica, non ha escluso questa possibilità, facendo slittare di una settimana il rientro, con giorni che si potrebbero poi recuperare a giugno. Si ricordi che le Regioni non possono più decidere autonomamente sulla chiusura degli istituti scolastici, a meno che non si sia in presenza di situazioni “di eccezionale e straordinaria necessità” o in zona rossa e arancione. Quindi, al momento, il ritorno in presenza non sarebbe in dubbio, visto che il Governo resta fermo sulla sua posizione.

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