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il dibattito sulla sanità

Il Pd: «Dubbi sull’Azienda Zero. E la fusione di Catanzaro penalizza il Pugliese»

I consiglieri regionali Mammoliti e Alecci criticano i recenti provvedimenti targati centrodestra. «Sottovalutate le considerazioni di Urbani»

Pubblicato il: 04/01/2022 – 17:59
Il Pd: «Dubbi sull’Azienda Zero. E la fusione di Catanzaro penalizza il Pugliese»

CATANZARO Provvedimenti approvati a colpi di maggioranza e senza alcun approfondimento, provvedimenti che suscitano tanti interrogativi. Su Azienda Zero e sull’Azienda unica di Catanzaro frutto della fusione per incorporazione tra il Policlinico universitario Mater Domini e l’ospedale Pugliese Ciaccio il Pd continua a sollevare dubbi e critiche. Dubbi e critiche che il consigliere regionale democrat Raffaele Mammoliti rinverdisce in una conferenza stampa a Catanzaro alla quale hanno preso parte anche altri big del Pd come il collega a Palazzo Campanella Ernesto Alecci e il deputato Antonio Viscomi.

«La legge sull’azienda unica penalizza il Pugliese»

Mammoliti prende di mira anzitutto la legge sulla fusione delle aziende catanzaresi. «Non essendo state ancora insediate le commissioni, la maggioranza non ha dato la possibilità di fare una discussione di merito rispetto al provvedimento, che di per sé non ci vede contrari. La legge prevede una commissione che dev’essere composta da una rappresentanza dell’Università e una rappresentanza della Regione, ma il Pugliese Ciaccio perché non c’è, pur avendo una capacità e un know how identici a quella dell’Università? Si parla di pari dignità ma noi non la vediamo. C’è poi un’altra ragione, politica e democratica. Il centrodestra – aggiunge il consigliere regionale del Pd – dice che in altre regioni sono stati fatti questi provvedimenti di fusione, ma non si tiene conto che a esempio la Toscana ha fatto una commissione permanente nella quale sono stati coinvolti i sindaci, i sindacati, gli operatori sanitari: perché non fare lo stesso in Calabria? Perché questo provvedimento di fusione dev’essere appannaggio di un’oligarchia che sarà schiacciata solo sull’Università? Questo è il tema che abbiamo posto: poiché il provvedimento non è potuto passare dalle commissioni e quindi dalla discussione e dall’approfondimento, noi abbiamo agito prendendo atto della prevaricazione della maggioranza». Mammoliti poi garantisce che «nei prossimi mesi non staremo a guardare quello che faranno: entro un anno si deve sottoscrivere il protocollo d’intesa, e noi vogliamo riempirlo di contenuti prevedendo la valorizzazione delle risorse delle due aziende, perché solo così si potrà realizzare davvero un presidio fondamentale non solo per l’area centrale della Calabria. Poi, ritengo che ci siano da valutare con attenzione alcune cose: mi sembra che siano passate in sordina e sia stato sottovalutate le considerazioni di Urbani, importante dirigente del ministero, che ha scritto al presidente della Regione e ai vertici del Dipartimento ricordando che in Calabria non si possono approvare approvare provvedimenti in piano di rientro senza passare dal vaglio dei ministeri affiancanti, sanità e Finanze: al momento – rileva il consigliere regionale del Pd – è una lettera, ma non sappiamo gli sviluppi che potrebbe avere questa comunicazione di Urbani».

Da sinistra: Talarico, Mammoliti, Gioffrè

«Non è Azienda Zero ma Azienda 10»

Mammoliti contesta anche i contenuti dell’altro provvedimento legislativo in sanità targato Occhiuto-centrodestra: «Per come viene esplicitata nella legge, non è Azienda Zero ma Azienda 10. Azienda Zero potrebbe avere un senso nella razionalizzazione dei servizi e nello svolgimento dei concorsi, ma indebolisce la portata della Sua, che ha prodotto risultati positivi, e indebolisce poi la stessa funzione del Dipartimento Sanità. Diventa Azienda 10 quando tra le funzioni che le sono attribuite ci sono anche quelle legate alla medicina del territorio: questo – spiega il consigliere regionale del Pd – significa che si sottrarranno competenze e funzioni alle Asp e alle aziende ospedaliere, per questo diventa Azienda 10. C’è poi un altro aspetto passato in sordina: il presidente della Regione è contemporaneamente è commissario della sanità, poi con questo provvedimento sottrae poteri alle Asp e alle aziende ospedaliere e diventa responsabile anche di Azienda Zero. Mi sembra che abbiamo eletto un imperatore in Calabria. Questo è un tema importante perché nelle mani di un presidente si concentrano una serie di poteri che non ha eguali nella storia del nostro regionalismo».

«Provvedimenti approvati senza alcuna discussione»

Anche Alecci condivide le considerazioni di Mammoliti: «Quello che abbiamo contestato in Consiglio regionale – spiega il consigliere regionale del Pd – è il metodo, perché questi provvedimenti sono stati portati all’ultimo minuto, senza una discussione nelle commissioni, che sono un organo di garanzia, di confronto e di approfondimento. Su Azienda Zero ci sono grandi interrogativi, perché dalla legge emerge che andrà a sostituire in toto il Dipartimento Salute, ha una propria autonomia e indipendenza da un punto di vista amministrativo, gestionale, contabile. In Consiglio regionale abbiamo sollevato questa eccezione: se sta nascendo un nuovo soggetto che dovrà ridisegnare la sanità su tutto il territorio regionale perché non affidargli anche il ridisegno della sanità provinciale con questa importante integrazione tra Pugliese Ciaccio e Mater Domini che inciderà anche sugli equilibri del territorio. Ben venga l’integrazione se porterà a un’unione di saperi tra il Pugliese e l’Università, ben venga se abbatterà i costi, ma – conclude Alecci – era necessaria una valutazione più chiara e con i tempi giusti». Alla conferenza stampa inoltre hanno partecipato anche Bruno Talarico, dirigente della Cgil, e Santo Gioffrè, medico e scrittore. (c. a.)

In primo piano il consigliere regionale Pd Alecci
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