L’elezione del Capo dello Stato fa da tappo a tutte le vicende politiche a valle di essa. Prima della loro conclusione tutte le idee sono congelate.
Intanto, la prossima settimana si riunisce il Consiglio regionale per eleggere i tre grandi elettori che spettano alla Calabria. Secondo prassi toccano due posti alla maggioranza e una alla minoranza. In continuità col passato la maggioranza dovrebbe indicare i presidenti della Giunta e del Consiglio, ovvero Roberto Occhiuto e Filippo Mancuso, salvo diverso accordo. Per il posto alla minoranza dovrebbe andare il più votato, nella fattispecie, Nicola Irto. I nomi devono arrivare sul tavolo del presidente della Camera, Roberto Fico, tre giorni prima del via, il 18 gennaio.
Eletto il presidente della Repubblica salta il tappo, nel senso che tutte le vicende politiche, per lo più intrecciate tra loro, si rimettono in moto. In Calabria due questioni sono prima fila. Il congresso regionale del Pd e le candidature a sindaco di Catanzaro, a loro volta legate tra loro.
Se il congresso dem è di parte, la scelta dei candidati a sindaci riguarda tutto l’arco costituzionale. Da questo punto di vista, gli schieramenti prevalenti, centrodestra e centrosinistra, sono nelle stesse condizioni, molta polvere, molte parole. Sul campo di gara ci sono molti nomi, forse troppi, alcuni inverosimili, altri possibili, al netto delle autocandidature destinate ad afflosciarsi da sole. Queste elezioni sono eterodirette da Rona che vuole mettere la firma, ma forse non la faccia, perché si tratta pur sempre del capoluogo di regione. Da qui i contatti inconfessabili, tattiche e pretattiche. Per dirla in termini calcistici, melina.
*giornalista
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