Il presidente della giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto scrive a Mario Draghi, presidente del consiglio dei ministri. Quelle che il governatore calabrese affronta sono le criticità riscontrate sui futuri lavori della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Salerno Reggio Calabria. Ci sono punti poco chiari sui lavori da fare sui lotti che interessano il territorio della Regione. E il governatore non manca di fare notare dubbi e perplessità dopo lo studio e il confronto effettuato sui progetti insieme ai suoi più stretti collaboratori.
«Le scrivo – dice Occhiuto rivolgendosi a Draghi – dopo un puntuale confronto con i miei più stretti collaboratori in merito all’individuazione delle infrastrutture che nei prossimi anni andranno finanziate anche tramite le risorse europee del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Apprendo che ultimamente presso il Comitato speciale del consiglio superiore dei Lavori Pubblici, è iniziata la presentazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Salerno Reggio Calabria e della bretella di connessione che da Battipaglia arriva fino a Potenza. Questo, che ad oggi rappresenta un successo per l’avvio delle attività necessarie alla infrastrutturazione ferroviaria di ampi territori della Campania interna, della Basilicata e della Calabria, cioè di territori del Mezzogiorno che non vedono investimenti di tale portata da molti decenni, non tranquillizza la Regione di cui da pochi mesi sono presidente, per l’assenza, nella proposta presentata, del progetto integrale che da Battipaglia arriva a Reggio Calabria. Apprendo che nella presentazione dei lotti che interessano il territorio della mia Regione non è emersa alcuna caratteristica tecnica dell’opera ma sono solo emersi i riferimenti legati al tipo di finanziamento. In particolare è stato precisato che il finanziamento di 9,4 miliardi di euro graverà su generiche fonti finanziarie: è emerso anche che per i relativi tempi di attuazione l’orizzonte temporale si attesta al 2030, ovviamente successivo al 2026; mentre entro il 2026 sarà possibile disporre di soli 33 km tra Battipaglia e Romagnano finanziati con 1.8 miliardi di euro del Pnrr. Infatti la tratta Battipaglia Praja è articolata in 3 sublotti con un sublotto a), tra Battipaglia e Romagnano, di 35 km, il sublotto b) tra Romagnano Buonabitacolo, di 46 km, e il sub lotto c) che parte da Buonabitacolo di 47 km per arrivare a Praja, sulla costa calabrese».
«Nonostante gli sforzi del presidente, e di alcuni componenti della commissione speciale prima richiamata – prosegue fermamente Occhiuto –, nell’insistere sulla necessità di disporre di un quadro complessivo di un’opera tra le più significative del Piano nazionale di ripresa e di resilienza a livello europeo per il suo intrinseco significato di coesione economica e territoriale, di accessibilità alle aree interne, di equità infrastrutturale, di impatto sui fondamentali indicatori di sviluppo, al momento non è stato presentato il progetto di fattibilità tecnica economica oltre Romagnano fino a Praja e nulla è stato presentato sulle tratte tutte in territorio calabrese che da Praja vanno a Tarsia, nulla sul rifacimento della Galleria Santomarco. L’unico riferimento è stato al finanziamento a valere per complessivi 9,4 miliardi di euro su non meglio specificate fonti di finanziamento. I lotti tra Tarsia e Cosenza, Cosenza e Lamezia Terme, Lamezia Terme e Gioia Tauro sono ad oggi solo un’idea di tracciato per i quali manca anche una idea di finanziamento. La ragionevole certezza dell’assenza di progetti in grado di generare lavoro, occupazione, stabilità sociale in momenti gravi come questi che stiamo vivendo, si scontra così nei fatti con le migliori intenzioni di investimento in aree meno sviluppate del Paese, producendo una distorsione che considero significativa delle iniziali ragioni che hanno portato al concepimento stesso del Pnrr. È utile ricordare che senza il progetto dell’Alta Velocità ferroviaria nel Sud del Paese difficilmente la Unione Europea avrebbe acconsentito alla strutturazione di un Piano del valore, solo per l’Italia, di ben 209 miliardi di euro e devo tristemente sottolineare che la differenza essenziale tra un piano esclusivamente finanziario ed uno realmente significativo per lo sviluppo di ampie aree del Paese, passa proprio attraverso l’attuazione di una serie di interventi da sempre noti e rimasti da sempre intuizioni progettuali».
«La Calabria non può aspettare – prosegue la lettera di Occhiuto – che Rete Ferroviaria Italiana produca progetti di fattibilità tecnica delle tratte in territorio calabrese non conoscendo, perché non è pubblico, neanche la stima dei cronoprogrammi dei lavori tra Praja e Tarsia e nel proseguimento della tratta fino a Reggio. La Calabria non può aspettare che da quei cronoprogrammi oggi non conosciuti discendano finanziamenti bloccati per circa 9.4 miliardi che migliorano solo il rating delle stazioni appaltanti, congelati come sono nel relativo contratto di programma. La Calabria non può aspettare che nel suo stesso territorio siano genericamente assegnati e bloccati fondi per opere per le quali la prima fattura lavori da pagare sarà probabilmente nel 2031 ed avere oggi nel 2021 progetti definitivi in grado di creare lavori bloccati per l’assenza di fondi. La Calabria non può aspettare ancora per riprogrammare il proprio futuro e chiederà di modificare la programmazione della quota di finanziamento nazionale che alimenta il Pnrr per la quota che le spetta e per avviare opere ed interventi che, indipendentemente dai vincoli originari di spesa, possano essere dedicati ad opere e progetti oggi in grado di produrre lavoro, occupazione, benessere sociale. Certo di un Suo proficuo interessamento in merito alle problematiche esposte, Le invio i miei più cordiali saluti, auspicando di poterLa incontrare presto a Roma per un confronto a trecentosessanta gradi sul futuro della Calabria».
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