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Sanità e Pnrr, Tripodi: «Il governatore dovrà prendere atto della necessità di confrontarsi coi territori»

Il sindaco di Polistena ospite del talk 20.20: «Mi rifiuto di pensare che salute si riduca a mercificazione di bilanci»

Pubblicato il: 06/01/2022 – 8:21
Sanità e Pnrr, Tripodi: «Il governatore dovrà prendere atto della necessità di confrontarsi coi territori»

LAMEZIA TERME Inizia il quarto anno del talk di approfondimento de L’altro Corriere Tv condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro. Primo ospite del 2022 di 20.20 è Michele Tripodi. Il sindaco di Polistena porta con sé l’esperienza di questi ultimi giorni contenuta nel documento approvato dalla Conferenza dei sindaci del distretto socio-assistenziale della città della Piana su Pnrr e investimenti nel comparto sanitario. Un’«aspra critica» verso il modus operandi – di Asp ed enti preposti – che ha alla base un deficit di dialogo con i territori. I sindaci rimangono l’avamposto per eccellenza nella lotta al Covid, e per «tutelare il diritto alla salute di cittadini che col tempo hanno subito delle privazioni ingiuste».
Tripodi descrive una «situazione drammatica» data dall’assenza dei servizi previsti e mai attivati sul territorio. «Uno spoke, com’è l’ospedale di Polistena – dice il sindaco in termini esemplificativi – da linee guida del ministero della Salute dovrebbe avere servizi come l’Oculistica e la Neurologia, ma ad oggi mancano. C’è dunque uno stato di fatto che non corrisponde a quello di diritto». Il dialogo intorno alla programmazione degli interventi diventa così fondamentale. «In una situazione di emergenza devo poter dire al cittadino dove trova il pronto soccorso più vicino. È una necessità, quella odierna, di tutelare il diritto alla salute di un territorio che purtroppo ha subito delle privazioni ingiuste creandosi delle disparità tra un calabrese e un cittadino che abita al Nord».

La programmazione del Pnrr

«Credo – aggiunge Tripodi – che il presidente della Regione dovrà prendere atto della necessità di confrontarsi coi territori anche perché le decisioni prese saranno differite nel tempo. Parliamo di una programmazione del Pnrr che dovrebbe partire dal 2026; di una programmazione differita dentro una programmazione ordinaria che non esiste». Nasce da queste impellenze la decisione, presa dai sindaci del distretto socio-sanitario di Polistena, di firmare il documento che non ha ancora trovato riscontri da enti e Istituzioni sollecitate. «Auspichiamo che una volta normalizzata la situazione si apra subito questo tavolo», dice il sindaco di Polistena, che rivendica per e con i sindaci una programmazione strutturata e dettagliata: «Una programmazione – dice riferendosi alle linee dell’Asp – non si può fare in una notte. Non si crea utilità per il territorio, ma si fa giusto per fare». Le risorse del Pnrr interessate in questo dibattito riguardano «solo un segmento della sanità», ovvero quello delle opere infrastrutturali, «dell’involucro che dovrebbe essere alla fine riempito di contenuti».

«Ci stiamo preparando per la fase attuativa»

«Ci stiamo preparando per la fase attuativa (del Pnrr, ndr), ma credo che la totalità dei Comuni non sia pronta perché dopo anni di spending review sono rimasti a secco di personale. Molti dovranno ricorrere ad esperti esterni, come faremo anche noi». Il tema rilanciato da Tripodi è stato toccato a più riprese dei diversi amministratori della regione. La progettualità alla base del Pnrr richiede figure tecniche di un certo spessore (e con determinate competenze) che in questo momento mancano agli enti.
Secondo il sindaco di Polistena occorre intervenire a monte per far fronte a queste mancanze, con una “cabina di regia”: «Ci sono una serie di passaggi che richiedono una struttura». Non risolve il problema il recente stanziamento annunciato dalla Regione per Lsu e Lpu in quanto «la maggior parte ricoprono qualifiche basse e non possono dare quell’apporto qualificato che richiede il Pnrr. Molti Comuni non sono nelle condizioni di sostenere una spesa extra-dotazione organica» come invece farà il Comune di Polistena: «Faremo una procedura pubblica per selezionare profili come pianificatori, programmatori e tecnici, ma servirebbe anche un apporto amministrativo, rendicontatori e altre figure».

L’accentramento dei servizi. «Bisogna capire se sono operazioni scientificamente fatte»

Durante il periodo pandemico si è parlato molto del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. La scelta di accentrare gran parte dei servizi ha creato – e sta creando, anche in questi giorni – non pochi disagi ai territori. «C’è una concentrazione delle attività sul Gom. – rimarca Tripodi – Come il processo dei tamponi molecolari che avviene nella sola Reggio Calabria». Un’operazione, questa, che «richiede ci sia una persona per ogni struttura periferica che si rechi a portare i tamponi nel capoluogo di provincia o addirittura di regione». Circostanza che non solo provoca una dilatazione dei tempi, ma anche «un doppio costo». Il primo cittadino, per questi motivi, rilancia: «Visto che Locri e Polistena hanno due laboratori di analisi con due strutture operative perché non dotarli di una macchina che processa i tamponi subito, sul posto?. Bisogna capire se questa operazione è scientificamente fatta oppure no».
«Non posso pensare – aggiunge – che il diritto alla salute possa essere mera mercificazione di conti o di bilanci. È un diritto che dovrebbe essere costituzionalmente garantito e mi rifiuto di pensare che ci sia una logica pianificata a monte».

«Sanità in mano al governatore un fatto positivo, ma la Regione dev’essere smart»

«Nell’ospedale di Polistena – aggiunge Tripodi tornando a parlare dei disagi strutturali della sanità nella Piana – non si fanno più le operazioni, ma si interviene solo in emergenza». Una delle tante derive prodotte da anni di commissariamento e dalla scissioni delle dinamiche decisionali tra vertici amministrativi della Regione e commissari “ad acta”. Un aspetto che, almeno nella forma, parrebbe essere superato con l’investitura di Roberto Occhiuto come commissario della sanità regionale. «Il commissariamento della sanità in mano al governatore credo sia un fatto positivo», dice Tripodi, che aggiunge: «Consente di avere una linearità delle scelte con un unico centro decisionale, ma serve che la gestione regionale sia anche molto smart e attiva sui temi. Mi auguro che la Regione Calabria possa cambiare passo rispetto alle gestioni precedenti che hanno smantellato il sistema e non hanno valorizzato medici, infermieri e professionisti che sono stati costretti ad emigrare all’estero». (redazione@corrierecal.it)

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